LA FUSIONE

Luxottica-Essilor, via libera Ue e Usa a gruppo da 16,6 miliardi di ricavi

di Monica D'Ascenzo

5' di lettura

«È stato appena comunicato il via libera senza condizioni della Commissione europea» alla fusione tra Essilor e Luxottica. Ad annunciarlo questa mattina è stato il presidente di Essilor, Hubert Sagnieres, al termine della conference call con gli analisti sui conti 2017 del gruppo francese. E a seguire sempre oggi è arrivato il nulla osta della Federal Trade Commission americana senza condizioni, dopo che la Commissione europea aveva dato ufficialmente semaforo verde al progetto di fusione tra i due gruppi dell’occhialeria. La decisione, arriva dopo un’indagine iniziata lo scorso settembre ed era attesa dal mercato che voleva capire se sarebbero state imposte condizioni all’operazione. I titoli dei due gruppi hanno immediatamente reagito alla notizia: Essilor sale sulla piazza di Parigi di oltre il 4 e mezzo per cento, così come Luxottica che festeggia sulla piazza milanese.

La conclusione della Commissione Europea è chiara: «l’operazione di concentrazione non avrà effetti pregiudizievoli sulla concorrenza» nel mercato unico. «Abbiamo consultato 4mila ottici in Europa e, dopo avere raccolto informazioni, è emerso che Essilor e Luxottica non avranno un potere tale da recare pregiudizio al mercato», ha detto il commissario alla concorrenza, Margrethe Vestager. «Le nostre iniziali preoccupazioni - ha aggiunto - non sono state corroborate dai risultati dopo la consultazione degli attori sul mercato. Dunque possiamo lasciare che si realizzi la concentrazione senza porre condizioni». La Commissione Ue ha ricordato che Essilor e Luxottica vendono prodotti complementari.

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Con queste ultime due approvazioni, l’operazione Luxottica-Essilor arriva ad aver incassato 15 via libera: Australia, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, India, Giappone, Marocco, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Sud Africa e Taiwan. All’appello manca solo l’assenso dell’authority cinese.

Nasce un gruppo da 16,6 miliardi di ricavi
Dopo il via libera dell’Ue appare in discesa il processo di fusione fra i due gruppi dell’occhialeria. Questa mattina il gruppo francese aveva anche dato indicazioni temporali: il progetto di integrazione tra Essilor e Luxottica «deve essere finalizzato nella prima parte del 2018 dopo avere ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni». La macchina che porterà alla nascita di un gruppo da 50 miliardi di capitalizzazione inizia, quindi, a scaldare i motori.

L'integrazione delle due società, complementari nel comparto dell’eyewear dal momento che i francesi sono leader nel comparto lenti e Luxottica invece nelle montature, darà vita a un gruppo con più di 140mila dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi. A conti fatti, dopo la diffusione dei dati 2017, il nuovo gruppo avrà ricavi netti aggregati per per oltre 16,6 miliardi di euro a fronte di un mercato che vale 100 miliardi di euro e un utile netto combinato di circa 1,821 miliardi di euro. Sulla base di un'analisi preliminare, poi, il nuovo gruppo prevede di generare nel medio termine progressivamente sinergie di ricavi e di costi per un ammontare tra i 400 e i 600 milioni di euro, con un’accelerazione nel lungo termine.

I bilanci 2017 dei due gruppi pre fusione
Il gruppo italiano si presenta all’altare con un bilancio 2017 chiuso a livelli record: l’utile netto reported si è attestato a 1,038 miliardi in miglioramento del 22% a cambi correnti rispetto all’esercizio precedente, mentre l’utile netto rettificato è stato pari a di 970 milioni (+10%), a fronte di un fatturato salito dello 0,8% a 9,15 miliardi. Lo scorso anno anche la generazione di cassa ha toccato livelli massimi con 1,028 miliardi. Una base su cui costruire un trend positivo anche per l’anno in corso, secondo quanto dichiarato dalla società: per il 2018 sono attesi «risultati ancora in crescita» e inoltre «importanti investimenti». In particolare, le aspettative sono per un fatturato in aumento del 2-4% a cambi costanti, un incremento dell’utile operativo adjusted e dell’utile netto adjusted allineato alla crescita del fatturato, con un moltiplicatore rispettivamente pari a 0,8-1,0 volte e 1-2 volte, un rapporto debito netto/margine operativo lordo adjusted pari a 0,3-0,4 volte.

