Cosa accadrà sui mercati internazionali e a Piazza Affari a settembre?

piazza affari

Il mese di settembre si apre all’insegna dell’ottimismo a Piazza Affari. Ma è un ottimismo che, seppur cauto, accomuna il mercato italiano con il resto dei listini internazionali. Infatti il segno più è presente un po’ ovunque in Europa. In vista di un autunno caratterizzato dalle tante incertezze che gravano sulla ripresa delle attività economiche, cosa accadrà sui mercati internazionali e a Piazza Affari a settembre?

Fondamentalmente sembrano soffiare venti cautamente positivi non solo sull’Italia (per lo più grazie ad alcuni dati macro importanti), ma anche dall’altra parte dell’oceano. Basti pensare a quanto recentemente dichiarato dagli analisti di BMO Capital Markets secondo cui il target sull’S&P 500 meriterebbe di essere nuovamente alzato. Numeri alla mano si parla di un livello di 4.500 punti recentemente spostato a 4.800. A dare una spinta ulteriore saranno non solo gli utili, ma anche la prospettiva di una FED intenzionata a giocare in difesa ancora per qualche tempo. Nonostante le recenti dichiarazioni tendenzialmente più aggressive.

Intanto, a livello internazionale, il dato macro più interessante pubblicato proprio oggi, riguarda il risultato sul PMI (Purchasing Managers Index), uno dei dati più importanti a livello mondiale. Mentre ad agosto in Cina, Germania e Francia si registra un calo, a volte anche vistoso, per l’Italia il discorso è diametralmente opposto. Anche in questo caso la conferma arriva dai numeri. Per Roma l’indice ha registrato un aumento a 60,9 punti dai precedenti 60,3 di luglio.

Cosa accadrà sui mercati internazionali e a Piazza Affari a settembre?

Restando concentrati sull’orizzonte italiano, è indubbio che il protagonista indiscusso della prima seduta settembrina del Ftse Mib sia settore dei bancari. Ad occupare le cronache, infatti è l’ormai nota questione MPS-Unicredit con acquisti che si registrano su entrambi i titoli. Nell’ambito di una più ampia operazione di ristrutturazione di MPS, adesso Unicredit potrà contare sull’ingresso anche di MCC (MedioCredito Centrale) e Amco. In particolare si occuperanno di gestire rispettivamente la questione filiali (in parte) e quella dei crediti deteriorati. Infatti la prima potrebbe prendersi un carico di circa 150 filiali MPS, alleggerendo così una parte del carico di 300 sportelli al quale Unicredit non poteva avere accesso.

Ma le banche italiane piacciono anche a UBS che ha evidenziato quelle con i maggiori margini di crescita. Tra i nomi più interessanti ci sono BPER per cui è consigliato l’acquisto (rating buy) con target a 2,4 euro, Intesa Sanpaolo (2,9 euro) e Unicredit (buy a 13,6 euro). Unicredit, infine, è nel mirino anche di Equita che la premia con un rating buy e un target a 13 euro.

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