Telefonia

Vodafone, Tar annulla multa da 5,7 milioni per abuso di posizione dominante

All’azienda si contestava di aver applicato tariffe tali da «compromettere la capacità competitiva dei concorrenti attivi in tale mercato»

(REUTERS)

2' di lettura

Il Tar del Lazio ha annullato la multa da 5,7 milioni di euro comminata a Vodafone dall’Antitrust nel 2017 per abuso di posizione dominante nel mercato degli sms “bulk”, ovvero gli sms che vengono inviati in maniera massiva. A sollevare il caso di fronte al Garante della concorrenza era stata la società Ubiquity, oggi Kaleyra, che accusava Vodafone di mettere in campo pratiche di margin squeeze (compressione dei margini), cioè di vendere nel mercato all’ingrosso a prezzi non replicabili a livello retail da un’azienda efficiente.

Vodafone ha di conseguenza impugnato la multa decisa dall’Antitrust nel 2017. La sentenza del Tar sostiene ora che l’Autorità non abbia sufficientemente dimostrato il nesso tra il costo di terminazione pagato dagli operatori tipo Keyrala a Vodafone e il costo degli sms “bulk”. Data la particolare fattispecie di abuso dominante che si consuma attraverso una compressione di margini, secondo il Tar «si deve dare dimostrazione attraverso uno dei test di prezzo, e non già inferendone l'esistenza dalla dimostrata volontà dell'operatore verticalmente integrato di comprimere tutta o una parte della concorrenza sul mercato a valle del prodotto finale».

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Inoltre l’Antitrust, secondo il Tar, non ha adeguatamente tenuto conto del fatto che la terminazione mobile venduta da Vodafone nel mercato a monte è solo una componente del prezzo finale dei pacchetti “bulk”. «Le valutazioni che debbono essere effettuate per stabilire se Vodafone abbia posto in essere una condotta di margin squeeze - si legge nella sentenza - debbono necessariamente considerare che il costo del prodotto finale, collocato sul mercato a valle, costituito dagli “Sms bulk”, è determinato/influenzato non solo dal costo di terminazione degli sms sulla rete Vodafone, ma anche dal costo di terminazione di sms sulle reti Tim e Wind».

Inoltre, si legge nella sentenza, «l'affermazione di un effetto anticoncorrenziale potenziale deve essere sorretta almeno da una analisi del mercato, che spieghi e dimostri perché’ le imprese concorrenti non verticalmente integrate corrano il rischio di essere escluse dal mercato per effetto dell'accertato margin squeeze». Analisi che, secondo il Tar, «manca nel provvedimento» dell’Antitrust impugnato da Vodafone.

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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