Le nuove tensioni politiche tra Stati Uniti e Iran e le rinnovate paure per la crescita economica globale stanno spingendo gli investitori verso porti sicuri. Tra questi c’è l’oro che oggi ha di nuovo raggiunto livelli massimi. Il metallo giallo è, infatti, risalito ai prezzi di 14 mesi fa con le quotazioni balzate a 1.358 dollari l’oncia. Si tratta del livello più alto dall’aprile 2018. In euro, il rialzo è anche più consistente e ha di nuovo raggiunto i valori dell’aprile 2017. Da inizio mese l’oro, detto anche valuta della crisi perché è ricercato nelle fasi di tensione, guadagna oltre il 4% in dollari.

Nonostante le molte paure all’orizzonte che tengono i mercati con il fiato sospeso, la Borsa di Milano ha chiuso la settimana con una variazione positiva con un rialzo del +1,2% per l’indice FtseMib. L’indice EuroStoxx 50, il barometro delle principali aziende europee, ha segnato invece un calo nell’ordine dello 0,5% nella settimana.

Bene si è mosso il Btp a dieci anni che si è apprezzato al 2,30% di rendimento, un livello che non si era mai visto nell’ultimo anno. Il Bund tedesco è invece tornato sui minimi storici (-0,26%).

Ad alimentare la fuga verso oro e Bund, il titolo a dieci anni della Germania che è considerato un porto in cui rifugiarsi quando i mercati sono volatili, sono anche le paure generate dai dati cinesi appena diffusi. I numeri pubblicati in Cina hanno, infatti, mostrato gli effetti dello scontro sui dazi in atto tra Stati Uniti e Pechino. Nel Paese, in maggio la produzione industriale è cresciuta solo del 5%, l’incremento anno su anno più basso degli ultimi diciassette anni. Il consensus si aspettava un +5,4%. Meglio del previsto è risultato, invece, il dato sui consumi con un incremento del +8,6% a maggio per la spesa dei cinesi. Si tratta di un livello più elevato dal +7,2% di aprile. Le previsioni erano di una risalita dell’8%.

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