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Borsa: Piazza Affari debole, Finecobank in evidenza dopo i conti

11 maggio 2020 | 18.18
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Avvio di settimana all’insegna della debolezza per le borse europee, alle prese con il nuovo incremento dei contagi in alcuni Paesi e con le conseguenze economiche del lockdown. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’indice che misura l’andamento della produzione industriale nel mese di marzo ha fatto segnare i valori peggiori da quando, nel 1990, l’istituto di statistica ha avviato questo tipo di rilevazione.

Secondo le rilevazioni dell’Istat, l’indice della produzione industriale a marzo ha segnato un -28,4% rispetto a febbraio ed un -29,3% nel confronto tendenziale. “Con l’economia in lockdown per l’intero mese –ha commentato Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING – i dati relativi aprile saranno probabilmente peggiori”. A questo punto diventa cruciale provare ad immaginare la velocità con cui la situazione tenderà verso la normalità: “riteniamo –stima Pizzoli - che non assisteremo ad una ripresa a V (particolarmente rapida, ndr)”.

Dopo che Moody’s ha fatto sapere di aver rinviato il verdetto sul rating italiano, lo spread con i titoli tedeschi ha terminato in rialzo di circa 3 punti percentuali a 243,1 punti base. A Piazza Affari, dove il Ftse Mib si è fermato a 17.381,36 punti (-0,33%), spiccano gli acquisti sui titoli del comparto farmaceutico come Recordati (+6,28%) e Diasorin (+4,03%).

Giornata particolarmente positiva anche per Finecobank (+3,22%) dopo la presentazione dei conti trimestrali e la quasi-conferma della distribuzione del dividendo (per una decisione definitiva sarà necessario attendere ottobre). I primi tre mesi dell’esercizio si sono chiusi con un margine di intermediazione a 200,1 milioni (+26,8% a/a) e un utile netto di 91,4 milioni (+46,8% annuo).

Tra i bancari, i numeri presentati venerdì hanno continuato a sostenere Banco BPM (+1,08%) mentre l’accoppiata formata da Intesa Sanpaolo e UniCredit ha terminato la seduta con un -0,33% e con un +0,53%.

Nel comparto energetico, perfetta parità per Eni che oggi ha collocato due nuove emissioni obbligazionarie a tasso fisso a 6 e 11 anni. A fronte di un nominale complessivo di 2 miliardi di euro, le richieste hanno superato i 9 miliardi. Contrazione di oltre 3 punti percentuali per il Brent a 29,9 dollari il barile nonostante oggi ministero dell'Energia saudita abbia annunciato una riduzione della produzione di un milione di barili al giorno a partire dal mese di giugno. (in collaborazione con money.it)

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