Una ballata napoletana, una tenera pecorella nel paesaggio idilliaco della Sardegna, Villa Certosa a Porto Rotondo. Attratto dalla frescura l'animale entra dalla veranda dentro il salone deserto. Tre schermi riflettono una trasmissione quiz di Mike Bongiorno, Ugo Pagliai, senza volume. Il condizionatore abbassa la temperatura, tre gradi, due, un grado, zero. Con conseguenze fatali per la pecorella. Si apre così Loro1, il film di Paolo Sorrentino sulla figura di Silvio Berlusconi e la sua corte, il film (scritto con Umberto Contarello, fotografia di luca Bigazzi), attesissimo (anche dagli avvocati) e diviso in due parti: una presentata oggi alla stampa. Prodotto da Indigo e da produttori francesi, distribuito da Universal, sarà in sala domani (400 copie). Il secondo film, Loro2, il 10 maggio.
All'affollato appuntamento al cinema The space, a Roma, più di una risata durante la proiezione, scambi di idee alla fine del film che Paolo Sorrentino descrive come "un racconto di finzione in costume che mette in scena fatti verosimili, o anche inventati, avvenuti in Italia tra il 2006 e il 2010". Un racconto ambientato tra la Roma dei Fori e la Sardegna di Villa Certosa, quando il terzo Governo Berlusconi è caduto e, poi, quando inizierà la crisi del quarto. L'idea dell'autore di La grande bellezza e Il divo è quella di tratteggiare a squarci e intuizioni un momento storico ormai chiuso e che il regista definisce "amorale, decadente, ma anche straordinariamente vitale". E' un Berlusconi nel racconto del suo personale, del quotidiano, delle delusioni e delle paure, dei rapporti umani con chi gli è vicino, la politica è liquidata in poche battute, spesso sui comunisti. Sorrentino parla di Berlusconi come di "un mistero avvicinabile", a differenza "degli uomini di potere delle generazioni precedenti che erano altri misteri, inavvicinabili, un tempo si parlava di disincarnazione del potere".
Nella prima ora di film di Lui (così lo chiamano i suoi adoratori e con questo nome lo salvano nelle segreterie dei cellulari) non c'è traccia. Se non in forma di tatuaggio di una escort ginnasta acrobatica convocata da Gianpaolo Tarantini (pardon, Sergio Morra, questo il nome del personaggio del film) su una barca come merce di scambio per un politico locale che deve fargli vincere un appalto per una mensa scolastica. Il politico prima nega l'aiuto e racconta delle emorroidi della moglie. Poi ha un rapporto con la ragazza. Anche l'imprenditore pugliese si intrattiene con la ragazza e durante l'amplesso consumato in piedi si accorge del di lei tatuaggio sul fondo schiena (la faccia di Berlusconi/Servillo), cosa che lo eccita e lo folgora: vuole lasciare Bari e avvicinare in ogni modo il Cavaliere, che spera di conquistare con la sua scuderia di ragazze in vendita che arruola rifornendole di coca. Molte sniffate, sesso, balli, corpi avvolti nelle musiche di Lele Marchitelli (mentre le scenografie sono di Stefania Cella e i costumi di Carlo Poggioli), in questa prima parte del film. Tutto per arrivare a "Loro", "quelli che contano", si spiega in una battuta del film. Segue un catalogo di aspiranti attrici, escort, starlette televisive, segretarie, parlamentari, faccendieri, un bestiario accompagnato da altrettante presenze animali: la pecorella dell'avvio ("mi dispiace per tua cugina", dice Berlusconi a una capretta riguardo alla pecorella assiderata) e poi un ratto in mezzo alla strada (che causerà lo spettacolare tuffo sui Fori di un camion della nettezza urbana con esplosione di rifiuti a pioggia su Morra e l'armata escort. Serpenti, dromedari da festa esotica tra tende e danzatrici del ventre.
Tarantini ha una compagna, Tamara (Euridice Axen), che lo aiuta nella gestione delle ragazze e con cui vive insieme ai figli di lei (capace di preparare una cena rapida ai bambini mentre sniffa e si acchitta per una delle serate). La donna ha un rapporto di conoscenza con un politico vicino a Berlusconi, ex ministro che scrive poesie su Lui (si chiama Santino Recchia e ha molti elementi di Sandro Bondi). La desidera ma per ora non consuma, fissato con il tennis e con l'idea di sostituire un giorno Berlusconi alla guida del partito. Non ci pensa proprio, Recchia, a presentare l'imprenditore barese al Cavaliere.
