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Quelli del bitcoin

Ho partecipato la scorsa settimana al Blockchain & Bitcoin Euro Conference a Gibilterra in qualità di media partner, l’evento che rappresenta un expo itinerante per Europa e Asia mi ha permesso di confrontarmi con numerosi operatori del settore della blockchain e dei mercati finanziari non regolamentati. Probabilmente parteciperò anche alle prossime tappe di Mosca e Monaco tuttavia nell’attesa del prossimo meeting istituzionale voglio rappresentarvi alcuni dei punti tematici che sono stati affrontati e sviluppati sia da alcuni relatori e dagli operatori finanziari del settore. Partiamo con la convinzione che il 2018 sarà il redde rationem per tutto il settore delle criptovalute, non soltanto per la definizione normativa che si sta attendendo sia sulle ICO che sugli exchange ma anche per selezione naturale in stile darwiniana che inizierà su molte criptovalute. Sostanzialmente si ritiene che molto verosimilmente quasi il 75% delle attuali criptomonete in circolazione (il 90% delle quali sono in realtà utility token) scomparirà per obsolescenza o peggio per assenza di valore intrinseco. Questa view è condivisa trasversalmente ed in molte occasioni si è fatto menzione alla medesima selezione che ha caratterizzato l’epoca della New Economy durante la fine degli anni Novanta (Francoforte: 1GSN.F - notizie) , in cui tanto i giornali quanto gli operatori finanziari pompavano mediaticamente il cambiamento in atto e l’avvicendamento con la Old Economy.

Abbiamo visto che molto spesso la fantasia corre sempre troppo: ricordando i fatti proprio di quell’epoca ci sono voluti quasi dieci anni prima di assistere a veri e propri cambi di paradigma. Il primo disruption event lo possiamo fare risalire al 9 Gennaio 2007 quando Steve Jobs presenta il primo modello di iPhone: da quel momento in poi il mondo inizia a cambiare significativamente, da allora infatti il modo di concepire il world wide web muta sensibilmente tutte le precedenti abitudini e stili di vita. I tempi per arrivare ad un similare disruption event per il mondo cripto sembra ancora lontano, sempre per usare una similitudine con il mondo informatico potremmo dire che oggi siamo ancora fermi al Commodore 64 (e non dimentichiamo che fine ha fatto proprio la Commodore, nonostante avesse lanciato qualche anno dopo con sensazionale successo il famoso Amiga). Proprio come vi fu una bolla finanziaria tra il 1999 ed il 2000 così oggi sembra essere lo stesso anche per il mondo cripto: le ultime due settimane hanno fatto comprendere al mondo quanto effimeri possono essere questi mercati e gli investimenti in cripto tecnologie. Questo tuttavia non deve far desistere dalla ricerca della prossima Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) , Google, Netflix (Xetra: 552484 - notizie) o Microsoft (Euronext: MSF.NX - notizie) nel mondo FinTech: un investimento infatti di poche migliaia di euro nel prossimo Ribot (cavallo al galoppo più famoso del mondo) potrebbero rivalutarsi velocemente in un 50X o 100X. Tra l’altro proprio Ribot alla sua nascita venne giudicato fisicamente sgraziato e poco prestante: qualche anno dopo vinse tutte le gare più prestigiose delle competizioni equine al mondo.

Su un tema ho visto invece esservi stata piena convergenza ossia che il Bitcoin ormai non sia più una criptovaluta quanto piuttosto una asset class finanziaria il cui valore sarà determinato sempre più spesso dall’interesse ed interazione degli investitori finanziari istituzionali soprattutto a fronte della recente quotazione del future sulla medesima moneta. La stampa finanziaria mondiale ha iniziato porsi domande oggettive sul futuro del Bitcoin, non tanto sulla sua futura quotazione, che sembra debba crescere vistosamente nei prossimi anni stando ai proclami di persone che hanno palesi conflitti di interesse con il Bitcoin stesso come i gemelli Winklewass. Per comprendere il pensiero di questa specifica community può essere istruttivo conoscere e riconoscere le quattro categorie di appartenenza dei bitcoinres attualmente esistenti al mondo. Partiamo con i bitcoiners doctrinaire (visionari). Si tratta di persone giovani con una formazione molto tecnica ed inquadrata che conosce i principi e le leggi della criptografia, i suoi utilizzi pratici e con grande presunzione ha contribuito al miglioramento della blockchain del Bitcoin o addirittura alla sua stesura. Sono persone che comunemente vengono considerate nerd, tuttavia pur riconoscendo il loro spessore in ambito professionale (unicamente al mondo informatico) vivono in un mondo spesso volutamente dissociato dalla realtà circostante. Dopo di loro possiamo trovare i bitcoiners evangelist ossia autentici discepoli del Bitcoin e della sua blockchain; generalmente parlano con frasi e locuzioni fatte e sentite da altri. Sono innamorati del loro mentore (un bitcoin doctrinaire) ed hanno come unica missione quella di spargere la voce, proprio come facevano i discepoli di Gesù.

Attenzione: sono persone quasi sempre genuine, spiritualmente oneste, ma che possono essere state abilmente plagiate per terzi fini o peggio ingannate. In terza posizione troviamo i bitcoiners believers ossia i sostenitori del Bitcoin, vale a dire persone che lo enfatizzano e lo esaltano solo per spirito di rivalsa con le istituzioni finanziarie ortodosse del mondo attuale. Non entrano nel merito più di tanto degli aspetti tecnici, sostengono il Bitcoin quasi come fosse l’unico modo per contestare lo status quo attuale o protestare contro l’establishment finanziario internazionale. Sono generalmente anche quelli che ridicolizzano o denigrano un Premio Nobel per l’Economia o il CEO di una grande banca a rilevanza mondiale qualora questi ultimi mettano in discussione con dei propri outllok di pensiero la valenza o il futuro della criptovaluta in questione. Infine al quarto posto troviamo i bitcoiners dreamers (anche detti entusiastic) i quali come dice la medesima adduzione sono sognatori, nel senso che cavalcano l’onda dell’euforia e l’entusiasmo che qualcosa di imponente possa verificarsi, tuttavia senza approfondire il tutto su basi finanziarie oggettive, sostenibili e credibili. Non hanno nella maggior parte dei casi alcuna formazione finanziaria di spessore: sono in difficoltà a sostenere dialetticamente conversazioni impegnate in tal senso con un interlocutore di pensiero contrario. Proprio questi ultimi possono essere equiparati ai fans di una squadra di calcio, i quali sognano sia possibile vincere la Champions con una squadra di Serie B a mezza classifica (Bitcoin a 500.000 dollari per esempio). Proprio come i fans possono trasformarsi in taluni casi in soggetti pericolosi (hooligans) diventando letteralmente posseduti e plagiati dalle loro aberranti convinzioni, al pari degli invasati di una setta pseudo religiosa.

Autore: Eugenio Benetazzo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online