bilanci

Banche, nel primo semestre maxi-pulizia di Npl da 27 miliardi

di Paolo Paronetto

Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia

2' di lettura

Prosegue a tappe forzate la pulizia dei bilanci delle banche italiane dal fardello dei crediti deteriorati. Nel primo semestre del 2018, le prime cinque banche commerciali italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca, Banco Bpm e Banca Pop Er ) hanno smaltito complessivamente 26,75 miliardi di crediti deteriorati lordi rispetto ai dati a fine 2017 comunicati lo scorso febbraio (che, in alcuni casi, sono poi stati marginalmente "corretti" a far data dal primo gennaio in seguito alla prima applicazione del principio contabile Ifrs 9).

Si tratta di una pulizia che vale il 17,9% dello stock esistente al 31 dicembre dello scorso anno e che diventa ancora più incisiva considerando gli npl al netto delle rettifiche: in questo caso la riduzione è del 24,2%, corrispondente all’uscita dai bilanci di 17,72 miliardi. Al 30 giugno 2018 l’aggregato lordo residuo di crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) per le top 5 italiane è di 122,4 miliardi, che si traducono in 55,54 miliardi netti (le rettifiche coprono quindi il 54,6% del gross book value).

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Da Intesa con l’operazione Intrum alla cartolarizzazione di Ubi
Esaminando la situazione dei singoli istituti, nel corso del semestre Intesa, grazie anche alla maxi operazione con Intrum, ha tolto dal bilancio 12,6 miliardi di npl lordi (-7,1 netti), vale a dire oltre il 24% dello stock lordo a fine 2017 (-27,8% la riduzione netta, -7,1 miliardi). In pancia all’istituto guidato da Carlo Messina restano 39,5 miliardi di crediti deteriorati lordi, pari al 9,3% dei crediti totali (l'incidenza era all'11,9% a fine 2017), e 18,4 miliardi netti.

Per quanto riguarda UniCredit, lo smaltimento è stato del 12% lordo (-5,8 miliardi) e del 21,2% netto (-4,5 miliardi), con un residuo di 42,6 miliardi lordi (l'8,7% dei crediti dal 10,2% di fine 2017) e 16,7 netti.

Per quanto riguarda Ubi Banca, l’istituto ha annunciato un'importante operazione di cartolarizzazione di npl con il ricorso alla garanzia pubblica Gacs da 2,75 miliardi dopo la chiusura del semestre. Senza contare questa operazione, nei primi sei mesi dell'anno i crediti deteriorati lordi si sono ridotti di 650 milioni (-5,1%) e quelli netti di 1,02 miliardi (-12,5%, il calo è di 310 milioni considerando la riclassifica in base all'Ifrs 9). Lo stock residuo è pari a 12 miliardi lordi (il 12,41% dei crediti dal 12,85% di fine 2017, ma l'incidenza scende all'11% considerando la cartolarizzazione), e 7,14 miliardi netti.

Banco Bpm, che ha in programma un'altra importante dismissione entro fine anno, da parte sua ha smaltito 6,1 miliardi lordi (-23,9%) e 3,5 netti (-26,9%) e resta con uno stock di 19,4 miliardi lordi (il 16,6% dei crediti, era il 21,1% a fine 2017) e 9,5 netti.

Bper, infine, ha ridotto lo stock di 1,6 miliardi lordi (-15,2%) e 1,6 netti (-29,6%), rimanendo con un aggregato residuo di 8,9 miliardi lordi (17,4% dei crediti, dal 19,9% di fine 2017) e 3,8 netti.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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