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Migranti, 1.400 soccorsi in 48 ore: effetto del clima estivo e della crisi in Libia

Le salme recuperate in una foto twittata dalla Guardia costiera libica 
Weekend di sbarchi record: sono un quarto di quelli avvenuti da inizio 2018. Impennata favorita dal meteo ma anche dalle turbolenze legate al mistero sulla sorte di Haftar. Undici i morti in un naufragio al largo di Sabratha. E oggi la Cassazione decide sulla Iuventa, fermata 9 mesi fa dalla procura di Trapani
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Quasi 1400 persone in 48 ore. È stato un weekend di soccorsi convulsi come non se ne vedeva da mesi nel Mediterraneo dove ieri le tre navi umanitarie presenti in zona Sar e gli assetti militari di Eunavformed sono intervenuti in soccorsi plurimi su indicazioni della sala operativa di Roma prendendo a bordo 1.361 migranti già sbarcati o in rotta verso i porti siciliani. Una giornata funestata anche da un naufragio a qualche decina di miglia a nord di Sabratha che ha fatto almeno undici vittime, tante sono le salme recuperate dalla Guardia costiera libica, che ha riportato indietro 263 persone.

Una impennata improvvisa, probabilmente favorita anche dalle buone condizioni meteo, ma non solo. Numeri ormai insoliti soprattutto negli ultimi mesi in cui in Italia gli sbarchi hanno fatto registrare una flessione dell'80 per cento. Cosa sta succedendo dunque in Libia? È possibile che le nuove turbolenze provocate dal mistero sulla sorte del generale Haftar e dall'uccisione di uno dei suoi uomini più fedeli possano aver mutato gli equilibri.

Fatto è che tra sabato e domenica le Ong ma anche le navi militari di Eunavformed sono intervenute in soccorso di diversi gommoni e anche di un barcone in legno a due piani, come non ne partivano da molti mesi, salvando 1.400 persone: circa un quarto di quante ne erano arrivate complessivamente dall'inizio dell'anno. Cinquecentotrentotto, a bordo della nave Aquarius di Sos Mediterranée, sono appena arrivate nel porto di Trapani, altre 93 sono state sbarcate ieri a Pozzallo da una nave militare, e 500 sono su una nave tedesca di Eunavformed che ha avuto assegnato Catania come porto di sbarco, 134 sono state salvate dalla Proactiva Open Arms, mentre 94 sono a bordo della Seawatch che, dopo l'ennesimo soccorso conteso con una motovedetta libica, ha avuto il permesso di recuperarle dall'acqua dove si erano gettate al grido "No Libia" vedendo arrivare la guardia costiera di Tripoli. A bordo anche una mamma con un neonato di pochi mesi.

È stata la Marina libica, poi nel pomeriggio, a dare notizia del naufragio di un gommone con il recupero di 11 salme. Ma è possibile che vi siano stati anche dei dispersi oltre ai 263 migranti salvati e riportati in Libia.

Oggi sarà un'altra giornata importante per le Ong impegnate nel Mediterraneo. È atteso infatti il verdetto della Cassazione sul sequestro della Iuventa, la nave della tedesca Jugend Rettet fermata dalla procura di Trapani nove mesi fa nell'ambito di un'altra indagine per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ormai prossima alla chiusura. I legali della Ong tedesca hanno presentato ricorso contro il sequestro ai supremi giudici ritenendo infondate le motivazioni che costringono la nave all'inattività.