13 febbraio 2019 - 21:10

Levi’s in Borsa, i jeans dei cercatori d’oro presto a Wall Street

A distanza di trent’anni dalla loro prima quotazione, i jeans americani sbarcano di nuovo a Wall Street. La storia della società risale al 1853, attualmente il gruppo fa capo agli eredi di Levi Strauss

di Corinna De Cesare

Levi’s in Borsa, i jeans dei cercatori d’oro presto a Wall Street
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Il primo jeans prodotto si chiamava XX ed era il precursore dei mitici 501. La toppa in pelle con i due cavalli apparve quasi subito, alla fine del 1800, posta sul retro dei pantaloni e riportava le indicazioni della taglia e del modello, oltre a un marchio ricavato da un vecchio disegno pubblicitario: due cavalli che cercano di strappare, tirandoli in direzione opposta, un paio di jeans (a sottolineare la resistenza del tessuto). Solo negli anni ‘30 si aggiunsero anche i cowboy diventati poi il simbolo, oltre all’etichetta rossa, dei Levi’s. Erano i pantaloni dei cercatori d’oro, dei lavoratori di miniera e poi degli operai. Ora sono i jeans di tutto il mondo che, a distanza di trent’anni dalla loro prima quotazione, sbarcano di nuovo in Borsa.

Levi Strauss & Co (Levi’s) ha presentato alla Securities and Exchange Commission americana la domanda di quotazione. L’azienda di San Francisco si aspetta di sbarcare al New York Stock Exchange con il simbolo LEVI anche se per il gruppo non si tratta di un vero e proprio debutto. Già nel 1971 Levi’s si quotò raccogliendo 50 milioni di dollari. All’epoca si trattò della più grande quotazione di sempre anche se la famiglia Strauss mantenne una quota di maggioranza. Poi i profitti scesero insieme al valore del titolo. Nel 1984 l’operazione di con cui gli eredi del fondatore Levi Strauss delistarono il gruppo. Nel 1996 gli stessi eredi ricomprarono titoli del gruppo da dipendenti e investitori concentrando il controllo dell’azienda nelle mani dei discendenti di Strauss.

La storia della società risale al 1853 quando Levi Strauss si trasferì in California dalla Baviera (Germania) per aprire un negozio di tessuti legato alla famiglia. Due decenni dopo, si unì con uno dei suoi clienti lanciando l’idea di usare dei bottoncini per creare un paio di pantaloni pensati per durare a lungo. Fu così che nacque l’azienda che ha prodotto il primo paio di blue jeans. Attualmente il gruppo fa capo agli eredi di Levi Strauss e vende i suoi prodotti in 110 Paesi in tutto il mondo attraverso una combinazione di catene di rivenditori, grandi magazzini, siti online e ha un’impronta globale di circa 3.000 punti vendita dedicati al marchio. Con la quotazione Levi’s vorrebbe raccogliere fra i 600 e gli 800 milioni di dollari da usare anche per «acquisizioni e investimenti strategici». Nelle carte presentate alla Sec si cita l’opportunità di ampliare la presenza in mercati emergenti come India e Brasile ma anche Cina, mercato che rappresenta il 20% del mercato dell’abbigliamento, ma solo il 3% dei ricavi della società. Al momento il 45% delle vendite Levi’s sono realizzate fuori dal mercato americano e la società ha chiuso il 2018 con un utile di 283 milioni di dollari su ricavi per 5,58 miliardi.

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