economia digitale

Libra perde Mastercard, Visa ed eBay (e il Congresso Usa convoca Zuckerberg il 23 ottobre)

di Martina Pennisi

Libra perde Mastercard, Visa ed eBay (e il Congresso Usa convoca Zuckerberg il 23 ottobre) La sede della Libra Association a Ginevra, Svizzera (Afp)

Se qualche giorno fa, dopo l’abbandono di Paypal e quello del capo del prodotto Simon Morris, la situazione di Libra si poteva definire cautamente incerta adesso si può affermare a chiare lettere che è a rischio. Ieri, venerdì 11 ottobre, nel giro di poche ore Mastercard, Visa, eBay e Stripe hanno abbandonato la Libra Association. Bastano i primi due nomi per rendersi conto di come il tentativo di Facebook di mettere in circolazione il prossimo anno un sistema di pagamento e una criptovaluta globale collaborando con gli attori principali del mercato per ora vacilli. Il ruolo di promotore e partner alla pari del progetto, che fa gioco a Menlo Park per respingere le accuse di abuso di posizione dominante, evidentemente non convince.

Lo scorso giugno, quando è stata presentata Libra, era innanzitutto subito balzata all’occhio l’assenza degli altri colossi dell’economia digitale nel gruppo delle 28 società firmatarie dell’Associazione con sede in Svizzera, a Ginevra: Google, Amazon, Microsoft e Apple. A fine settembre, il capo dei pagamenti di Google Caesar Sengupta ha detto al Corriere di non aver intenzione di cambiare strategia: quella di Mountain View rimane «il dialogo con le banche». Dalle banche centrali, dai legislatori e dalle autorità — preoccupati che la moneta agevoli il riciclaggio di denaro e altri reati — Libra è stata accolta con scetticismo.

Il prossimo 23 ottobre Mark Zuckerberg avrà modo di dare chiarimenti alla commissione servizi finanziari della Camera americana, mentre i restanti partner dell’associazione — fra i quali Vodafone, Iliad, Spotify, Booking, Uber, ecc (e dei quali 15 hanno un legame con Facebook, come ha ricostruito Wired) — firmeranno l’avvio formale del progetto lunedì. Proprio l’audizione di Zuck sarebbe uno dei motivi delle defezioni. Gli altri sarebbero stati l’enfasi con cui Facebook ha parlato di cofondazione al lancio dell’iniziativa con aziende che, come stiamo vedendo, erano in grado di sfilarsi facilmente e le pressioni dei senatori americani.

Su Twitter, il genitore dell’intera iniziativa, David Marcus, ex presidente di PayPal e attualmente capo di Calibra, la sussidiaria di Facebook che si occupa della criptomoneta, prova a infondere ottimismo, anche perché un fallimento ucciderebbe le speranze di Menlo Park di trovare forme di monetizzazione alternative alla pubblicità: «Non è una grande notizia (l’addio di Mastercard, Visa e gli altri, ndr) a breve termine, ma in un certo senso è liberatorio. Rimanete sintonizzati perché avremo novità molto presto».

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