Usa-Cina

La catena Costco sbarca a Shanghai e sfida gli ordini di Washington

di Matteo Muzio

La catena Costco sbarca a Shanghai e sfida gli ordini di Washington

Ha scelto il suo mezzo preferito per esprimersi. Su Twitter ha chiesto alle compagnie americane di cercare di trovare «alternative alla Cina», ivi compresa l’ipotesi zero: «riportare a casa le aziende». Una di queste però ha preferito andare controcorrente. La catena di supermercati all’ingrosso Costco, nota per lo scorso giugno aveva deciso di aprire il suo primo punto vendita nel distretto commerciale di Minhang, a Shangai. E proseguirà, come stabilito, con l’inaugurazione il 27 agosto. Questo brand è molto riconoscibile nei centri della provincia americana: grandi magazzini spogli che vendono cibo e oggetti di consumo in grandi quantità. Sia per i piccoli negozi sia per chi è disposto a pagare un abbonamento mensile. In Cina sarà di 299 yuan, pari a circa 43 euro all’anno.

Tra gli obiettivi dell’azienda c’è quello di raccogliere 100mila nuovi «abbonati». Sfida ulteriore: i brand occidentali non sono andati come sperato. Tesco ha dovuto chiudere nel 2014, mentre Metro e Carrefour venderanno la maggior parte dei loro asset a gruppi locali. Per Richard Zhang, vicepresidente di Costco con delega all’Asia, per Costco sarà diverso: «noi offriamo a basso prezzo prodotti di qualità che il consumatore non trova altrove». Solo un altro marchio americano è riuscito ad affermarsi in passato ed è Sam’s Club, di proprietà del gruppo Walmart, che è presente nel Paese da più di 20 anni. Per Zhang questo può tornare a vantaggio di Costco: «Non dobbiamo spiegare ai nostri clienti come funziona, già lo sanno. E con noi avranno una scelta in più». Ma come hanno fatto per aggirare le sanzioni sui prodotti americani: «Alcuni di questi sono stati sostituiti con altri provenienti dall’Australia» conclude Zhang. E per ora i prezzi potranno rimanere bassi. E le esortazioni di Trump rimarranno lettera morta.

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