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Norilsk sceglie la Borsa per i prodotti-replica agganciati a rame e nickel

Oltre ai due Etc sui metalli non ferrosi, per cui Milano farà da apripista, ne vengono proposti altri quattro, su oro, argento, platino e palladio

di Sissi Bellomo

(Reuters)

3' di lettura

Norilsk, prima mineraria a sbarcare nel mondo dell’asset management, sceglie Piazza Affari come palcoscenico per il debutto di due nuovi prodotti finanziari che replicano il prezzo del rame e del nickel: metalli “verdi”, utili alla decarbonizzazione, per i quali si prevede un forte aumento della domanda.

La quotazione avverrà domani, secondo i piani anticipati a Il Sole 24 Ore, e riguarda in realtà sei Etc (Exchange traded commodities). E anche questa è una prima assoluta per Borsa italiana, dove nessun emittente aveva mai programmato il lancio in contemporanea di una gamma di prodotti così ampia.

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Oltre ai due Etc sui metalli non ferrosi, per cui Milano farà da apripista, ne vengono proposti altri quattro, su oro, argento, platino e palladio – già negoziati dallo scorso gennaio a Londra e a Francoforte – tutti con le medesime, innovative caratteristiche che li rendono unici in un settore ormai piuttosto affollato.

Come per le criptovalute, si usa la blockchain

I prodotti targati Norilsk – che hanno come sottostante metallo fisico, custodito nel caso di rame e nickel in magazzini ufficiali del London Metal Exchange a Rotterdam – sfruttano la tecnologia blockchain, la stessa delle criptovalute, in modo da garantire un ulteriore livello di sicurezza in relazione alla provenienza e alle caratteristiche del metallo stesso, con un’attenzione particolare ai criteri Esg (Ambiente, società e governance), ormai immancabili nei portafogli di molti clienti.

«Stiamo facendo una rivoluzione, anche se detto da un russo può far sorridere», scherza Alexander Stoyanov, ceo del Global Palladium Fund (Gpf), la società emittente, con sedi in Svizzera e negli Usa, che Norilsk Nickel (nota anche come Nornickel) aveva costituito fin dal 2016, anche se con intenti diversi.

Prima il palladio, poi il cambio di filosofia

Il fondo, come si intuisce dal nome, all’inizio gestiva scorte di palladio – metallo usato nelle marmitte catalitiche, di cui la mineraria è il maggior produttore mondiale con una quota superiore al 40% – e ufficialmente serviva per assicurare forniture all’industria e temperare la volatilità dei prezzi. In pratica era un ottimo strumento per rafforzare il controllo di Norilsk sul mercato, perché permetteva di “dosare” l’offerta attraverso l’accumulo o viceversa il rilascio di scorte (l’ultimo è avvenuto nel 2020, durante la pandemia). Qualcosa di simile a quello che fa l’Opec col petrolio.

«In effetti c’è stato un cambio di filosofia – conferma Stoyanov – Nel 2016 compravamo metallo per sottrarlo alla speculazione, in modo da tenerlo a disposizione degli utenti industriali e ridurre la volatilità. Ma il mondo sta cambiando e abbiamo deciso che il Gpf doveva cambiare con il mondo». «Oggi – prosegue il ceo – vogliamo anche offrire l’opportunità di investire in metalli che saranno essenziali nella transizione verso un’economia a zero emissioni».

L’attenzione per i clienti industriali rimane: dallo scorso dicembre, attraverso il Gpf, Norilsk ha iniziato a sperimentare anche la tokenizzazione di contratti di fornitura, con Umicore, Traxys e altri. «Possono essere utili alle imprese per fare hedging a costi ridotti rispetto alle tradizionali operazioni finanziarie con derivati», fa notare Stoyanov.

Qualche ombra e la questione ambientale

Sull’iniziativa degli Etc non manca qualche critica. Norilsk «si è assicurata un comodo sistema per finanziare le sue scorte di metalli», suggerisce John Meyer, analista di SP Angel. La mineraria è in effetti il maggior produttore globale anche di nickel (oltre che di palladio) ed estrae rilevanti quantità di rame.

I due metalli sono oggi al centro dell’attenzione degli investitori perché si prevede un enorme sviluppo della domanda con la decarbonizzazione. Il rame, indispensabile per l’elettrificazione, è addirittura raddoppiato di prezzo nell’ultimo anno, volando al record storico sopra 10mila dollari per tonnellata, mentre il nickel – che entra nella composizione della maggior parte delle batterie – si è spinto ai massimi da sette anni a febbraio raggiungendo quota 19.700 dollari per tonnellata e dopo una fase di forte volatilità oggi scambia intorno a 18.200 dollari.

Sotto il profilo ambientale il pedigree di Norilsk non è dei migliori. Solo l’anno scorso uno sversamento di residui inquinanti in due fiumi della Siberia le è costato una multa record di 2,1 miliardi di dollari in Russia e una reprimenda pubblica da parte del presidente Vladimir Putin. La mineraria è comunque impegnata a ridurre l'impatto delle sue operazioni, anche in termini di emissioni. E per gli Etc accantonerà esclusivamente metalli estratti in modo sostenibile, certificati secondo i criteri dell’Agenda 2030 dell’Onu e altre iniziative globali.

«Non possiamo ancora parlare di metalli green, perché non sono a zero emissioni – afferma Stoyanov – Ma la nostra produzione è molto più low carbon rispetto a quella di altri».

Gli Etc, emessi dal Global Palladium Fund e distribuiti da NTree, battono gran parte della concorrenza anche sul fronte dei costi: le commissioni sono tra le più basse sul mercato europeo, con un Ter compreso tra 0,145% e 0,20%. I prodotti, che rispecchiano le quotazioni spot dei metalli, sono comunque piuttosto costosi e dunque rivolti principalmente a investitori istituzionali.

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