Quanto al 2017, «i profitti netti e la generazione di cassa superano per la prima volta nella storia del gruppo il miliardo di euro e il margine netto torna sopra il 10%», ha sottolineato Luxottica in una nota a commento dei conti. In ragione di questi numeri, il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo ordinario di 1,01 euro, in crescita del 10% rispetto al 2017.

Dal canto suo, il gruppo francese ha archiviato il 2017 con un utile netto di 789 milioni di euro, in calo del 3% rispetto agli 813 milioni del 2016. L’andamento risente di oneri straordinari, in particolare legati al progetto di fusione con Luxottica (109 milioni di euro), ma beneficia anche di una minore imposizione fiscale sia in Francia che negli Usa. Su basi “adjusted” il risultato netto ammonta a 833 milioni, in progresso del 2,5%. Il fatturato è cresciuto del 5,3% a 7,49 miliardi (+6,7% esclusi gli effetti valutari e +3,1% su basi omogenee). In questo caso il board proporrà all’assemblea del 24 aprile la distribuzione di un dividendo di 1,53 euro per azione, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Riguardo al futuro? Essilor guarda con fiducia al 2018, prevedendo una crescita del fatturato su basi omogenee «attorno al 4%».

Fusione a parte, quindi, i due gruppi stimano di poter continuare a crescere in termini di fatturato anche in questo 2018, per presentarsi poi all’appuntamento della fusione fra un anno con una massa critica ancora più importante.

I dettagli della fusione
L’accordo siglato dai due gruppi ormai un anno fa prevede prevede il conferimento in Essilor da parte di Delfin, holding che controlla il 61,90% del capitale della società italian,a dell'intera partecipazione in Luxottica nel rapporto 0,461 azioni del gruppo francese per ogni azione del gruppo guidato da Del Vecchio. A seguire Essilor lancerà un’offerta pubblica di acquisto (Opa) sulla totalità delle azioni Luxottica in circolazione, al medesimo rapporto di 0,461 a 1, per arrivare al delisting della società da Piazza Affari.

A seguito dell’operazione gli azionariati dei due gruppi si ricomporranno e vedranno l’associazione dei dipendenti azionisti di Essilor, primo socio del gruppo francese, scendere dall’8,3% attuale, con diritto di voto attorno al 14%, al 4% circa del nuovo gruppo. Allo stesso tempo Delfin diventerà il primo azionista del gruppo combinato con una quota tra il 31 e il 38 per cento.

La nuova governance
Sulla governance alcuni punti sono già stati chiariti fin dall’inizio e Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, li aveva riassunti così in un’intervista con il Corriere della Sera: «L’accordo, già firmato e approvato dalle assemblee di Essilor e Delfin, prevede i ruoli chiave in maniera chiara e precisa. Io sarò il presidente esecutivo, Hubert vice presidente esecutivo, abbiamo gli stessi poteri. La scelta del capo azienda si porrà solo in futuro». Intanto alla fine dello scorso anno la governance di Luxottica è stata modificata proprio in funzione del matrimonio con il gruppo francese, con la nomina ufficiale di Francesco Milleri come amministratore delegato, manager chiave e di piena fiducia di Leonardo Del Vecchio designato come colui che, in presenza di un impedimento del fondatore, sarà l’unico legittimato a prendere il suo posto nella cabina di comando di Essilor-Luxottica.

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