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Il Bitcoin «vede» il primo Etf a Wall Street e vola verso i massimi storici

Martedì, fino a prova contraria da parte della Sec, potrebbe sbarcare il ProShares Strategy Futures Bitcoin Etf. L’indiscrezione ha dato un nuovo forte impulso rialzista

di Vito Lops

articolo aggiornato il 16 ottobre 2021 alle ore 16.09

(REUTERS)

2' di lettura

Per la prima volta in sei mesi il Bitcoin rimette il naso oltre la soglia dei 60mila dollari e si avvicina al record storico segnato lo scorso aprile a 64.500 (nella notte di sabato il valore della criptovaluta è salito a 62.100 dollari). L’ultima accelerazione del prezzo sembra legata alle indiscrezioni secondo cui la Sec, l’autorità che regola i mercati finanziari statunitensi, sarebbe pronta a dare il nulla osta al primo Etf sulla criptovaluta a Wall Street. Lunedì 18 ottobre infatti è il termine ultimo per opporsi alla domanda di ProShares sul lancio del Bitcoin Strategy Futures Etf. Se tutto andrà liscio il nuovo prodotto debutterà martedì.

Secondo un report pubblicato da Bloomberg le probabilità che la cosa vada in porto sono elevatissime. Per questo il mercato ha dato vita a un nuovo impulso rialzista che ha portato il valore della criptovaluta fino a 61.700 dollari, più del doppio dei minimi toccati a fine maggio quando a seguito dell’attacco della Cina ai miners (difatti cacciati dal Paese) il valore del Bitcoin era tornato sui livelli di inizio anno, sotto 30mila.

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IL RALLY DEL BITCOIN
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Il recente scatto segue quello di fine settembre quando gli acquisti sono tornati massicci a seguito dell’endorsment sull’universo delle criptovalute prima da parte di Jerome Powell (numero uno della Fed) e poi di Gary Gensler (numero uno della Sec). Entrambi hanno detto che gli Usa non hanno intenzione di vietare, a differenza della Cina, le criptovalute. Gli investitori che temevano che la prima economia al mondo potesse in un certo qual modo seguire il pugno duro usato da Pechino hanno tirato un sospiro di sollievo. E il Bitcoin ne è uscito rafforzato sui fondamentali.

C’è da chiedersi se questo Etf, qualora diventasse difatti operativo e tradabile, rappresenti la ciliegina sulla torta in un anno fino ad ora, al netto della volatilità, comunque da incorniciare per il Bitcoin (+105%) e per l’intero mondo delle criptovalute che proprio ieri ha raggiunto una capitalizzazione di 2.500 miliardi di dollari, la più alta della storia.

«L’Etf in questione non replica l’andamento del prezzo spot del Bitcoin ma è un Etf sui futures quotati quattro anni fa al mercato delle materie prime Cme - spiega Eugenio Sartorelli, risk manager di Rocket capital investiment -. La vera ciliegina sarebbe l’approvazione di un Etf che replichi il prezzo corrente del Bitcoin, con l’acquisto del sottostante da parte dell’emittente. Questo prodotto potrebbe assorbire molti più capitali di quello sui futres, che difatti è un derivato di un derivato, e sarebbe anche meno costoso dato che sul prodotto di ProShares potrebbe pesare il costo del contango, tipico dei futures».

Anche su questo fronte la partita è aperta. Sono in corso diverse domande pendenti presso la Sec da parte di numerose case di investimento per il lancio di un Etf “puro” sul Bitcoin. Finora l’autorità Usa ha sempre preso tempo. Fino a quando riuscirà a farlo considerato che altri Paesi, come Canada, Svezia e Germania, già hanno quotato un prodotto simile? Se lo chiedono in tanti. Soprattutto quegli statunitensi che vorrebbero investire nelle crypto ma preferirebbero farlo attraverso le porte della finanza tradizionale. Con un Etf appunto.

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