Scuola

"Perché mi serve un nemico?", e i bambini delle elementari spiazzano il Salone

Agli alunni di 4 scuole il Salone Internazionale del Libro di Torino ha posto le domande-guida della kermesse. E giovani studenti spiazzano con le loro risposte

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"L’uomo ha creato i confini per proteggersi e proteggere le proprie cose. A volte questi confini ci impediscono di conoscere e apprezzare ciò che c’è di diverso negli altri. Spesso per paura e poca conoscenza consideriamo gli altri dei nemici, mentre in realtà potrebbero essere nostri amici e insegnarci cose nuove" scrivono Francesco e Leila, alunni di quinta elementare. I due studenti hanno risposto così all'interrogativo "Perché mi serve un nemico?", una delle cinque domande che saranno affrontate alla trentunesima edizione del Salone Internazionale del libro di Torino.

Da giovedì 10 a lunedì 14 maggio i ragazzi troveranno un luogo interamente dedicato a loro, il Bookstock Village dove, aiutati da scrittori ed editori, potranno soddisfare le loro curiosità. Il tema scelto quest'anno, infatti, è "Un giorno, tutto questo". Un modo per coinvolgere i ragazzi di ogni età nel mondo contemporaneo e capire quello che pensano, sognano e temono. E, allo stesso tempo, un aiuto per spiegare loro i cambiamenti di ogni giorno, spesso troppo veloci per essere afferrati pienamente. 

Cinque domande che riguardano il tema dell'identità: Chi voglio essere?; Perché mi serve un nemico?; A chi appartiene il mondo?; Dove mi portano spiritualità e scienza?; Che cosa voglio dall'arte: libertà o rivoluzione? A questi quesiti hanno risposto quattro scuole primarie: il Piet Mondrian di Roma, l'XIII istituto comprensivo Tartini di Padova, il Giosuè Carducci di Firenze e l'Istituto comprensivo di Cossato, in provincia di Biella. Nelle loro frasi, molta speranza ma anche tanta voglia di normalità. Semplici risposte che però nascondono molte verità e che sottolineano come i bambini siano spugne capaci di osservare la realtà e di giudicarla. "È accaduto in passato che l’uomo abbia utilizzato male le conoscenze scientifiche andando a scontrarsi con la sua spiritualità. Questo è un grande rischio anche oggi" dicono Rihab, Arianna e Debora, giovani studentesse di Cossato, mentre Alberto, di Padova, sostiene: "Mi auguro che la religione si adegui al cambiamento dei tempi altrimenti a causa delle sue regole rigide e antiquate rischia di perdere sempre più seguaci". 

A stupire di più sono le risposte che i piccoli interrogati hanno dato quando gli è stato chiesto perché avessero bisogno di un nemico. Scompaiono pregiudizi e distinzioni. "Un nemico mi serve perché nel male c’è sempre un po' di bene e nel bene c’è sempre un po' di male. Quindi io sarò l’amico per qualcuno e il nemico per altri" sostiene Iris, che frequenta il Piet Mondrian. Più lapidari i suoi compagni Andrea e Noemi: "Un nemico non serve a niente". 
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