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Deutsche Bank taglia le filiali in Italia e punta sui patrimoni

La banca vuole uscire dal retail di massa: focus sui settori a più alto margine. Parazzini: «Più investimenti ma selettivi, più attenzione al credito al consumo»

di Isabella Bufacchi

Deutsche Bank sigla il suo miglior trimestre da 7 anni

3' di lettura

Deutsche Bank continuerà a scommettere sull'Italia, punterà nel lungo termine a crescere nel mercato italiano - che resta il suo paese di punta secondo solo alla Germania - e per questo potenzierà gli investimenti. Ma lo farà in futuro in maniera diversa: investendo nelle aree più redditizie e uscendo in contemporanea dal settore che rende meno rispetto al capitale investito, che è quello della clientela retail con piccoli patrimoni, quello delle micro imprese, quello delle famiglie che utilizzano solo i prodotti più tradizionali allo sportello. È questa la nuova strategia in atto, che è stata delineata da Claudio de Sanctis, responsabile dell'international private bank, in una recente intervista, e che è stata confermata ieri al Sole 24 Ore dal Chief Country Officer per l'Italia Roberto Parazzini.

Taglio delle filiali

Deutsche Bank sta progettando un taglio delle sue filiali in Italia, che al momento sono 266. In parallelo è stata avviata una simile riduzione delle strutture fisiche anche in Spagna.

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Al momento il numero delle filiali italiane che verranno avviate alla chiusura non è stato definito perché il piano di snellimento prevede la fusione delle filiali più piccole in altre più grandi, come fatto in passato.

La prima banca privata tedesca intende uscire dal mercato rivolto alla clientela del mercato di massa – che è poco redditizia - non solo con il taglio delle filiali. Altre misure prevedono l’offerta di servizi a prezzi meno appetibili, o più costosi, per il mondo del microretail. Un'altra strategia per uscire da questo settore a bassa redditività prevede un intervento forte per tagliare i ponti con il cliente affezionato ai prodotti e servizi più tradizionali: la fine del cash agli sportelli.

«L’Italia resta il secondo mercato dopo la Germania – ha sottolineato Parazzini -. Miriamo a crescere e ad aumentare le nostre quote di mercato in Italia nelle aree di business dove siamo più competitivi, dove possiamo battere la concorrenza. Investiremo in tecnologia e risorse umane nei settori più redditizi, rispetto al capitale investito, con le prospettive più interessanti: i servizi per i grandi patrimoni e le imprese, una rete sul territorio focalizzata sulla clientela affluent, il settore del credito al consumo».

I punti di maggior interesse

Deutsche Bank ha deciso di concentrarsi, oltre alle grandi imprese nel corporate banking, in quella fascia di clientela cosiddetta “affluent” che ha una ricchezza tra i 50.000 e i 500.000 euro e soprattutto che utilizza la banca da remoto, che non vuole la presenza fisica allo sportello. Altro settore altamente competitivo ma nel quale Deutsche Bank intende crescere in Italia da una quota di mercato che la colloca già tra le prime cinque-sei banche è quello del credito al consumo: perché è redditizio, ha buoni margini e grande potenzialità. Le PMI italiane continueranno a poter contare sui finanziamenti della banca tedesca: nel 2020 le erogazioni sono state pari a 1,1 miliardi.

In Italia la riduzione delle filiali è cominciata nel 2016. A fine 2015 le filiali erano 337, oggi sono 266. In Spagna nel 2015 erano 250, oggi sono 158. In entrambi i Paesi gran parte di questa riduzione ha portato a una fusione di filiali più piccole in altre più grandi.

3.400 dipendenti in Italia

Deutsche bank è presente in Italia con una forza lavoro di 3.400 dipendenti, di cui 1.200 presso gli sportelli. Negli ultimi due anni, una cinquantina di assunzioni hanno riguardato il private wealth management, una delle tre divisioni dove la banca intende crescere anche in Italia: a conferma che le aree più redditizie sono e saranno potenziate.

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