LA STORIA

Prysmian e la battaglia contro l’assalto asiatico ai cavi ottici europei

di Marco Sabella

Prysmian e la battaglia contro l'assalto asiatico ai cavi ottici europei

L’innovazione costa e il diritto a sfruttare in esclusiva i frutti della ricerca, garantito dai brevetti, deve essere tutelato in ogni sede. È questa la posizione di Prysmian, la multinazionale italiana leader mondiale dei cavi e sistemi per la trasmissione, con oltre 11 miliardi di ricavi e 106 stabilimenti nel mondo, di cui 7 in Italia. La società, che ha da poco investito circa 50 milioni nei laboratori di ricerca e sviluppo, ha il suo quartier generale a Milano, dove il gruppo guidato dall’ad Valerio Battista è quotato in Borsa. L’azienda ha triplicato la sua dimensione negli ultimi 10 anni soprattutto grazie ad operazioni di acquisizione di concorrenti ed operatori del settore.

Prysmian è di fatto l’unico produttore europeo di fibra ottica. Gli altri produttori sono asiatici e le imprese cinesi rappresentano più del 50% del mercato mondiale. La sfida oggi è quella della ricerca di soluzioni in grado di contenere il maggior numero di cavi in uno spazio miniaturizzato e su quest’area convergono prevalentemente gli investimenti del gruppo italiano, con l’obiettivo di assicurare alti livelli di flessibilità e resistenza senza perdere la qualità del segnale. Nel 2020 Prysmian ha sviluppato una gamma di minicavi soffiati. La nuova tecnologia permette una riduzione del volume di plastica di circa il 50% e limita i costi di trasporto, stoccaggio e imballaggio.

In questo scenario tecnologico si sviluppa la competizione. Negli ultimi 10 anni la Cina ha sostenuto i propri produttori con i sussidi e ha protetto il mercato interno imponendo onerosi dazi sulle fibre d’importazione. Contemporaneamente, grazie a politiche di dumping — vendita sottocosto — dal 2017 l’Europa è stato inondata di fibra asiatica. Prysmian ha avviato diversi procedimenti giudiziali per violazione di brevetti in diversi Paesi contro società cinesi e asiatiche nel campo dei cavi in fibra per telecomunicazioni. E ha intrapreso di recente, attraverso l’associazione Ue dei produttori di cavi ottici, una procedura antidumping presso le Autorità regolatorie dell’Unione. Le decisioni verranno comunicate in settembre e messe in atto entro novembre 2021.

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