cultura

La torcia accende il racconto digitale del museo

di Alessia Maccaferri

2' di lettura

La torcia illumina le sculture, passa lentamente da una all’altra. Poi si posa sul muro o su una lampada. Ad ogni passaggio si attiva una storia digitale che si sovrappone allo spazio fisico. È la promessa di Lumen per il futuro dei musei. Il device è stato messo a punto dal 27enne indiano Arvind Sanjeev e si basa su una piattaforma di mixed reality storytelling che permette al pubblico di immergersi in una realtà alternativa (Ar/Vr) attraverso tecnologie per il machine learning e il video mapping. Esplora la creazione di un nuovo tipo di media che sfrutti il mondo o spazio fisico sovrapponendogli la digital fiction.

Il virtuale illumina le opere

Lumen ha vinto la prima edizione del Playable Museum Award, lanciato dal Museo Marino Marini di Firenze - con il coordinamento a cura dell’engagement scientist e game designer Fabio Viola - per immaginare il museo del futuro.

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La domanda principale in fase di progettazione è stata: come possiamo immergere le persone in mondi alternativi senza isolarli con un visore? Tutte le popolari tecnologie Ar/Vr sono basate su schermi e visori. Lumen cerca di andare oltre consentendo al visitatore di sentirsi immersi all'interno dello spazio naturale.

Lumen utilizza la piattaforma di machine learning yolo darknet per classificare gli oggetti che vengono successivamente processati da un algoritmo in grado di generare storie in sovrapposizione sugli oggetti classificati. Le narrative per questa piattaforma sono progettate direttamente da storyteller e game designer che hanno accesso ad un pannello di controllo ed alla dashboard. L’hardware consiste in un proiettore laser in combinazione con una camera e sensori di profondità che operano insieme per creare la migliore esperienza di proiezione.

La scelta del design è strategica. “Noi tutti abbiamo una profonda connessione con le torce sin da bambini, ci abbiamo giocato di notte mentre raccontavamo storie. Utilizziamo una torcia quando dobbiamo trovare qualcosa, per trovare la strada di casa quando siamo al buio o ancora per rendere visibile l'invisibile - si legge nella scheda del progetto - Lumen attinge a questa metafora per aiutare le persone a concettualizzare facilmente il suo funzionamento. Lumen agisce proprio come una torcia, puntandolo sugli oggetti e cliccando è possibile rivelare qualcosa di nascosto”. Il team è consapevole che potrebbe non essere ergonomico per le persone tenere Lumen in una mano mentre si prova ad interagire con l’altra e per questo miglioreranno il design del prodotto per renderlo più comodo o addirittura adattabile alle custodie degli smartphone.

Arvind Sanjeev , giovane interaction designer e ingegnere, è stato selezionato tra 240 partecipanti del premio, i cui progetti finalisti saranno presentati a ottobre, assieme alla piattaforma online dedicata al premio, una data bank di idee e creatività, che il Marino Marini rende accessibile.

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