Cultura

Svelata maiolica che ritrae l'Arcangelo Gabriele. "È la prima opera di Leonardo"

L'Arcangelo con Ivana Rosa Bonfantino e Ernesto Solari (ansa)
Ernesto Solari, studioso del genio vinciano, mostra una quadrella di 20x20 cm. L'artista l'avrebbe dipinta nel 1471, non ancora 19enne. "Risolto l'enigma della firma, abbiamo tutte le prove scientifiche"
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"Io, Leonardo da Vinci, nato nel 1452, mi sono rappresentato quale Arcangelo Gabriele nel 1471". E' questa la risposta al rebus della firma e dei numeri mimetizzati nel disegno dell'Arcangelo Gabriele, presentata oggi, a Roma, come la prima opera pittorica assoluta di Leonardo. A essere certi che l'opera sia scaturita dalla mano del genio, il professor Ernesto Solari, studioso del genio vinciano, e la grafologa Ivana Bonfantino, già professore di Grafologia comparata all'Università Lumsa della Capitale.

"Si tratta del primo autoritratto in assoluto del genio rinascimentale e il primo a essere autografato", ha dichiarato lo studioso leonardiano, che già negli anni scorsi ha portato alla luce un paio di opere attribuite a Leonardo, tra cui la Testicciola di Terra. La pittura fu realizzata su una quadrella 20x20 dall'allora giovanissimo allievo del Verrocchio, uscito dalla bottega del suo maestro a 18 anni, e già ansioso di mostrare le sue capacità artistiche, assieme alla propria originalità e soprattutto vocazione all'eternità, testimoniata, quest'ultima, dalla tecnica utilizzata per la realizzazione della maiolica, in "eterna vernice", che per la rappresentazione di se stesso "nelle vesti di Arcangelo. Non uno qualsiasi, ma Gabriele - ha detto ancora Solari. "Nel 1471 - l'Arcangelo Gabriele era un vera star", anche per l'apparizione concessa al Beato Amadeo da Silva. E visto che "Leonardo era Leonardo anche da giovane", non stupirebbe la scelta di un tema tanto in voga per iniziare a farsi un nome.
(ansa)

"Bellissima già solo a guardarla", dice Solari, la piastrella "è stata analizzata da tre laboratori diversi". E tra termoluminescenza, stratigrafie dei pigmenti e analisi riflettologiche, ha cominciato a "parlare". Rivelando, ad esempio che nella cottura si è persa parte della palpebra. Che l'argilla, così povera di quarzo, arriva da Bacchereto-Montelupo. Soprattutto, sono emersi quei caratteri (precedenti all'ultima cottura e quindi coevi) che secondo la Bonfantino - comparati anche alle scritte del Paesaggio con fiume del 1473 e al contratto per La vergine delle Rocce - appartengono a Leonardo.

C'è la firma "da Vinci lionardo", vergata da sinistra a destra, mimetizzata nella mandibola con la data; la sigla LDV ib (che ricorrerà nelle sue opere); e un piccolo rebus di numeri: 52, data di nascita di Leonardo, e 72 che rimanda a Gb-Gabriele. Solari lo interpreta come un'identificazione con l'Arcangelo, rafforzata dalla somiglianza con l'autoritratto sul foglio 447 degli Uffizi, che pur "datato '47 può essere stato utilizzato più volte nel tempo. Il retro della maiolica, con 6 tasselli moltiplicati per 6, rimanderebbe alla quadratura del cerchio e al tema della ricerca della perfezione.

Completata direttamente da Leonardo fino all'ultima cottura nella fornace dei nonni, dove l'artista aveva "vissuto" sin dall'età di due anni, l'opera appartiene agli eredi della famiglia Fenici di Ravello. Secondo un documento d'archivio "non più disponibile ma di cui si ha conoscenza", il quadretto sarebbe stato donato alla famiglia da Giovanna di Aragona, nel 1499, "per servigi resi". Giallo nel giallo, è però come la maiolica sia arrivata a Giovanna d'Aragona. Sposando la tesi di Leonardo a Napoli nel '99, potrebbe esser stato un suo dono alla sovrana dopo il parto o per ringraziarla di aver posato per un suo ritratto". Oppure, Leonardo avrebbe potuto esporre l'opera "a Firenze nel '71, in occasione dei grandi festeggiamenti per l'Annunciazione". La maiolica sarebbe potuta così entrare tra i beni di Galeazzo Maria Sforza ed esser poi donata da sua nuora Isabella d'Aragona alla zia Giovanna.

"Noi oggi apriamo il dibattito, ma ci sentiamo molto forti, perché abbiamo a sostegno tutti gli esami e le dimostrazioni scientifiche - dice Solari - e siamo pronti a mostrarle a tutti". Una copia dell'opera sarà esposta da domani al Museo Leonardo da Vinci Experience di Roma.