Ad aiutare Morra sarà invece una favorita di Lui, una donna bellissima e decisa, Kira (Kasia Smutniak in un personaggio che ha una certa familiarità con Sabina Began). Nella prima parte del film la scalata di questi personaggi che affittano la villa in Sardegna di fronte a Villa Certosa e la inzeppano di giovani corpi facendoli muovere al ritmo di musica e nutrire a base di pasticche. Tutto per essere visti, guardati, da Lui: "Volevo raccontare - dice Sorrentino - una certa tipologia di italiano che è nuovo e al tempo stesso antico: anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa: un uomo di nome Silvio Berlusconi".
Paolo Sorrentino ha immaginato "il racconto dell'uomo e solo in modo marginale del politico: si potrebbe obiettare che si sa molto non solo del politico, ma anche dell'uomo. Io ne dubito. Per me un uomo è il risultato dei suoi sentimenti più che la somma biografica dei fatti. Quindi in questa storia la scelta dei fatti da raccontare non segue un principio di rilevanza dettata dalla cronaca di quei giorni, ma insegue unicamente il fine di provare a scavare a tentoni nella coscienza dell'uomo". Ancora: "Berlusconi è sempre stato un infaticabile narratore di se stesso, valga come esempio sommo il fotoromanzo "Una storia italiana" che spedì a tutti gli italiani nel 2001, e anche per questo è diventato un simbolo. A differenza di un comune essere umano, lui è una proprietà comune. E dunque, in questo senso, rappresenta anche una parte di tutti gli italiani". E poiché il Cavaliere è molto altro, il regista per esprimere una sintesi s'affida a Hemingway ("non c'è nessuno che vive la propria vita fino in fondo eccetto i toreri"). "L'immagine più compendiaria che si può avere di Berlusconi è forse questa, un torero".
In effetti nella seconda parte di Loro1 è il Berlusconi uomo (Toni Servillo, perfetto, che dispensa battute e strappa risate in sala) ad essere raccontato nel rapporto con chi lo circonda e sopratutto con Veronica Lario, una brava Elena Sofia Ricci, ma anche con il nipotino (lo convince che la cacca che ha appena pestato è in realtà una zolla di terra), con il politico che lo tradisce, con il suo tuttofare. Berlusconi compare per la prima volta vestito da odalisca velata e truccata, si presenta in camera di Veronica, che vorrebbe riconquistare e lei lo gela: "Non mi fai ridere". Quello tra Silvio e Veronica è un duello che si consuma ormai da troppo tempo. Lei ha fatto pace con i tradimenti "ma devi rispettare la mia dignità", legge Saramago, fa lo spettacolo di marionette ai bimbi e gli dice che per riconquistarla dovrebbe portarla a camminare in Cambogia. Lui non ci pensa nemmeno, ma le dice: "Tu non eri bella, eri sconvolgente", le regala diamanti ("preferivo quando mi regalavi pantofole perché sapevi che avevo freddo"), la porta su una giostra e le fa cantare la loro canzone, Domenica bestiale, direttamente da Fabio Concato convocato con chitarra a Villa Certosa, sotto lo sguardo dispiaciuto del cantore di casa Apicella.
Racconta il regista: "Questi italiani, ai miei occhi, contengono una contraddizione: sono prevedibili ma indecifrabili. Una contraddizione che è un mistero. Un mistero nostrano di cui il film prova a occuparsi, senza emettere giudizi. Mosso solo da una volontà di comprendere, e adottando un tono che oggi, giustamente, viene considerato rivoluzionario. Il tono della tenerezza".
All'affollato appuntamento al cinema The space, a Roma, più di una risata durante la proiezione, scambi di idee alla fine del film che Paolo Sorrentino descrive come "un racconto di finzione in costume che mette in scena fatti verosimili, o anche inventati, avvenuti in Italia tra il 2006 e il 2010". Un racconto ambientato tra la Roma dei Fori e la Sardegna di Villa Certosa, quando il terzo Governo Berlusconi è caduto e, poi, quando inizierà la crisi del quarto. L'idea dell'autore di La grande bellezza e Il divo è quella di tratteggiare a squarci e intuizioni un momento storico ormai chiuso e che il regista definisce "amorale, decadente, ma anche straordinariamente vitale". E' un Berlusconi nel racconto del suo personale, del quotidiano, delle delusioni e delle paure, dei rapporti umani con chi gli è vicino, la politica è liquidata in poche battute, spesso sui comunisti. Sorrentino parla di Berlusconi come di "un mistero avvicinabile", a differenza "degli uomini di potere delle generazioni precedenti che erano altri misteri, inavvicinabili, un tempo si parlava di disincarnazione del potere".
