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Deutsche Bank multata 150 milioni di dollari per i favori a Jeffrey Epstein

Secondo gli inquirenti la storia criminale del finanziere accusato di abusi sessuali era nota, ma la banca ha chiuso un occhio sui controlli di transazioni per milioni di dollari

di Riccardo Barlaam

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3' di lettura

Pagamenti ai presunti complici. Bonifici a modelle russe. Prelievo in contanti da 100mila dollari per «mance e spese di casa». Quando Jeffrey Epstein chiedeva di effettuare operazioni finanziarie, la filiale americana di Deutsche Bank, il più grande istituto bancario tedesco, non faceva molte domande né effettuava i controlli necessari su transazioni giudicate «sospette» e «ad alto rischio» per un cliente di cui erano noti i trascorsi legati a crimini sessuali. In un accordo giudiziale appena annunciato, la banca tedesca ha accettato di pagare una multa di 150 milioni di dollari al New York Department of Financial Services (Dfs) per chiudere l’inchiesta aperta nel 2019 sui rapporti bancari con il finanziere.

Il New York State Department of Financial Services ha spiegato che la banca tedesca è stata multata perché «non ha controllato in modo appropriato le attività bancarie condotte in nome» di Epstein dal 2013 al 2018. A causa della mancata supervisione, «la banca ha approvato centinaia di transazioni per milioni di dollari che avrebbero dovuto portare a un controllo aggiuntivo, alla luce della storia di Epstein». Tra le transazioni, alcune riguardano pagamenti a persone accusate di coinvolgimento negli illeciti di Epstein. Sotto la lente sono finiti anche i rapporti di Epstein in cui ha fatto da tramite Deutsche Bank con le banche corrispondenti Danske Bank Estonia e Fbme Bank.

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Epstein, arrestato nel maggio 2019 con l’accusa di sfruttamento di minorenni e abusi sessuali, si è suicidato impiccandosi nell’agosto scorso nella cella dove era recluso a New York. Il finanziere era amico dei presidenti Donald Trump e Bill Clinton così come del principe Andrea d’Inghilterra, finito anch’egli nel turbine dell’inchiesta per gli abusi sessuali sulle minorenni. La sua ex compagna Ghislaine Maxwell, accusata di aver gestito per anni l’agenda degli appuntamenti con le minorenni, è stata arrestata pochi giorni fa in New Hampshire. Rischia fino a 30 anni di prigione: molti temono che possa raccontare le sue verità, verità che potrebbero essere imbarazzanti per molti “potenti”.

Epstein nel 2008 era stato condannato in Florida per sfruttamento della prostituzione su ragazze minorenni. «Il comportamento criminale e gli abusi sessuali del signor Epstein erano noti da anni, ma le grandi istituzioni bancarie hanno continuato a ignorare la sua storia e hanno prestato la loro credibilità e i loro servizi in cambio dei guadagni finanziari», ha scritto il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo in una nota.

Gli inquirenti hanno stabilito che Deutsche Bank non è riuscita a monitorare correttamente le transazioni di Epstein nonostante le «ampie» informazioni pubblicamente disponibili sulla sua condotta sessuale. Ciò ha portato la banca a effettuare senza controlli centinaia di transazioni per Epstein che avrebbero dovuto spingere maggiore cautela, compresi i pagamenti alle vittime, i presunti complici e gli studi legali che rappresentano Epstein e i suoi complici. Nei rapporti con Danske Estonia, coinvolta nel 2018 in uno scandalo legato al riciclaggio di denaro dalla Russia da 150 miliardi, e Fbme Bank, gli inquirenti hanno affermato che Deutsche Bank non è riuscita a monitorare adeguatamente le banche corrispondenti e le società di compensazione del cambio con il dollaro.
L'amministratore delegato di DB Christian Sewing in una nota interna ha scritto che è stato un errore accettare Epstein come cliente nel 2013. La banca ha anche riconosciuto carenze nei controlli su Danske Estonia e Fbme. «Dobbiamo tutti contribuire a garantire che questo genere di cose non si verifichi più».

In tarda serata Deutsche Bank ha diffuso il seguente comunicato: «Riconosciamo il nostro errore nell’accettare Epstein come cliente nel 2013 e le debolezze dei nostri processi, abbiamo imparato dai nostri errori e dalle nostre carenze. Immediatamente dopo l'arresto di Epstein, abbiamo contattato le forze dell'ordine e offerto la nostra completa assistenza nelle indagini. Siamo stati completamente trasparenti e abbiamo affrontato queste questioni con il nostro regolatore, adeguato la nostra tolleranza al rischio e affrontato sistematicamente i problemi. Abbiamo investito circa 1 miliardo di dollari in formazione, controlli e processi operativi e abbiamo allargato il nostro team contro i crimini finanziari a oltre 1.500 persone. La nostra reputazione è la nostra risorsa più preziosa e ci rammarichiamo profondamente per i nostri rapporti con Epstein».

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