Cronaca

Migranti, arrivata a Pozzallo la nave della Ong spagnola con 218 persone a bordo

Un salvataggio di migranti  (ansa)
Solo ieri pomeriggio si è concluso il braccio di ferro diplomatico nel Mediterraneo dopo un salvataggio conteso con la guardia costiera libica. Il permesso di attracco in considerazione delle precarie condizioni di salute di molte delle persone salvate e del peggiorare delle condizioni meteo
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"Non avremmo mai permesso a nessuno di restituirli all'inferno". Così questa mattina, all'arrivo a Pozzallo, Oscar Camps, team leader della Ong spagnola Proactiva Open Arms che dopo un lungo braccio di ferro diplomatico solo ieri nel tardo pomeriggio, in considerazione delle precarie condizioni di salute di molti dei migranti che aveva a bordo e del peggiorare delle condizioni meteo, ha ottenuto il permesso ad attraccare in un porto sicuro che gli era stato negato dal governo italiano dopo un salvataggio conteso con la guardia costiera libica.

"Alla fine, a 48 ore dal primo soccorso, siamo entrati nel porto di Pozzallo dopo aver sopportato una notte in più di attesa con onde di due metri - ha detto Camps - Continueremo a proteggere le vite invisibili, con un costo elevato, perché questa è la nostra missione. Grazie a tutti per Il supporto ricevuto".

Lo sblocco della situazione solo nel tardo pomeriggio di ieri quando, dopo l'evacuazione a Malta di una neonata di tre mesi in gravissime condizioni e della madre, la nave spagnola - dopo l'intervento della sindaca di Barcellona Ada Colau e del ministro dell'interno spagnolo sull'ambasciata italiana - ha fatto rotta verso le acque territoriali italiane con il suo carico di 218 persone rimaste fino a quel momento ostaggio di un inedito braccio di ferro con le autorità italiane che, per la prima volta, come poi messo nero su bianco in serata da un comunicato della Guardia costiera italiana, hanno riconosciuto il coordinamento delle operazioni di soccorso ai libici in un evento al quale la nave umanitaria aveva già cominciato ad agire rispondendo proprio ad una chiamata della sala operativa di Roma.

Quando la motovedetta libica si è presentata in acque internazionali nei pressi del gommone che stava affondando ha preteso sotto la minaccia delle armi la consegna di donne e bambini che i volontari della Open Arms avevano già portato a bordo. Davanti al rifiuto degli spagnoli sono cominciate tre ore di pressioni e di minacce alle quali la Proactiva ha resistito riuscendo alla fine a portare in salvo 218 persone. Ma a quel punto, per una inedita interpretazione delle norme, il governo italiano ha negato l'approdo in un porto sicuro pretendendo che gli venisse formalmente chiesto dal governo spagnolo.