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Vw, Diess perde la Cina ma si tiene software e strategia. Piano da 159 miliardi

Il ceo resta al suo posto dopo settimane di tensioni interne ma la leadership in Oriente, il mercato principale, va all’attuale capo del brand, Brandstätter

di Alberto Annicchiarico

Herbert Diess, ceo del gruppo Vw, ha mantenuto il suo posto (Reuters)

5' di lettura

Il ceo Herbert Diess resta al suo posto ma Volkswagen, per ritrovare la pace interna (o almeno una tregua), ricalibra gli equilibri del top management. Il ruolo fondamentale, lo sviluppo in Cina (il mercato principale del gruppo, partito male nel 2021 ma andato meglio nel seguito fino al terzo posto in ottobre, dietro Tesla e Byd e davanti a Nio e Xpeng), viene affidato all’attuale ceo del brand, il 53enne Ralf Brandstätter, facendo concentrare Diess sullo sviluppo del software. Il consiglio di amministrazione del gruppo sarà riorganizzato «per rendere l’azienda ancora più efficace nell’affrontare le sfide degli anni a venire», si legge nel comunicato del gruppo tedesco. Le decisioni sono state prese durante una attesa riunione del Consiglio di sorveglianza.

Il mercato ha accolto tiepidamente il valzer delle poltrone e le notizie sul piano di investimenti da 159 miliardi, di cui 89, oltre il 56%, in nuove tecnologie (in 5 anni). Il piano comprende anche la riconversione all’elettrico di otto fabbriche in Europa dalle due oggi attive. L’impegno per l’auto elettrica è stato incrementato a 52 miliardi (+16 miliardi). Il gruppo ha confermato l’obiettivo per il 2021 di un margine operativo che dovrebbe assestarsi nella parte alta della forchetta del 6–7,5%. La concorrenza, in particolare Bmw e Mercedes-Benz, ha saputo fare di meglio. Le consegne dovrebbero essere confermate a circa 9 milioni di veicoli, mentre il flusso di cassa netto rettificato dovrebbe raggiungere i 15 miliardi. L’obiettivo strategico per il 2025-26 è un ritorno operativo sulle vendite compreso tra l’8 e il 9%.

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«Con le delibere adottate oggi - ha comunque sostenuto il presidente del consiglio di sorveglianza, Hans Dieter Pötsch - rendiamo più forte il consiglio di amministrazione. Allo stesso tempo, vengono rafforzate tutte le aree di importanza strategica con l’obiettivo principale di avere le persone giuste nei posti giusti. Ciò conferisce al consiglio di amministrazione del gruppo ancora più potere per affrontare con successo i compiti strategici degli anni a venire».

Il valzer delle poltrone

Più in dettaglio, l’attuale presidente del consiglio di amministrazione, il 63enne Diess, resterà tale e assumerà la responsabilità della divisione software per autoveicoli, Cariad, prendendo il posto del ceo di Audi, Markus Duesmann, all’inizio del 2022. Brandstätter entrerà anche nel board of management. Il capo di Skoda, Thomas Schäfer, prenderà il posto di Brandstätter (dopo una fase in cui, dal 1 aprile, sarà Coo) alla guida del marchio Vw dal 1 agosto 2022, ed entrerà nel Cda. Diess si dedicherà anche alla strategia, con la responsabilità sui marchi Volume Brand Group (Vw, veicoli commerciali Vw, Seat, Skoda e Cupra). Pötsch ha negato che queste mosse siano state mirate a limitare o ridimensionare i poteri del ceo, rinnovato la scorsa estate fino al 2025 e finito sul banco degli imputati, soprattutto per volontà del sindacato, negli ultimi mesi. Al centro di tutto la guerra ai costi e la ricerca di maggiore produttività. «Mi sento rafforzato con le mie nuove responsabilità», ha dichiarato invece Diess in conferenza stampa, facendo riferimento proprio al nuovo incarico relativo alla divisione software.

