Donne manager: a Disney c’è voluto un secolo, ma ecco perché Susan Arnold non basterà
di Corinna De Cesare
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén02 dic 2021
Susan Arnold sarà la prima donna presidente del consiglio d’amministrazione della Walt Disney Company, la grande compagnia di intrattenimento che tra due anni compirà un secolo di vita. Arnold, 67 anni, alla Disney da 14, succederà allo storico presidente Bob Iger, che lascerà l’incarico il 31 dicembre. Il passaggio di consegne segnerà la fine di un’era per l’azienda, che non vedrà più Iger in un ruolo operativo chiave per la prima volta dal 1996. A lui si devono le grandi acquisizioni della Disney: dal marchio Pixar nel 2006 a Marvel nel 2009, dalla Lucasfilm (2012) alla 21st Century Fox (nel 2019). A dare notizia delle dimissioni è stato lo stesso Iger, spiegando al consiglio che si sarebbe dimesso dalla carica di presidente nello stesso momento in cui avrebbe lasciato il suo ruolo di presidente esecutivo, appunto a fine anno.
di Corinna De Cesare
Susan Arnold dal 2002 è stata inserita dalla rivista Fortune nella lista delle 50 donne più potenti nel mondo degli affari (nel 2008 era settima in classifica). Nel 2004 e nel 2005 è stata elencata dal Wall Street Journal tra le 50 donne da tenere d’occhio, mentre entrava più volte nella lista di Forbes delle 100 donne più potenti del mondo (nel 2005 era al 16° posto). La nomina di Arnold, che ha trascorso molti anni ricoprendo ruoli da “senior” alla Procter & Gamble e al Carlyle Group (entrando anche nei consigli di amministrazione di McDonald’s e Nbty Inc), arriva in un momento in cui le big companies si sono avviate ad abbandonare le strutture organizzative in cui i ruoli di ceo e presidente sono tenuti saldamente nelle mani di una sola persona. E, infatti, la nuova struttura esecutiva della Disney manterrà i ruoli di ceo e presidente separati (almeno per ora) , com’era già con Iger, presidente del consiglio di amministrazione dal 2012, ma non più ceo dall’anno scorso, quando aveva passato il testimone a Bob Chapek.
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di Antonella Baccaro
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