Autostrade, revoca concessione: Governo accetterà la proposta Atlantia?

ATLANTIA

Nelle ore in cui a Genova si celebrava il nuovo ponte sul Polcevera, il board Atlantia comunicava a mercato chiuso la sua “offerta” al Governo per porre fine alla diatriba sulle concessioni autostradali. Di che si tratta? In parole semplici Autostrade per l’Italia (Aspi) ha formalizzato al Ministero delle Infrastrutture (Mit) la proposta per restare “la” concessionaria nazionale per le autostrade. La domanda che mercato, Borsa e piccoli investitori si fanno è se Autostrade, revoca concessione: Governo accetterà la proposta Atlantia? Vediamo di che si tratta.

L’offerta fatta per chiudere il contenzioso in atto

Manco a farlo apposta, tutto era iniziato col crollo del ponte Morandi nell’agosto 2018. Ne seguì infatti un contenzioso tra cda e Governo (che imputa ad Aspi il c.d. “inadempimento del concessionario”) che da allora si trascina tra proclami, tribunali e tentavi di mediazione, finora tutto fallito. L’ennesimo tentativo è avvenuto appunto l’altro ieri sera, quando Atlantia (la controllante) ha provato a chiudere il contenzioso col governo. Nella proposta formulata al Mit, per complessivi 2,9 miliardi di euro, gli impegni sono così suddivisi:

  • €1,5 mld destinati (d’intesa col Mit) a iniziative di riduzioni delle tariffe autostradali e contributi allo sviluppo infrastrutturale (autostradali) del Paese.
  • Ribadito l’impegno (a carico della società) a sostenere i costi complessivi (stimati in €600 milioni) per la realizzazione del nuovo ponte sul Polcevera.
  • Disponibilità a coprire eventuali extra-costi legati alla ricostruzione, fino a un tetto di centomila euro.
  • Incremento di €700 milioni della cifra prevista per le manutenzioni del periodo 2019-2023, rispetto alle previsioni PEF presentate a giugno 2018.

La “contropartita” chiesta da Atlantia

Do ut des, dicevano i latini: do ma in cambio chiedo. Cosa chiede la famiglia Benetton in merito ad Autostrade, revoca concessione, Governo accetterà la proposta Atlantia? Quest’ultima ha infatti specificato che l’impegno offerto è legato al raggiungimento di una soluzione concordata e definitiva della procedura di risoluzione del contratto. Nonché la necessaria sostenibilità economica e finanziaria del piano di investimenti. Nelle ultime settimane si era paventata anche una soluzione che passasse per una discesa di Atlantia sotto il 50% di Aspi in favore di Cdp e F2i. Sta di fatto che la diatriba non è affatto chiusa.

Intanto il cda di Aspi continua a ritenere non probabile il rischio di esercizio della revoca della concessione. Anzi è ancora molto fiduciosa sul buon esito della disputa tra lei, Mit e Governo e metta la pietra tombale sulla procedura di contestazione all’indomani del 14 agosto 2018. Ovvero dal crollo il ponte MorandI.

I numeri del bilancio 2019

Intanto la società  si proietta a chiudere un bilancio 2019 con un utile annuale di soli €136 milioni rispetto ai €775 del 2018. Una variazione del –82%, da brividi. Il mol (margine operativo lordo) 2019 è stato pari a €5,727 mld, in aumento di quasi due miliardi di € sull’anno prima. A cosa è dovuto tale buon risultato? Molto è legato all’ottimo contributo di Abertis (circa €3,2 mld), il quale comunque è stato zavorrato dai maggiori accantonamenti di Aspi. Salgono poi i ricavi operativi, che per l’esercizio appena chiuso ammontano a €11,630 mld (+4,714 sul 2018). Essi tengono conto dell’apporto stavolta annuale di Abertis, rispetto ai soli 2 mesi come era avvenuto nell’esercizio 2018.

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