Sindacato soddisfatto dall’accordo

«Ora Volkswagen - ha commentato il presidente del consiglio di fabbrica e componente del consiglio di sorveglianza, Daniela Cavallo, che in queste settimane è stata tra i più aspri critici della gestione Diess, soprattutto per la scarsa chiarezza sul futuro della sede di Wolfsburg e sui posti di lavoro della metà dei 60mila dipendenti, ma anche sulla gestione dell’emergenza microchip che ha fermato le fabbriche e tagliato la produzione - sarà in grado non solo di parlare di futuro ma di metterlo in azione, garantendo i dipendenti, senza i quali non potrebbe esserci sviluppo. E il progetto Trinity sarà certamente basato a Wolfsburg che resterà il cuore del nostro gruppo. Quanto alla crisi dei semiconduttori, ci aspettano mesi difficili ma oggi siamo meno preoccupati perché abbiamo un piano sostenibile». Sulle polemiche Cavallo ha tagliato corto: «Non sono interessata alle dispute o a leggerne. Abbiamo tante sfide davanti e di dobbiamo concentrare su quelle», ha detto, aggiungendo che «è normale e sarà normale avere opinioni diverse».

89 miliardi per elettrificazione e digitalizzazione

Il consiglio di sorveglianza di oggi era atteso non solo per le risposte sul versante della governance. Il mercato aspettava anche il piano e gli investimenti per i prossimi anni. Con Planning Round 70, il secondo gruppo automobilistico mondiale per volumi ha deciso di procedere a una ulteriore elettrificazione dei suoi stabilimenti europei per puntare a raggiungere il suo obiettivo di diventare leader di mercato globale nella mobilità elettrica entro il 2025, attuando la strategia New Auto.

Il sito produttivo di Wolfsburg - sede principale di Volkswagen - sarà trasformato, attraverso investimenti per le nuove tecnologie. In particolare, gli investimenti orientati al futuro, che riguarderanno principalmente la mobilità elettrica e la digitalizzazione (89 miliardi in tutto), per la prima volta rappresenteranno la quota maggiore degli investimenti totali dei prossimi 5 anni, il 56% del totale. Del resto Volkswagen prevede che entro il 2026 un veicolo su quattro venduto sarà a batteria. «Daremo a Wolfsburg, sede storica del nostro gruppo, una nuova identità - ha commentato Diess - con la nostra visione per il 2030. Il nostro obiettivo è creare un sito sostenibile a livello internazionale con una guida efficiente, due impianti di produzione di vetture elettriche, oltre a un centro di ricerca e sviluppo all’avanguardia, per stabilire ed espandere altri progetti orientati al futuro».

A Wolfsburg sarà realizzata la ID.3 e, soprattutto, prenderà vita il progetto Trinity, ovvero l’auto elettrica di seconda generazione che arriverà gradualmente a un livello 4 di guida autonoma. La nuova fase si baserà su un’unica piattaforma, la SPP, per i 40 milioni di veicoli che saranno prodotti.

Proprio sui destini di Wolfsburg (con relativi progetti su un drastico taglio, 35mila posti, dell’occupazione forse spinto dagli azionisti Piech e Porsche, secondo la stampa tedesca) si era consumata la rottura con il sindacato e con un membro di spicco del consiglio di sorveglianza, il ministro presidente della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Stephan Weil. «Il fatto che 21 miliardi di euro siano investiti nei siti della Bassa Sassonia a Wolfsburg, Hannover, Braunschweig, Salzgitter, Osnabrück ed Emden sono un segno - ha commentato Weil - che il gruppo non abbandona le sue radici. Questo è un segnale forte circa la salvaguardia di 130mila posti di lavoro» nel Land. E Cavallo ha aggiunto: «Il nostro gruppo sta dimostrando ancora una volta che una profonda trasformazione e delle prospettive sostenibili per la salvaguardia dei posti di lavoro possono andare di pari passo».

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