Petrolio in calo dopo rinvio meeting Opec a giovedì

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Petrolio in calo dopo rinvio meeting Opec+ a giovedì.

L’Opec e la Russia hanno rinviato un incontro previsto per il 6 aprile ad un periodo posdatato, poiché si è intensificata la battaglia tra Mosca e Riyadh su chi ha la responsabilità del ribasso dei sottostanti dell’oro nero .

Il rinvio dell’incontro è arrivato nonostante le pressioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e alleati, ossia l’Opec, per stabilizzare urgentemente i mercati petroliferi globali.

Un petrolio sotto quota 17 potrebbe generare “angosce” da parte dei paesi Arabi oltre gli altri. Ma 15 dollari al barile è il bivio tra una situazione intermarket disastrosa e un “respiro” e quindi “allentamento” dei ribassi anche su azionario .

Petrolio in calo dopo rinvio meeting: cosa dice la Russia ?

l’Amministratore delegato del Fondo per gli investimenti russo , Dirill Dmitriev, il quale ha definito “molto vicino” l’accordo tra Russia e Arabia Saudita. Si esprime così:

“Penso che l’intero mercato capisca che questo accordo sia fondamentale e porterà molta stabilità” .Il presidente russo Putin ha parlato dell’importanza di questo accordo petrolifero, quindi la Russia è impegnata su questo fronte”

Cosa dicono gli USA ?

Arrivare ad un taglio lineare della produzione petrolifera è sempre più difficile. La condizione di libero mercato in cui operano i produttori importanti rende più difficile “trovare una quadra”,  secondo le parole di Larry Kudlow (consigliere economico della Casa Bianca)

Qual’è l’obiettivo ?

Riduzione di almeno 2 milioni di barili con varie tematiche importanti sul “piatto”:

1-vietare l’export di greggio, come accadeva in passato;

2-sospendere la produzione di greggio nel Golfo del Messico, ufficialmente per motivi di tutela dei lavoratori,;

3-vietare l’autorizzazione a produzioni che si rivelerebbero “inefficienti” agli attuali prezzi del greggio.

Conclusioni

L’ America non ha ancora preso l’impegno di unirsi allo sforzo. Il presidente russo Vladimir Putin il 3 aprile ha dato la colpa del crollo dei prezzi all’Arabia Saudita. A Putin ha risposto il 4 aprile il ministro dell’Energia saudita Principe Abdulaziz bin Salman con un comunicato:

«Il ministro russo dell’Energia è stato il primo a dichiarare ai media che tutti i Paesi partecipanti sono stati sciolti dai loro impegni a partire dal primo aprile, portando alla decisione che i Paesi hanno preso di aumentare la loro produzione»

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