HomeCriptovaluteStable CoinIl trionfo di Tether sulle altre stablecoin

Il trionfo di Tether sulle altre stablecoin

Fino a pochi mesi fa in molti sostenevano che tra le principali stablecoin ancorate al dollaro USA Tether (ovvero USDT) fosse quella più problematica. 

Invece le ultime settimane hanno dimostrato l’esatto opposto. In questo inizio di 2023 praticamente tutte le altre principali stablecoin hanno avuto problemi, tranne USDT. 

I problemi delle stablecoin

Fino all’anno scorso le principali stablecoin erano cinque, tutte ancorate al dollaro USA: USDT, USDC, BUSD, DAI e UST. 

A maggio 2022 UST è implosa, perchè non era collateralizzata in dollari o equivalenti, ma era una stablecoin algoritmica collateralizzata in Luna. Con il crollo di Luna è crollata anche la stablecoin UST e l’intero ecosistema Terra. 

Erano rimaste in quattro, ma a febbraio ha iniziato ad avere problemi anche BUSD. 

BUSD, ovvero Binance USD, è completamente collateralizzata in dollari o equivalenti, ma si sono messe di traverso le autorità statunitensi che hanno messo sotto indagine la sua emittente. Va detto che Binance USD non è emessa da Binance, ma da Paxos, che è stata costretta a smettere di emettere nuovi token BUSD. 

E così, in assenza di nuove emissioni, a partire dal 13 febbraio la capitalizzazione di mercato di BUSD si è dimezzata, passando da 16 ad 8 miliardi di dollari. Dato che i riscatti di BUSD stanno continuando, con relativo burn dei token, mentre non ne vengono emessi di nuovi, è estremamente probabile che tale contrazione prosegua. 

A quel punto rimanevano tre grandi stablecoin: USDT, USDC e DAI. 

Nel corso del weekend però il fallimento di Silicon Valley Bank, dove l’emittente di USD Coin (Circle) teneva parte delle proprie riserve, ha fatto precipitare il valore di USDC a 0,84$, sebbene poi abbia recuperato in parte l’ancoraggio al dollaro fino a 0,99$. 

Una dinamica simile è toccata a DAI, il cui andamento del valore di mercato ha seguito quello di USDC. 

Il trionfo di Tether (USDT)

Quindi alla fine solo USDT non ha avuto problemi, tra le principali stablecoin. 

Anzi, nel corso di questi primi mesi del 2023 la sua capitalizzazione di mercato è salita da 66 miliardi di dollari, fino al picco annuale di 74 miliardi di ieri. Ora è leggermente scesa a 72,4 miliardi, a causa del parziale recupero di USDC

Inoltre non ha di fatto mai perso l’ancoraggio al dollaro, se non per brevissimi momenti, e con scostamenti minimi che si sono verificati solo su alcuni exchange con bassa liquidità. 

Va però ricordato che l’anno scorso, prima dell’implosione di UST, era arrivata a 83,2 miliardi, quindi non ha ancora recuperato ciò che ha perso da allora in termini di capitalizzazione di mercato. 

Tuttavia data la contrazione dei mercati crypto negli ultimi dodici mesi, più che il valore assoluto del suo market cap conviene analizzare l’andamento della sua dominance all’interno del mercato delle stablecoin

Infatti a maggio 2020, quando raggiunse il suo apice nella capitalizzazione di mercato, aveva una dominance di poco inferiore al 52%. 

Con la scomparsa pressochè totale di UST, la sua dominance avrebbe potuto aumentare, ma una forte perdita di capitalizzazione dovuta a timori sulla sua tenuta fece precipitare la dominance fino al 44% nel giro dei due mesi successivi. 

A partire da settembre però la dominance di Tether tornò a salire fino al 48% di ottobre, sebbene con il crollo di FTX a novembre tornò al 46%. 

