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Netflix: utile oltre le attese, salgono gli abbonati. Squid Game, show più visto di sempre

Successo virale per lo show sudcoreano Squid Game. Nel Q3 gli abbonati aumentano di 4,4 milioni e i profitti balzano a 1,45 miliardi

di Marco Valsania

La Borsa, gli indici del 19 ottobre 2021

3' di lettura

Netflix ha battuto le previsioni di bilancio e di nuovi abbonati: nel terzo trimestre dell’anno ha riportato un aumento di 4,4 milioni negli utenti a pagamento, contro i 3,5 milioni che aveva anticipato e i 3,78 attesi dagli analisti. La crescita ha portato i ranghi globali degli abbonati a 213,6 milioni. In aiuto al re dello streaming è arrivato il successo di show originali a cominciare dalla serie sudcoreana e distopica Squid Game.

Squid Game è “virale”

Quest'ultima serie è diventata un successo internazionale che, stando a stime di Bloomberg, potrebbe portare un contributo da 900 milioni all'azienda. Nelle prime quattro settimane è stata guardata, almeno per due minuti, da 142 milioni di abbonati, due terzi degli spettatori di Netflix. Il fenomeno virale è stato moltiplicato da piattaforme social quali TikTok. Lo streamer ha annunciato che, grazie a simili numeri, ’Squid Game’ è diventato il suo show più visto di sempre.

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Profitti quasi raddoppiati

I profitti netti trimestrali sono stati di 1,45 miliardi, quasi raddoppiati dai 790 milioni di un anno fa e pari a 3,19 dollari per azione, superiori ai 2,57 dollari attesi. Il giro d'affari è salito a 7,48 miliardi da 6,44 miliardi e ha rispettato le previsioni. A Wall Street le azioni hanno inizialmente guadagnato il 2% nel dopo mercato per poi tornare però sui loro passi. Sono in rialzo del 17% da inizio anno.

Un trimestre di riscatto

“Dopo una programmazione più leggera del solito nel primo e secondo trimestre dell'anno legata a ritardi nella produzione per il Covid, vediamo gli effetti positivi di un rafforzato contenuto nella seconda metà dell'anno”, hanno sottolineato i vertici aziendali nella lettera agli azionisti. Nei precedenti tre mesi Netflix aveva deluso le previsioni soprattutto sul fronte degli abbonamenti, assediata anche ad una maggior concorrenza di altri protagonisti dello streaming, da Disney+ a Paramount+ ViacomCbs, da Peacock di Comcast a Amazon Prime, da Apple Tv+ a Hbo Max di WarnerMedia (ora di AT&T e presto di Discovery). Un elemento di preoccupazione, per Netflix come per i rivali, è tuttavia la frenata sul redditizio mercato nordamericano e una sua potenziale saturazione: solo 70.000 dei nuovi utenti sono arrivati da Usa e Canada, facendo lievitare il totale a 74 milioni.

Previsioni per il Quarto Trimestre

Per il quarto trimestre il leader dello streaming ha anticipato l’arrivo di ulteriori 8,5 milioni di abbonati, a sua volta trainati da nuovo content quale il ritorno per una seconda stagione della popolare serie The Witcher. Le cifre anticipate sono sostanzialmente in linea con i pronostici della vigilia, pari a 8,4 milioni. Ma numerosi osservatori si aspettavano che il gruppo fosse più ottimista, indicando fino a dieci milioni di nuovi utenti.

Controversie alle porte

Il leader dello streaming, in un segno della sua crescita, rilevanza e scrutinio che questo genera, è anche finito al centro di controversie, finora più tipiche di media tradizionali. Polemiche sono esplose sulla trasmissione di uno show del comico Dave Chappelle, The Closer, accusato di battute transfobiche. Critiche sono giunte da associazioni dei diritti civili e filtrate anche dall'interno, dove un gruppo di dipendenti ha organizzato per mercoledì una protesta davanti al quartier generale in California. L'azienda ha anche licenziato un dipendente perché avrebbe reso note informazioni riservate sullo show. Il co-Ceo Ted Sarandos ha difeso la decisione di trasmettere lo show come forma libertà di espressione e creativa, che non valica i limiti legati all'incitamento di odio o violenza. Dopo la trimestrale, in interviste ai media americani, ha però ammesso di aver “fallito nella comunicazione interna” e nella gestione della crisi, rimpiangendo in particolare una propria affermazione che lo “sorytelling non ha implicazioni per il mondo reale”.

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