HomeCriptovaluteBitcoinPrevisione del prezzo di Bitcoin: massimo 45.000$ per JPMorgan

Previsione del prezzo di Bitcoin: massimo 45.000$ per JPMorgan

In questo periodo di incertezza sui mercati finanziari fioccano idee molto differenti tra di loro, anche per quanto riguarda una potenziale previsione sul prezzo di Bitcoin. 

In particolare sul breve termine sembra che la fase di lateralizzazione in atto ormai da più di due mesi voglia continuare, ma sul medio/lungo termine prima o poi dovrà finire, e non si esclude che questo significhi che il prezzo si muoverà in modo significativo. 

La previsione di JPMorgan sul prezzo di Bitcoin

Pochi giorni fa è stata scoperta una nota interna di JPMorgan, non pubblica, in cui il team di analisi crypto capitanato da Nikolaos Panigirtzoglou ha fatto una valutazione molto interessante del prezzo di Bitcoin. 

Gli analisti della grande banca americana dedicano spesso del tempo a Bitcoin ed ai mercati crypto, come ad esempio a luglio dell’anno scorso quando affermarono che il bear-market di Bitcoin e delle altre crypto in generale poteva essere in via di conclusione. 

In effetti dopo il minimo di giugno, a quota 17.500$, c’è poi stato solo un altro minimo, a novembre a quota 15.500$. 

A quel punto il bear-market è finito, perchè ormai da quasi sette mesi non ci sono stati più minimi. Anzi, da metà gennaio il prezzo di Bitcoin non è quasi mai nemmeno sceso sotto i 20.000$, se non per un brevissimo momento. 

Stavolta, invece, l’analisi del team di Panigirtzoglou si concentra sul fair value del prezzo attuale. 

Infatti, prendendo come riferimento il prezzo dell’oro, di poco inferiore ai 2.000$ l’oncia, un fair value di BTC in questo momento potrebbe essere 45.000$. 

Quindi in realtà dal punto di vista strettamente tecnico non si tratta di una vera e propria previsione, ma questa analisi implica che il prezzo di Bitcoin in questo momento starebbe tenendo spontaneamente proprio verso quel livello. 

Il confronto con l’oro

Nel corso del 2023 l’andamento del prezzo di Bitcoin ha smesso di essere strettamente correlato al Nasdaq ed è diventato sempre più correlato, apparentemente, a quello dell’oro. 

È possibile che non si tratti di una vera e propria correlazione diretta, ma di una correlazione simile per i due asset con qualche dinamica di fondo comune. 

Sta di fatto che nel 2023 il prezzo dell’oro prima è risalito da 1.630$ l’oncia a 1.950$, per poi scendere a 1.810$ a fine febbraio, per poi riprendere la sua corsa a marzo e chiuderla ad inizio maggio a 2.050$. In seguito è poi tornato sotto i 2.000$. 

Più o meno con le stesse tempistiche il prezzo di Bitcoin prima è risalito da 15.500$ a 24.000$, poi è tornato a 20.000$, ma solo per risalire in seguito fino a 31.000$.

Ora è sceso a 27.000$, quindi la sua dinamica ricorda a grandi linee proprio quella dell’oro. 

Nella nota di JPMorgan si legge:

“Con il prezzo dell’oro che supera i 2.000$, il valore dell’oro detenuto a scopo di investimento al di fuori delle banche centrali è attualmente valutato a circa 3.000 miliardi di dollari. A sua volta, ciò implica un prezzo di 45.000$ per Bitcoin, nell’ipotesi che Bitcoin eguagli l’oro negli portafogli degli investitori privati in termini di capitale di rischio”.

L’ipotesi quindi è che la capitalizzazione di mercato di Bitcoin, se venisse percepito come un asset alternativo all’oro, in questo momento potrebbe essere di circa 900 miliardi di dollari, al posto che 9 poco più di 500 attuali, ovvero meno di un terzo di quello dell’oro detenuto dai privati come investimento. 

Il tetto massimo

Queste cifre in realtà vanno considerate come il tetto massimo fino al quale potrebbe spingersi il prezzo di Bitcoin in questo momento qualora non avesse più ostacoli. 

D’altronde i 30.000$ ad aprile sono già stati superati, anche se solo per un breve momento, e non sono pochi coloro che sostengono che i 35.000$ potrebbero essere a portata di mano, se la situazione si sbloccasse in meglio. 

Anzi, la cifra che circola già da un po’ di tempo sono i 40.000$, prevista sia il mese scorso da Finder, sia addirittura ad agosto dell’anno scorso da Anthony Scaramucci. 

In un tale scenario i 45.000$ ipotizzati nella nota di JPMorgan come tetto massimo rientrerebbero alla perfezione. 

A dire il vero l’anno scorso ad agosto Scaramucci disse anche che il bottom del bear-market era già stato toccato, ma a novembre fu registrato un nuovo bottom. 

Va ricordato, però, che a generare il bottom di novembre fu un evento totalmente imprevisto (il fallimento di FTX), e che il bottom di novembre non fu tanto inferiore a quello di giugno. 

Oltretutto 40.000$ è anche la cifra riportata sempre nella nota di JPMorgan come “costo di produzione” di 1 BTC per i miner di Bitcoin dopo l’halving del prossimo anno.

Quindi fino a primavera 2024 dovrebbe essere 40.000$ il punto di riferimento per l’eventuale crescita del prezzo di Bitcoin, con al massimo la possibilità di spingersi a 45.000$, salvo imprevisti. 

Il prossimo halving e la previsione sul prezzo di Bitcoin

Cosa accadrà invece dopo il prossimo halving, previsto per la primavera del 2024, non si sa. 

Quello che si sa, secondo la nota di JPMorgan, è che il costo di estrazione di 1 BTC potrebbe salire a 40.000$, quindi in teoria è difficile immaginare che i miner possano vendere a cifra tanto inferiori i BTC che incasseranno. 

Tuttavia in seguito all’halving è possibile che la competizione per il mining finisca per diminuire, perchè molti saranno costretti a spegnere le macchine meno efficienti dato che il premio per loro sarà dimezzato. 

Va comunque detto che non è il valore di mercato di BTC ad adeguarsi ai costi di estrazione, ma al contrario sono i costi di estrazione che vengono adeguati dai miner al valore di mercato di Bitcoin, dato che il consumo di energia è a loro scelta. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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