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Addio a Evelyn Berezin, l'inventrice del word processor

Evelyn Berezin
Evelyn Berezin 
Scomparsa a 93 anni l'inventrice newyorkese, pioniera dell'informatica, ideatrice dell'elaboratore di testi e protagonista di una clamorosa storia di successo al femminile in un'epoca proibitiva
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HA inventato il primo elaboratore di testi, o "word processor". Insomma, il primo sistema per scrivere sul computer. L’informatica statunitense Evelyn Berezin è morta l'8 dicembre a 93 anni nella casa di cura Mary Manning Walsh Home di Manhattan, anche se la notizia è stata diffusa solo un paio di giorni dopo dal New York Times. La donna aveva scoperto di avere un linfoma ma aveva deciso di non sottoporsi ad alcuna cura.
 
Era nata il 12 aprile 1925 nel Bronx da una coppia di immigrati ebrei russi. Il padre, Sam, era un pellettiere, la madre una sarta. Aveva due fratelli, Sidney e Nelson, con cui è cresciuta nell’East Bronx. Difficile spiegare quanto la sua eredità influenzi ancora oggi la nostra vita quotidiana. D’altronde, ogni volta che scriviamo un documento, prenotiamo un volo o facciamo un bonifico online, le dobbiamo qualcosa. Eppure è stata una delle figure della storia hi-tech – spesso sbilanciata sul contributo maschile – di cui non si è mai troppo parlato.
 
Laureata nel 1945 alla New York University in Fisica, Berezin ha iniziato a interessarsi all’allora pionieristico mondo dell’informatica. Specializzandosi nella costruzione di reti di elaboratori orientate alla risoluzione di uno specifico compito. Quasi vent’anni dopo, nel 1962 e da dipendente della Teleregister, sfornò un sistema computerizzato di prenotazioni di voli per la compagnia United Airlines, il primo del genere.
 
Qualche anno più tardi, nel 1968, avrebbe brevettato una macchina utile a scrivere testi, battezzata “Data Secretary”, la prima della storia che avrebbe poi prodotto con la sua Redactron Corporation, fondata a Long Island, per semplificare il lavoro delle segretarie all’epoca impegnate con le macchine da scrivere meccaniche. Il tutto in un mondo in cui le opportunità per le donne i quel settore erano ridotte ai minimi termini. L’invenzione era ingombrante (quanto un piccolo frigorifero), lenta e rumorosa, incorporava una macchina da scrivere Ibm ed era in grado di editare in vario modo i testi, cancellarne delle parti, copiare e incollare. Più o meno, il grosso di ciò che chiunque fa oggi con Microsoft Word, Open Office Writer e simili.
 
Nei primi anni della carriera progettò diversi sistemi informatici dedicati a compiti specifici, dalla distribuzione dei magazine all’automazione delle transazioni bancarie.
 
Due anni dopo aver fondato la sua azienda avrebbe portato sul mercato Data Secretary, vendendo 10mila delle sue macchine da 8mila dollari a studi di avvocatura e uffici aziendali prima di cederla nel 1976, di fronte a problematiche finanziarie, alla Burroughs Corp.. Nello stesso periodo il colosso Ibm e concorrenti (Osborne, Wang, Tandy, Kaypro e altri) iniziarono a invadere il mercato con diverse alternative sulla falsa riga. Berezin, rimasta per qualche anno nel nuovo gruppo, avrebbe poi fatto parte di consigli di amministrazione di diverse società, avrebbe svolto consulenza e sarebbe entrata a far parte del Computer History Museum. Nel 2011 è stata inserita nella Hall of Fame delle donne impegnate nel mondo tecnologico.
 
“Perché questa donna non è famosa” si chiese nel 2010 lo scrittore e inmprenditore britannico Gwyn Jeadley in un blog. Per aggiungere che “senza Ms. Berezin non avremmo avuto Bill Gates, Steve Jobs, internet, word processor, fogli di calcolo: nulla che colleghi il mondo del business al 21esimo secolo”.