Economia

Le Borse chiudono poco mosse tra preoccupazioni per i contagi e speranze sul vaccino. Oro superstar

Andamento incerto in Europa, la Borsa americana in positivo. Tokyo chiude a -0,7%. Rimbalza il commercio tedesco ma sale la disoccupazione. Pmi manifatturieri in recupero. Il lingotto si conferma a 1.800 dollari. Hong Kong agita i rapporti Usa-Cina

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MILANO - Le Borse europee riescono a chiudere in linea di galleggiamento all'avvio del terzo trimestre dell'anno, dopo che il periodo aprile-giugno è andato in cantiere con un recupero azionario che mancava da undici anni: una risalita che ha consentito, ad esempio, allo S&P500 di Wall Street di balzare del 20% (addirittura miglior performance dal 1998). Restano ampi capitoli di incertezza: in primis, la situazione sanitaria e la forza della ripresa economica con il record di contagi Usa: 46 mila in 24 ore. Tornano però ad agitarsi anche le ombre geopolitiche, dopo che Trump si è detto "sempre più arrabbiato" con la Cina che ha approvato la legge che stringe su Hong Kong. Non a caso, l'oro-bene rifugio rimane centrale nel radar degli investitori: il future del lingotto ad agosto è volato sopra quota 1.800 dollari l'oncia e anche il metallo spot ci si avvicina.

Molti predicano cautela, ma intanto probabilmente acquistano. "Ci sembra che gran parte delle 'buone notizie' sia prezzata dal mercato", ha detto Jim McDonald di Northern Trust alla tv di Bloomberg facendo capire che alle attuali valutazioni fanno da sottostante le più rosee aspettative. In queste circostanze, che indicano cioè una ripresa a V (rapida, dopo il crollo per la pandemia) è alto il rischio di incassare qua e là qualche delusione.

L'umore degli investitori europei migliora leggermente nel corso del pomeriggio, grazie all'apertura positiva di Wall Street confidando nel buon esito di una serie di test sui vaccini anti-Covid. Francoforte, la peggiore, ha terminato la sessione in calo dello 49%. Londra ha ceduto lo 0,15%, Parigi lo 0,18% e Milano lo 0,23%.

Wall Street si muove in positivo nel giorno in cui la Fed pubblica i verbali dell'ultima riunione di politica monetaria. Alla chiusura degli scambi europei, il Dow è invariato mentre lo S&P500 sale dello 0,4% e il Nasdaq dello 0,7%. In mattinata, le Borse asiatiche si sono mosse in ordine sparso, a seconda dei dati provenienti dalle rispettive economie: debole Tokyo che ha perso lo 0,75%, in rialzo Shanghai dell'1,38%, chiusa Hong Kong.

Chiusura in calo per lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi. Il differenziale ha terminato la sessione a 173 punti dai 177 dell'apertura. Il rendimento dei Buoni italiani si attesta all'1,339%. L'euro chiude in rialzo sopra 1,12 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1268 dollari e 121 yen. Dollaro/yen arretra a 107,45.

Ricco il menu dal fronte macroeconomico. Negli Stati Uniti a giugno si è registrato un aumento di 2,3 milioni di posti di lavoro nel settore privato Usa, al di sotto dell'atteso incremento di 3 milioni di posti. Nel dettaglio, secondo il rapporto mensile dell'Automatic Data Processing (Adp), a giugno l'economia Usa ha creato 2,369 milioni posti di lavoro. Il dato di giugno rappresenta un'inversione di tendenza rispetto ai 2,7 milioni di posti persi a maggio e soprattutto rispetto ai 20 milioni di posti di lavoro 'bruciati' ad aprile, quando, secondo gli analisti, la perdita di posti di lavoro negli Usa probabilmente ha raggiunto il picco, poichè molti Stati hanno iniziato la riapertura graduale delle imprese. La fiducia delle imprese manifatturiere giapponesi scende al livello più basso dal 2009 mentre il coronavirus mina la domanda globale e la produzione: l'indagine Tankan di giugno su circa 10.000 società, diffusa dalla Banca centrale giapponese, pone l'indice a -34, il livello più basso dalla grande crisi finanziaria del 2009, a fronte di -31 atteso dal mercato e da -8 registrato a maggio quando è emerso il primo dato negativo da 7 anni. L'indice Caixin, che misura l'attività manifatturiera in Cina, avanza a giugno a 51,2 punti, al top da sei mesi, sopra la soglia psicologica che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione dell'economia (50 punti).

Anche l'Europa è interessata oggi dai Pmi manifatturieri: l'indicatore dell'Eurozona è salito a 47,4 a giugno dal 39,4 di maggio, restando poco sotto la soglia di espansione. Per il manifatturiero italiano il Pmi è salito a 47,5 a giugno dal 45,4 di maggio. In Germania, intanto, si rianima il commercio: le vendite al dettaglio tedesche rimbalzano a maggio, grazie alle riaperture: avanzano del 13,9% mensile, contro il calo del 5,3% di aprile e a fronte di un atteso +3,9%. Su base annuale le vendite crescono del 3,8%, dopo il -6,5% di aprile e a fronte di un atteso -3,5%. Sale invece il tasso di disoccupazione, che si assesta al 6,4% a giugno con 69 mila persone in più senza lavoro.

Il petrolio in rialzo a New York, dove le quotazioni salgono dello 0,92% a 39,63 dollari al barile. Come detto, continua la marcia del prezzo dell'oro che si mantiene vicino a un picco di otto anni. I future hanno superato ieri i 1.800 dollari per la prima volta dal 2011 mentre il prezzo a pronti ha segnato un nuovo massimo a 1.789 Dollari l'oncia (siamo ora a 1787,61). Il differenziale con il prezzo spot si è allargato a quasi 20 dollari, notano gli analisti di Mps capital services, "il massimo da aprile, a segnalare come il movimento sia guidato più da domanda finanziaria che reale".