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La nuova Discovery pronta a sfidare Netflix e Disney sullo streaming

Dopo il via libera ottenuto dalle autorità europee (e in attesa di quello Usa) alla fusione con WarnerMedia

di Andrea Biondi e Marco Valsania

Varsavia, migliaia in piazza contro legge su media approvata da Parlamento

4' di lettura

Non è dirigente da mezze promesse, David Zaslav. Soprattutto quando si tratta della nascente “Warner Bros. Discovery”, che unisce la sua Discovery con la WarnerMedia scorporata da AT&T. «L’approvazione da parte della Commissione europea è una pietra miliare verso il completamento della transazione», ha detto il chief executive in pectore del neo-colosso dei media. «Siamo più vicini alla creazione di una società dello spettacolo di qualità, che sarà tra i principali investitori al mondo in contenuto premium e posizionata per servire i consumatori con la più completa offerta di contenuti sotto un solo ombrello».

Lotta al duopolio Netflix-Disney

Zaslav ha commentato così l’avvento nel 2022 di un gruppo che ha l’ambizione esplicita di spezzare il duopolio, americano e globale, nello streaming di Netflix e Disney. Un debutto ufficiale che appare a portata di mano dopo il via libera ottenuto dalle autorità europee, considerato di buon auspicio. Il semaforo verde dell’antitrust Usa è atteso entro tre mesi, verso marzo. Certo, le turbolenze sono sempre dietro l’angolo. Una trentina di componenti democratici del Congresso ha scritto al dipartimento della Giustizia chiedendo un attento esame.

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Al di là di questo non sembrano esserci significativi ostacoli. Dall’Europa è anche scomparsa un’ulteriore minaccia apparsa sull’orizzonte globale del nuovo protagonista: il rischio di dover cedere i suoi asset in Polonia, dove è l’unico grande player non del Vecchio continente. Ma il presidente polacco Andrzej Duda ha posto il veto ad una legge che avrebbe vietato a società internazionali di possedere quote superiori al 49% in radio e tv locali. Il canale posseduto da Discovery, Tvn, è considerato critico del Governo e del partito di estrema destra e di maggioranza Diritto e giustizia. Duda ha ipotizzato una futura legge che vieti nuovi ingressi e che però non tocchi chi è già nel Paese.

L’altro Paese in cui il free to air è business strategico è l’Italia guidata da Alessandro Araimo. Dove la strategia è stata quella di affermare commercialmente i canali più forti (Nove e Real Time), attrarre altri investitori con i canali verticali (Dmax, Food Network, Hgtv, Motortrend) e diversificare la distribuzione stringendo accordi non solo con il partner storico Sky ma anche con Tim, Vodafone e Amazon.

La sfida fra Borsa e strategie

La nuova Discovery – risultato d’un merger da oltre 40 miliardi di dollari – di sicuro non ha tempo da perdere. Il grande obiettivo del gruppo, che potrà contare sull’unione di marchi quali Hbo e Cnn all’omonimo Discovery+, è chiamare a raccolta un esercito da 200 milioni di utenti nello streaming, alla pari cioè con i due rivali già consolidati. Al momento HboMax ha un totale di 69 milioni di abbonati streaming incluso, i canali di Discovery circa 20 milioni.

Pilastro dell’intera scommessa è il contenuto originale, produzioni sia cinematografiche che televisive, scripted (tipiche di WarnerMedia) e non scripted (caratteristiche di Discovery). «Non ho dubbi che stiamo creando una potenza nel content con valore sufficiente da meritare abbonamenti su base continuativa», ha assicurato il direttore finanziario di Discovery, e probabilmente della nuova società combinata, Gunnar Wiedenfels.

Le sfide aperte non saranno da poco nell’anno del debutto. Segno ne è l’andamento del titolo a Wall Street: Discovery ha archiviato il 2021 in calo di oltre il 20% e sotto di due terzi dai massimi di marzo (uno scivolone aggravato dal collasso del fondo Archegos che liquidò forti quote in gruppi media Usa). Al confronto, Disney ha perso un più limitato 14,5% e Netflix ha guadagnato l’11 per cento. Per l’indice S&P 500 il rialzo è stato del 29 per cento.

Gli inizi del 2022 hanno tuttavia portato una ventata di ottimismo: il titolo è risalito del 18% in una seduta dopo che gli analisti di Bank of America ne hanno raccomandato l’acquisto con target che ipotizza ulteriori aumenti del 50%, citando come il nuovo gruppo possa diventare «la società di media più dinamica al mondo».

Tra le incognite ancora da risolvere, sul fronte del contenuto ci sono i progetti per tenere e rilanciare Cnn e il suo ruolo nell’informazione, cari al grande azionista e mogul John Malone. Sul fronte finanziario conta su significativi risparmi da sinergie, 3 o 4 miliardi l’anno. E su quello delle strategie commerciali dovranno arrivare decisioni su questioni delicate quali bundling, offerte e prezzi dei servizi, raccolta pubblicitaria.

Le variabili sport e M&A

La presenza nello sport viene considerata un potenziale tesoro, ma presenta anche ulteriori ostacoli, in particolare in Europa. JB Perrette, responsabile delle attività streaming e internazionali, ha ammesso durante una conferenza che l’azienda «nell’arena sportiva» è reduce da «numerosi errori». E ha citato Eurosport Player, servizio streaming pan-continentale acquisito nel 2015 e ormai cancellato quale offerta a sé stante per essere integrato in Discovery+. Perrette ha però sottolineato che proprio lo sport vuol essere in futuro tra i punti di forza dell’offerta premium di Warner Bros Discovery. Peraltro occorrerà capire da questo punto di vista che cosa succederà con la prossima asta per i diritti delle Olimpiadi, con la “chiamata” in arrivo in primavera. Nel 2015 la stessa Discovery, che controlla Eurosport, si era aggiudicata i diritti per i giochi fino al 2024 per 1,3 miliardi.

Di certo lo sport sarà uno dei principali terreni di confronto per tutti gli attori nei media, vecchi e nuovi. Compresa Amazon, che ha acquisito di recente i diritti tv per la Champions del mercoledì in Italia: una partita in esclusiva su Prime Video. Questo in un quadro in cui sullo streaming – punto sempre più centrale nell’ecosistema mediale – il 2022 promette di essere anno di moltiplicazione delle forze in campo, anzitutto in Europa. Paramount+ di ViacomCbs, per fare un esempio, è in arrivo in mercati chiave quali Regno Unito e Germania.

Fattore non trascurabile sarà anche capire se e come arriveranno al pettine i nodi in chiave M&A per il mondo del broadcasting. E mentre in Francia si assiste al processo per unire le sorti di Tf1 e M6 uno dei bocconi più pregiati è nel Regno Unito, dove dovrebbe arrivare al dunque la privatizzazione di Channel 4. In questo caso la nuova Discovery, seppur fresca di fusione con WarnerMedia, sicuramente vorrà essere della partita.

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