“La diluizione non significa disimpegno: a volte è la condizione perché l'impresa possa svilupparsi". Lo dice a Le Figaro il presidente del neonato gruppo Stellantis, di cui Exor ha una quota azionaria inferiore a quella che aveva in Fca (ma pur sempre rilevantissima). In Italia ne è nata qualche preoccupazione, perché la natura più globale e meno nazionale potrebbe far  temere (in teoria) una minore attenzione per il nostro Paese, ma Elkann esclude questa eventualità. E difende le virtù del capitalismo familiare: "Nell’ultimo decennio, dalla crisi finanziaria del 2008 a quella sanitaria del 2020, i gruppi automobilistici controllati da famiglie o dai loro fondatori hanno generato rendimenti due volte migliori degli altri (più 280% rispetto a più 120%), escludendo dal campione i casi particolari di Tesla nel settore della tecnologia e di Ferrari, nel settore del lusso. Dunque, le famiglie assicurano una performance migliore". Il presidente e amministratore delegato di Exor sottolinea: "Noi abbiamo investito in Fiat, nei suoi prodotti e nelle fabbriche. Abbiamo creato l'intera filiera che ha permesso di lanciare la Fiat 500 elettrica. Abbiamo fatto di Jeep un successo mondiale. E abbiamo lanciato dei prodotti estremamente performanti, a marchio Alfa Romeo, come Giulia e Stelvio. In piena pandemia, abbiamo proposto la prima Maserati il cui motore è derivato dalla nostra esperienza in Formula 1".

E la storia non finisce con Stellantis: "Questo non è un punto di arrivo – dice Elkann -, piuttosto un punto di partenza. Possiamo affrontare con entusiasmo il prossimo decennio, durante il quale il mondo dell'auto conoscerà trasformazioni profonde pari forse a quelle che ci sono state alla fine del XIX secolo, con l'invenzione del motore e dell'automobile stessa.  Fiat ha 120 anni, e la storia di Peugeot è ancora più antica. Le nostre due famiglie sono portatrici di un'eredità fatta di evoluzione e hanno dimostrato di sapere innovare e adattarsi".

Quanto ai suoi rapporti con Carlos Tavares, che di Stellantis è amministratore delegato, John Elkann dice: "Il carattere forte è parte delle chiavi del successo. Come già in passato, sarò un presidente che ha la grande fortuna di poter lavorare a fianco di un dirigente molto competente e con il quale condivido la stessa ambizione, la stessa visione e lo spirito da pionieri. Ne abbiamo bisogno per scrivere un nuovo capitolo della storia dell'automobile che si annuncia appassionante".

Non manca una battuta sul giornalismo: "Credo nel giornalismo scritto, un universo in piena trasformazione. Gedi è un gruppo che possiede marchi forti come La Repubblica e La Stampa, detiene il 20% del mercato tradizionale e due terzi del mercato digitale dell'informazione ed è ben posizionato nel fenomeno di rafforzamento che interessa i mercati locali. Continueremo a investire nello sviluppo di questo modello multi-piattaforma". 

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