Automotive Europa: da comprare Volkswagen e Faurecia


Morgan Stanley e JP Morgan puntano sul rilancio dell’industria europea delle quattroruote, oggi a forte sconto a causa della carenza di chip. A ottobre c’è stato il record negativo delle vendite nel Vecchio continente. Forti aspettative sul gruppo francese della componentistica.


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Quotazioni di Borsa drasticamente calate in seguito alla crisi dei chip

Con la transizione alla mobilità elettrica l’industria europea dell’auto sta attraversando un passaggio epocale, pieno di sfide e contraddizioni, ma nonostante le tante difficoltà resta assolutamente attraente per gli investitori. Ne è convinta la banca americana Morgan Stanley, che ha definito il settore automotive europeo “top cyclical value pick”, che in italiano suona più o meno “la migliore scelta fra i titoli ciclici”.

Il punto di partenza della riflessione di Graham Secker, lo strategist di Morgan Stanley, è abbastanza terra terra: a causa della mancanza di chip i produttori europei di auto quest’autunno hanno dovuto ridurre drasticamente l’attività. A ottobre le vendite di auto in Europa hanno segnato un record negativo, e le quotazioni di Borsa sono diventate più attraenti.

A ottobre le vendite nell’area Ue sono crollate del 30%.

Effettivamente a ottobre le vendite di auto nell’Unione europea sono crollate del 30%. Ottobre è stato il quarto mese consecutivo di calo per le vendite di auto in Europa, dopo il forte rimbalzo del dopo-pandemia. Secondo Acea, l’Associazione europea dei costruttori, le vendite in tutta l’area Ue sono state 665mila, il dato più basso per un mese di ottobre da quando l’associazione effettua il monitoraggio del mercato. La contrazione più forte è stata in Italia, con un calo del 35,7%, in Germania -34,9%, in Francia -30,7%, in Spagna -20,5%. Tutto a causa della carenza di semiconduttori.

Insieme alle vendite, sono calate le quotazioni di Borsa dei produttori di auto. La rivista americana Barron’s fa notare che l’indice MSCI Europe Automobiles and Components attualmente vale soltanto 6,8 volte gli utili dell’anno prossimo, non lontano dal minimo di 5,2 volte registrato nell’aprile 2020. Per fare un confronto, l’indice generale europeo MSCI Europa vale 14,6 volte gli utili dell’anno prossimo.

Volkswagen ha perso il 25% dal massimo di aprile

Volkswagen, che a settembre Barron’s aveva segnalato come un titolo da acquistare, è in rialzo del 21% dall’inizio dell’anno, ma ha perso ben il 25% dal massimo di 245 euro dello scorso aprile. La media dei target price degli analisti è proprio 245 euro, il che vuole dire che a giudizio degli esperti il titolo, che oggi vale 183 euro, ha un upside potenziale nei prossimi 12 mesi del 36%.

Per quanto “bullish”, Morgan Stanley avverte che gli investitori dovranno avere pazienza, perché la carenza di chip e le difficoltà di produzione proseguiranno ancora almeno per tutta la prima metà del 2022. In ogni caso le prospettive sono positive, dato che la domanda nei mercati europei è rimasta robusta.

Faurecia, il preferito di JP Morgan

Anche un’altra banca americana, JP Morgan, si aspetta grandi cose dall’industria europea dell’auto e in particolare dai fornitori di componenti. Fra tutti, JP Morgan punta sulla francese Faurecia, il suo titolo preferito grazie alla forte esposizione in alcune regioni a forte crescita, come la Cina, e grazie alla presenza fra i suoi clienti di nomi di prestigio dell’industria come Tesla e Stellantis. Il target price di JP Morgan è 60 euro, il che vuole dire che si aspetta nei prossimi 12 mesi un rialzo del 54% rispetto all’attuale prezzo di Faurecia di 49,8 euro.

Nell’ultimo mese le azioni del gruppo francese sono cadute in ribasso del 18,5%, per effetto di Omicron e della contrazione dell’attività dei produttori europei di auto. Anche Deutsche Bank ha scelto Faurecia come uno dei titoli su cui puntare nel 2022. “Vediamo Faurecia ben posizionata per catturare la prossima crescita dei volumi”, ha scritto l’analista Christoph Laskawi, indicando una raccomandazione Buy e un target price di 50 euro.

Con una capitalizzazione di Borsa di 5,4 miliardi di euro, Faurecia opera in 35 Paesi con 266 siti produttivi e 114.000 dipendenti. Secondo la società, un terzo dei veicoli che vengono venduti in tutto il mondo utilizza la sua tecnologia.

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