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Brutte notizie per lo streaming: bocciata legge sul geoblocking

Sono giornate frenetiche per il mondo delle telecomunicazioni: mentre negli Stati Uniti la Disney acquisisce la Fox , aprendo alla nascita di un super colosso della distribuzione di contenuti video (anche online), e il presidente Trump tenta l'assalto alla net neutrality (con tutto ciò che ne consegue ), in Europa invece è passata forse sotto traccia una votazione molto delicata, che ha visto prevalere l'interesse del business a scapito di quello degli utenti.

Niente streaming libero in Europa

Ci riferiamo a quanto accaduto nel corso della seduta plenaria del Parlamento europeo in cui è stato affrontata (ed è stata affossata) la proposta della Commissione Ue che mirava a consentire l'accesso libero allo streaming online di produzioni nazionali per le persone che si trovano a viaggiare o vivere all'estero. Tradotto in termini più semplici, si parla dell'opportunità di guardare anche in un altro Paese europeo i film o gli show della Rai, o ancor di più di godere dell'abbonamento a servizi come Netflix, Sky Go, Spotify e simili anche se si è in vacanza in Unione Europea.

Delusione per gli utenti

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Come ben sanno i turisti e gli affamati di streaming, infatti, oggi vige la norma del geoblocking, ovvero un blocco geografico che limita l'accesso dall'estero a film, serie e show prodotti o coprodotti a livello nazionale dai broadcaster locali o, comunque, a tutti i servizi proposti online dagli operatori di telecomunicazione. Una situazione che sembrava essere vicina alla svolta, soprattutto dopo l'addio al roaming telefonico ufficialmente sancito in quest'anno e dopo che, nel maggio sempre di questo 2017, il Parlamento europeo avesse approvato una legge in cui si prevedeva espressamente la caduta di ogni forma di barriera per ogni tipo di prodotto.

Una proposta stravolta

E invece, nella citata seduta è arrivata in discussione una legge completamente snaturata dalla commissione affari giuridici, al punto che l’europarlamentare socialdemocratico tedesco Woelken, relatore e promotore della versione originale, ha deciso di ritirare il suo nome dal provvedimento. In soldoni, il geoblocking viene eliminato per le transazioni online - ovvero, gli italiani potranno acquistare prodotti da eCommerce spagnoli, francesi e portoghesi e viceversa - ma non per lo streaming di contenuti audiovisivi, ad eccezione della fruizione libera di programmi di informazione televisivi e radiofonici online.

Consentito solo lo streaming di news online

Per quanto riguarda questo aspetto, infatti, c'è stato l'ostracismo dei colossi del mercato televisivo e non solo, che sono riusciti a fare sistema e lobby e far breccia nei deputati europei, facendo decadere la possibilità per i cittadini europei di beneficiare dei servizi streaming (e dei propri abbonamenti) anche se si transita all'estero. Una mossa che ha provocato una forte reazione da parte di Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Ue per il mercato digitale, che non ha esitato a dichiarare che il voto è stato "una delusione per la gente, i creatori e la diversità culturale, sembra di essere ancora nel XX secolo”, promettendo comunque di “continuare a difendere con forza la proposta equilibrata” nei negoziati futuri, che potrebbero portare novità, ma non prima del 2020.

I numeri dello streaming in Italia

Per capire la portata del provvedimento basta guardare le cifre del mercato streaming nella sola Italia: secondo l'Osservatorio EY sull'evoluzione del mercato dei contenuti video online nel nostro Paese, ci sono all'incirca 19 milioni di internauti tricolore che guardano contenuti video veicolati in streaming dai cosiddetti Over the top, come Netflix, Now Tv o TimVision. In aumento anche la quota di abbonati, con oltre 4 milioni di individui che ha scelto di acquistare uno dei pacchetti proposti dalle varie compagnie e Netflix che guida questo segmento con circa 800mila sottoscrittori.

Un mercato in fermento

Una tale risposta da parte del pubblico ha portato ovviamente anche allo sviluppo di nuove piattaforme che offrono contenuti video, al punto che soltanto nel nostro Paese si contano decine di siti che offrono la visione in streaming (ovviamente legale) o on-demand di film, serie tv o show vari, portando anche alla nascita di speciali "guide" per ritrovare il proprio prodotto preferito in ogni momento.

Approfondimenti:

Osservatorio sull’Innovazione Digitale di EY - Confindustria

Filmamo.it , primo motore di ricerca italiano di video in streaming

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