Il boom lo ha avuto a partire dalla fine di gennaio 2023, quando prima è tornata al 50%, e poi ha superato il 52% poco dopo la metà di febbraio. 

In altre parole, pur avendo meno capitalizzazione di mercato rispetto ad inizio maggio 2022, la sua dominance è maggiore, a causa della contrazione avvenuta negli ultimi dodici mesi sui mercati crypto, ed in particolare su quello delle stablecoin. 

In questo momento quasi il 56% dell’interno market cap di tutte le stablecoin è costituito da USDT. 

Il confronto con le altre stablecoin, Tether ha la meglio 

Negli ultimi trenta giorni BUSD ha dimezzato la sua capitalizzazione di mercato, USDC è passata da 41,3 a 40,2, DAI da 5 a 6,1, e Tether da 68,4 a 72,4. 

In altre parole se nel complesso il market cap delle stablecoin si è ridotto, quello di USDT invece è aumentato in modo significativo, soprattutto a causa dello spostamento di fondi provenienti da altre stablecoin. 

Va anche aggiunto che a questa lista si sta aggiungendo TUSD (True USD), anche perchè Binance sembra l’abbia scelta come alternativa a BUSD. 

Infatti, negli ultimi trenta giorni la sua capitalizzazione di mercato è salita da meno di un miliardo a più di due, più che raddoppiando. 

In altre parole ad inizio anno c’erano solo quattro stablecoin con più di un miliardo di dollari di capitalizzazione, mentre ora sono tornate ad essere cinque, grazie a TUSD, anche se BUSD prima o poi potrebbe uscire da questa lista. 

Non c’è però il minimo dubbio sul fatto che in questo inizio 2023 il mercato delle stablecoin sia stato caratterizzato da un vero e proprio trionfo di Tether su tutte le altre. 

Le CBDC

Molti sostengono che le stablecoin potrebbero soffrire molto della concorrenza delle valute digitali delle banche centrali (Central Bank Digital Currencies, CBDC), quando queste verranno immesse sul mercato. 

In effetti, perlomeno in teoria, le CBDC potrebbero fare concorrenza alle stablecoin, soprattutto perchè emesse direttamente dalle banche centrali. 

Ma ci sono un paio di osservazioni da fare a riguardo che potrebbero smentire queste ipotesi. 

La prima, molto banale, è che alcune CBDC sono già in circolazione, perchè alcune banche centrali, come quella cinese, le stanno già testando sul campo. Il fatto è che i risultati non sembrano particolarmente interessanti. 

Ovvero le CBDC funzionano, ma non piacciono molto. Ad esempio in Nigeria c’è una specie di rivolta contro la sostituzione del contante con la e-Naira. 

Il principale motivo dietro questo apparente fallimento è anche il protagonista della seconda osservazione che rende difficile immaginare che le CBDC possano sostituire le stablecoin. 

Infatti le stablecoin che girano su blockchain anonime, o pseudoanonime come quella di Ethereum, vengono spesso preferite anche proprio per la possibilità di utilizzarle senza dover fare il KYC, ovvero il riconoscimento dell’identità. 

Le CBDC oltretutto non solo non sono per nulla anonime, ma di fatto consentono alla banca centrale di conoscere tutti gli spostamenti di denaro di tutte le persone che li usano. 

In altre parole le CBDC non sono, e non potranno essere, un’alternativa alle banconote, ma solo un’alternativa al denaro digitale già in uso. Invece le stablecoin risultano essere da questo punto di vista una vera e propria alternativa al denaro cartaceo, perchè possono essere spostate senza che le identità di chi le invia e di chi le riceve siano note alle banche centrali. 

Inoltre le stablecoin possono essere incensurabili, ovvero può essere impossibile per una qualsiasi autorità decidere di vietare, limitare o bloccare delle transazioni. Le CBDC invece non possono avere tale caratteristica. 

Quindi il mercato delle stablecoin è destinato a durare ancora, ed al suo interno Tether sembra destinata a dominare. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick