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Blocco dei rincari Vodafone, la novità che rivoluziona i rapporti con i consumatori

Stop per sei mesi (o forse più) ai cambi contrattuali dopo aver sottoscritto un'offerta. A questo si è impegnata Vodafone, con Agcom. La proposta, che Agcom sta valutando, serve a evitare le sanzioni per la storia delle sim silenti, ma ha una portata ben più ampia. È la prima volta che un operatore fa una moratoria sui rincari, che ad oggi possono colpire i clienti in qualsiasi momento. Potrebbe fare da apripista a stesse mosse da parte di altri operatori 

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Dopo aver sottoscritto un’offerta Vodafone potremo stare tranquilli per almeno sei mesi: niente rincari. Parola della stessa Vodafone. È la prima volta che un operatore si impegna in tal senso, con l’Autorità garante delle comunicazioni, e la novità – dirompente in un mercato caratterizzato da rincari a raffica sui contratti già attivi – potrebbe coinvolgere in futuro anche altri operatori. A questo mira l’Autorità e sarebbe un risultato straordinario.

Intanto, questo primo risultato con Vodafone. Per la precisione, l’operatore ha presentato ad Agcom una proposta di impegni validi per evitare sanzioni relative alla brutta storia delle sim silenti.

Per 30 giorni la proposta è in consultazione pubblica, dopodiché Agcom potrà accoglierla così com’è o proporre una maggiorazione degli impegni (ad esempio dodici mesi invece di sei). L'accettazione concordata degli impegni blocca il procedimento sanzionatorio. In ogni caso il principio del blocco rincari sembra ormai assodato (“rimodulazioni” è il termine tecnico).

Non solo. Nella lista di impegni si legge anche che Vodafone, in caso di rimodulazioni (dopo i sei mesi), darà “al cliente una facoltà ulteriore rispetto al recesso contrattuale previsto ex lege, ovverosia ulteriori facoltà quali, ad esempio, nel caso di una modifica contrattuale che riguardi un servizio/opzione aggiuntiva rispetto all’offerta base, quella di consentire al cliente di esercitare il recesso solo dalla singola opzione/servizio e non dall’intero contratto”.
Una volta accettati gli impegni, Vodafone adotterà queste misure a partire dalla prima modifica contrattuale.

Dovrà insomma avvisare gli utenti di queste novità e cambiare i contratti di conseguenza. In modo positivo, per una volta.

Tra gli altri impegni si legge: “condivisione con questa spettabile Autorità delle modifiche contrattuali che verranno effettuate nei confronti della clientela Vodafone, mediante informativa ad hoc in procinto d’invio delle comunicazioni alla clientela. Tale misura di impegno consisterà nel tenere informata preventivamente l’Autorità - contestualmente o, laddove possibile anche con qualche giorno di anticipo rispetto all’invio delle comunicazioni ai clienti – delle modifiche contrattuali che Vodafone intende effettuare”. “Verrà infine costituita una Unità di vigilanza, la cui composizione viene proposta in un membro indicato da questa spettabile Autorità, un membro da Vodafone ed un membro scelto da AGCom tra professori universitari o società di consulenza indipendenti”.

È probabile che questa mossa abbia un impatto economico superiore alla possibile sanzione che Vodafone rischiava per la storiaccia delle sim silenti. Certo quindi è il segno di un nuovo corso – di trasparenza e correttezza – che l’operatore vuole inaugurare nei confronti dei propri clienti e del mercato. Una novità positiva, che si spera contagi anche i concorrenti. Una tariffa che rincara dopo poche settimane è in effetti percepibile dagli utenti come un possibile inganno – perlomeno è una lacuna di trasparenza sui veri costi a cui si va incontro. Agcom ha cercato infatti di limitare questa pratica, anche con il supporto del Consiglio di Stato, vietando le modifiche contrattuali che aggiungevano nuovi servizi o mutavano la natura dell’offerta (per esempio da prepagata a consumo a tariffa con canone fisso).

La nuova stagione di trasparenza segnerebbe una svolta anche alla luce dei numerosi tentativi “sotto banco” che quasi tutti gli operatori hanno adottato negli ultimi anni per fare quadrare i conti, da tempo minacciati dalla guerra dei prezzi da loro stessa intrapresa. Pensiamo alle tariffe 28 giorni, all’obbligo di modem proprietario e carissimo, alle ricariche low cost con beffa (paghi 10, hai 9 euro di credito). Tutte pratiche sanzionate dalle autorità e poi dismesse (a volte a fatica) dagli operatori.
Fino ad arrivare alla pratica delle sim silenti, appunto, dove l’utente Vodafone subiva un costo fisso per sim dati inutilizzate e fino ad allora con pagamento solo a consumo.