i conti di ca’ de sass

Intesa prepara la doppia cedola: 694 milioni subito, il resto in autunno

Dopo i dividendi ordinari l’ipotesi di una extra cedola nel quarto trimestre compreso un acconto sul 2021

di Redazione Finanza

(ANSA)

3' di lettura

Si chiude con 3,08 miliardi di utile il bilancio 2020 di Intesa Sanpaolo, una tornata molto articolata vista l’integrazione di Ubi effettuata nell’ultima parte dell’anno. E’ così che nel quarto trimestre l l’ultima riga del bilancio vede un rosso di 3,01 miliardi, di cui 902 attribuibili al gruppo senza Ubi, che ha contabilizzato rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) per 912 milioni, dovute all'azzeramento dell'avviamento della Divisione Banca dei Territori, anche connesso all'aumento del valore contabile della Divisione conseguente all'integrazione di Ubi Banca.

Novità per gli azionisti: in arrivo una doppia cedola

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La novità principale annunciata oggi consiste nei piani di doppia cedola per il 2021.

Considerati i tetti imposti dalla Bce, dopo l'azzeramento del 2019 sul bilancio del 2020, verrà proposto in assemblea ad aprile un primo dividendo cash da 694 milioni, quindi dopo il 30 settembre 2021, termine della raccomandazione Bce sui dividendi, la banca prevede di approvare, in caso di ok della Vigilanza, «a valere sui risultati del 2020», una seconda distribuzione cash da riserve, «possibilmente entro la fine del 2021». Sommata ai 694 milioni che pagherà in maggio, punta a portare «al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% dei 3,5 miliardi di utile netto rettificato» 2020.

L'istituto, inoltre, vuole effettuare, «a valere sui risultati del 2021, il pagamento di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell'utile netto, da distribuire in parte come acconto nell'anno in corso». Dunque se tutto va come deve andare, nel quarto trimestre 2021 i soci di Intesa riceveranno una seconda cedola cash composta dal saldo 2020 e dall’acconto 2021.

«La remunerazione dei nostri azionisti resta una priorità», afferma il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina «In un contesto di straordinaria complessità, nel 2020 - prosegue il ceo - superando il nostro obiettivo, abbiamo conseguito un utile netto pari a 3,1 miliardi, escludendo l'impatto contabile della combinazione con Ubi Banca, l'impairment dell'avviamento della Banca dei Territori e il contributo di 5 mesi delle attività di Ubi Banca».

L’integrazione con Ubi

Messina ha poi sottolineato che Intesa, «per conseguire, nei prossimi anni, nuovi importanti traguardi» ha «allocato oltre 6 miliardi di euro dell'utile pare-tasse del 2020 all'ulteriore rafforzamento della sostenibilità dei nostri risultati destinando: 2,2 miliardi ad accantonamenti per futuri impatti della pandemia, 2,1 miliardi per accantonamenti addizionali su crediti deteriorati e in bonis di Ubi Banca e 2 miliardi ai costi di integrazione».

Che siano i conti o i clienti, entro la fine di aprile il gruppo Ubi sarà definitivamente integrato in Intesa Sanpaolo. E così il gruppo guidato da Carlo Messina già guarda alla fine del 2021, quando le sinergie inizieranno a dare i primi frutti: per l’anno in corso, il banchiere stima utili di gruppo a 3,5 miliardi.

La pulizia degli attivi

Intanto la banca prosegue nel percorso di progressiva pulizia degli attivi e anticipa gli obiettivi previsti. «Nell'ultimo trimestre dello scorso anno abbiamo ulteriormente accelerato la riduzione dello stock di crediti deteriorati», che «nell'intero 2020 è stata pari a 10,8 miliardi. Grazie a ciò abbiamo superato con un anno di anticipo l'obiettivo di riduzione di crediti deteriorati previsto dal Piano d'Impresa 2018-2021 e abbiamo raggiunto i più bassi livelli di Npl ratio dal 2007 con un Npl ratio lordo del 3,7% (includendo Ubi Banca e applicando la definizione Eba) e un Npl ratio netto del 2,3%», ha detto Messina, commentando i conti 2020 dell'istituto.

Commissioni in ripresa, costi in calo: accelera il settore assicurativo

Sotto il profilo dell’andamento gestionale, nel 2020 la banca ha fatto segnare il miglior risultato di sempre nel settore assicurativo, con i ricavi dal ramo danni non motor in crescita a 500 milioni, mentre le commissioni hanno mostrato «una significativa ripresa nel secondo semestre e in particolare nell'ultimo trimestre del 2020». Il margine di interesse «è tornato a crescere annualmente dopo 5 anni consecutivi di calo», aggiunge Messina. I costi nel 2020 segnano una riduzione del 3%. L'efficienza operativa continua a segnare performance positive, con un cost/income del 52%.

Piazza Affari ha accolto positivamente i conti, con il titolo Intesa Sanpaolo che ha toccato un balzo del 4%.

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