Economia

Eni alla campagna del Golfo Persico: la nuova strategia di espansione

Dopo l'accordo del marzo scorso, la società italiana ha raddoppiato la presenza negli Emirati Arabi Uniti con una nuova concessione off shore nel settore del gas. In precedenza, gli accordi con il Qatar e l'Oman

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MILANO - Il primo passo l'ha compiuto a marzo, quando è entrata per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti, prendendo una piccola quota di un giacimento petrolifero. Ieri, la seconda operazione, che consolida la presenza di Eni nel paese che si affaccia sul Golfo Persico: una quota molto più significativa di un giacimento di gas naturale con riserve che si annunciano particolarmente ricche.

A prima vista, potrebbe trattarsi di due "piccole concessioni". In realtà, fanno parte di un processo che sta portando la società di Metanopoli in un mercato in cui non era presente. Ma che dispone pur sempre delle maggiori riserve mondiali di idrocarburi. A marzo, l'ad Claudio Descalzi aveva firmato l'acquisto, per 40 anni, di una quota del 5% nel giacimento a olio di Lower Zakum e di una quota del 10% nei giacimenti a olio, gas e condensati di Umm Shaif e Nasr, al largo delle coste degli Emirati Arabi Uniti, per la cifra complessiva di 875 milioni. Un prima operazione in cui i vertici politici e i dirigenti della società di Stato hanno "misurato" Eni: evidentemente l'esame è stato superato, visto che ieri il gruppo italiano ha raddoppiato.

Con l'Abu Dhabi National Oil Company è stato firmato un accordo per il 25 per cento della concessione di Ghasha, anche in questo caso off shore, sempre per 40 anni: è un giacimento particolarmente ricco di gas, il quale produrrà più di 1,5 miliardi di piedi cubi di gas al giorno con avvio previsto verso la metà del prossimo decennio. E potrebbe soddisfare oltre il 20% della domanda di gas degli Emirati Arabi Uniti.

Due operazioni che erano state procedute, nel novembre 2017, da un altro tipo di accordo, quasta volta nel sultanato dell'Oman, paese in grande crescita economica: assieme a Qatar Petroleum, Eni si è vista assegnare la concessione per il 55% di un giacimento di gas naturale in una vasta area nell'offshore della regione meridionale dell'Oman che si estende per circa 90.000 chilometri quadrati, con una profondità d'acqua che varia da 10 a oltre 3.000 metri. Un giacimento ritenuto molto interessante ma dal quale non si hanno ancora avuti aggiornamenti.

Senza troppi proclami, Eni sta costruendo una sorta di nuova storia industriale nella penisola arabica, area del mondo petrolifero che, finora, aveva per così dire "sfiorato", nonostante i consolidati rapporti commerciali. O, come in Arabia Saudita, di partecipazione all'attività di raffinazione. Il passo in avanti è avvenuto per due motivi. Il prima riguarda la domanda in arrivo dai vari emirati e sultanati. I regimi locali hanno capito che la stagione degli idrocarburi anche se non si può dire stia ancora volgendo al termine, si è però avviata verso una fase di transizione energetica, dove dovranno convivere con le rinnovabili. Se da una lato hanno iniziato a investire nel solare e nell'efficenza, dall'altra i paesi dell'area vogliono sfruttare fino alla fine le ricchezze del sottosuolo. E lo devono fare in modo sempre più efficiente, risparmiando sui costi e senza perdere altro tempo.

Eni, che durante le due stagioni del recente crollo del prezzo del greggio, ha dovuto per forza di cose "ristrutturare" le procedure e compiere un miglioramento tecnologico, si è proposto come partner per le aziende statali del Golfo. Ma non sarebbe bastato - e arriviamo al secondo motivo - se non avesse scoperto Zhor: il "giant" di gas naturale, il più grande del Mediterraneo, al largo dell'Egitto ha contribuito ad alzare le quotazioni di Eni nel settore dell'esplorazione proprio agli occhi degli operatori del mondo arabo.

Da qui gli accordi firmati negli Emirati, anticipati dalla partnership con il Qatar, di cui l'esplorazione in corso in Oman dovrebbe essere sola prima di una serie di collaborazioni nell'off shore del Golfo. O, almeno così, sperano a Metanopoli.