Sono tutti responsabili e vanno condannati, ma con una riduzione delle pene, gli imputati a Milano nel processo di secondo grado per le presunte irregolarità di quattro operazioni di finanza strutturata, Alexandria, Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Mps tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite derivate dall’acquisizione dell’Antonveneta.

A chiederlo è stato stamane il sostituto procuratore di Gemma Gualdi, ai giudici della seconda Corte d’Appello, presieduti da Angela Scalise, sottolineando che la richiesta al ribasso delle condanne inflitte dal Tribunale - si va da oltre un anno a qualche mese di “sconto” - è dovuta alla prescrizione già intervenuta o vicina di una serie di reati contestati a 13 persone e 3 società, ovvero Deutsche Bank AG, la sua filiale londinese e Nomura. Il sostituto procuratore, dopo aver sottolineato che nessuno ha «aderito al mio invito di un concordato in appello», ossia un patteggiamento, cosa che avrebbe consentito di avere una pena «più favorevole», ha ribadito la «responsabilità penale degli imputati» invitando il collegio a «tenere conto dell’intensità del dolo e della gravità dei danni prodotti» e dell’elevato numero delle parti offese, alcune delle quali con ruoli istituzionali, come Banca d'Italia e Consob.

Per gli ex vertici di Monte Paschi di Siena, Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, sono stati chiesti rispettivamente 6 anni e 4 mesi e 6 anni di carcere, 4 anni e 6 mesi per Daniele Pirondini, 4 anni per Gian Luca Baldassarri e 3 anni per Marco Di Santo. E, poi, 4 anni e 3 mesi per Ivor Scott Dunbar, Michele Foresti e Michele Faissola, ex dirigenti di Deutsche Bank, e 3 anni per Matteo Angelo Vaghi e Dario Schiraldi, sempre ex Db. Stessa pena per Marco Veroni, ai tempi dipendente di Deutsche Bank Ag London Branch, a cui si aggiungono i 4 anni per Sadeq Sayeed e uno in meno per Raffaele Ricci, entrambi ex della banca giapponese.

Per la procura generale una serie di episodi di false comunicazioni sociali, falso in prospetto e di ostacolo alle attività degli organi di vigilanza sono prescritti o prossimi alla prescrizione, mentre rimangono in piedi i reati relativi alla manipolazione del mercato. Per questo il pg ha chiesto anche di ridurre lievemente le sanzioni pecuniarie decise in primo grado nei confronti degli enti (sono state 3 milioni di euro per l’istituto tedesco e 3 milioni e 450 mila per quello nipponico) in quanto hanno già risarcito 245 milioni di euro. Chiesta invece la conferma della confisca disposta dal Tribunale con la sentenza del novembre 2019 per un totale di circa 150 milioni. 

I commenti dei lettori