il consorzio

Facebook, via alla criptovaluta con Visa, Mastercard e PayPal

di Corinna De Cesare

Facebook, via alla criptovaluta con Visa, Mastercard e PayPal

Dopo aver consultato i gemelli Winklevoss, suoi ex compagni di Harvard ed ex acerrimi nemici fondatori di Gemini (una delle piattaforme più note per le criptovalute), Mark Zuckerberg dimostra di voler fare sul serio reclutando partner di primo piano del settore come Visa, Mastercard e PayPal. Sono loro i big che hanno deciso di sostenere anche economicamente la criptovaluta di Facebook, una sorta di bitcoin, ma più solido, a disposizione degli utenti per scambiarsi denaro e fare acquisti sia dentro il social che sul web. I dettagli saranno svelati probabilmente in un libro bianco che sarà diffuso il 18 giugno, mentre il lancio della valuta è previsto per l’anno prossimo. Ma su «Libra» o «GlobalCoin» (così si chiamerà), Zuckerberg è al lavoro da tempo, tanto che secondo alcune indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, il fondatore del social network avrebbe già deciso di ancorarla a un paniere di valute internazionali per scongiurare i problemi di volatilità tipici delle criptovalute elettroniche, a cominciare dalla più nota: il bitcoin. Più di una dozzina le compagnie che sosterranno economicamente il progetto, tra cui Uber e Booking.com. Ciascuna investirà circa 10 milioni di dollari in un consorzio che governerà la moneta virtuale.

L’obiettivo è arrivare a un miliardo di dollari di sostegno ma è un sostegno che a quanto pare avviene quasi al buio, senza cioè conoscere i dettagli dell’operazione che Zuckerberg tiene tutti per sé. Quello che si sa è, però, che le grandi aziende vedono nel social network le potenzialità di un colosso da 2,38 miliardi di utenti con cui realizzare un sogno a lungo rimasto irrealizzato per ognuno di loro: una rete di pagamenti estesa. A dare credibilità all’operazione c’è anche il fatto che Facebook non controllerà direttamente la valuta né lo potranno fare i singoli membri del consorzio. Alcuni potranno servire da «nodi» all’interno del sistema, per verificare le transazioni e registrarle, in modo simile al meccanismo della blockchain che sta proprio alla base delle criptovalute. Ma nessuno controllerà «Libra», nome scelto non a caso. Facebook infatti sta cercando in tutti i modi di recuperare la fiducia degli utenti e di ripulire la sua immagine dalla serie di scandali sulla privacy e altri problemi che l’hanno gravemente danneggiata. Antonio Lucio, il responsabile del marketing del social network, non ha escluso sulla stampa americana che le spese pubblicitarie del social potrebbero raddoppiare e che la spinta per recuperare la reputazione potrebbe passare per campagne da delineare con agenzie di creativi che includeranno anche i marchi WhatsApp e Instagram.

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