Nella prima ora di film di Lui (così lo chiamano i suoi adoratori e con questo nome lo salvano nelle segreterie dei cellulari) non c'è traccia. Se non in forma di tatuaggio di una escort ginnasta acrobatica convocata da Gianpaolo Tarantini (pardon, Sergio Morra, questo il nome del personaggio del film) su una barca come merce di scambio per un politico locale che deve fargli vincere un appalto per una mensa scolastica. Il politico prima nega l'aiuto e racconta delle emorroidi della moglie. Poi ha un rapporto con la ragazza. Anche l'imprenditore pugliese si intrattiene con la ragazza e durante l'amplesso consumato in piedi si accorge del di lei tatuaggio sul fondo schiena (la faccia di Berlusconi/Servillo), cosa che lo eccita e lo folgora: vuole lasciare Bari e avvicinare in ogni modo il Cavaliere, che spera di conquistare con la sua scuderia di ragazze in vendita che arruola rifornendole di coca. Molte sniffate, sesso, balli, corpi avvolti nelle musiche di Lele Marchitelli (mentre le scenografie sono di Stefania Cella e i costumi di Carlo Poggioli), in questa prima parte del film. Tutto per arrivare a "Loro", "quelli che contano", si spiega in una battuta del film. Segue un catalogo di aspiranti attrici, escort, starlette televisive, segretarie, parlamentari, faccendieri, un bestiario accompagnato da altrettante presenze animali: la pecorella dell'avvio ("mi dispiace per tua cugina", dice Berlusconi a una capretta riguardo alla pecorella assiderata) e poi un ratto in mezzo alla strada (che causerà lo spettacolare tuffo sui Fori di un camion della nettezza urbana con esplosione di rifiuti a pioggia su Morra e l'armata escort. Serpenti, dromedari da festa esotica tra tende e danzatrici del ventre.
Le prime immagini di 'Loro', il film di Sorrentino su Berlusconi
Ad aiutare Morra sarà invece una favorita di Lui, una donna bellissima e decisa, Kira (Kasia Smutniak in un personaggio che ha una certa familiarità con Sabina Began). Nella prima parte del film la scalata di questi personaggi che affittano la villa in Sardegna di fronte a Villa Certosa e la inzeppano di giovani corpi facendoli muovere al ritmo di musica e nutrire a base di pasticche. Tutto per essere visti, guardati, da Lui: "Volevo raccontare - dice Sorrentino - una certa tipologia di italiano che è nuovo e al tempo stesso antico: anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa: un uomo di nome Silvio Berlusconi".
Berlusconi - Servillo canta 'Malafemmena. 'Loro 1' in sala il 24 aprile
In effetti nella seconda parte di Loro1 è il Berlusconi uomo (Toni Servillo, perfetto, che dispensa battute e strappa risate in sala) ad essere raccontato nel rapporto con chi lo circonda e sopratutto con Veronica Lario, una brava Elena Sofia Ricci, ma anche con il nipotino (lo convince che la cacca che ha appena pestato è in realtà una zolla di terra), con il politico che lo tradisce, con il suo tuttofare. Berlusconi compare per la prima volta vestito da odalisca velata e truccata, si presenta in camera di Veronica, che vorrebbe riconquistare e lei lo gela: "Non mi fai ridere". Quello tra Silvio e Veronica è un duello che si consuma ormai da troppo tempo. Lei ha fatto pace con i tradimenti "ma devi rispettare la mia dignità", legge Saramago, fa lo spettacolo di marionette ai bimbi e gli dice che per riconquistarla dovrebbe portarla a camminare in Cambogia. Lui non ci pensa nemmeno, ma le dice: "Tu non eri bella, eri sconvolgente", le regala diamanti ("preferivo quando mi regalavi pantofole perché sapevi che avevo freddo"), la porta su una giostra e le fa cantare la loro canzone, Domenica bestiale, direttamente da Fabio Concato convocato con chitarra a Villa Certosa, sotto lo sguardo dispiaciuto del cantore di casa Apicella.