Prosegue la folle corsa dei titoli dell’energia mentre si ferma Piazza Affari in attesa della decisione sui tassi americani

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Oggi è il giorno della FED. I mercati azionari sono rimasti tutto il giorno col fiato sospeso, quasi immobili in attesa di uno degli eventi più attesi da inizio anno. Anche se nel pomeriggio, dopo la debole apertura di Wall Street, i listini azionari hanno perduto terreno. La decisione della Banca centrale USA è arrivata quando in Europa i mercati erano già chiusi. Anche Piazza Affari ha avuto una giornata negativa, soprattutto nella parte finale. Tuttavia, sul listino non sono mancati gli spunti interessanti di alcuni titoli che sono andati in orbita.

In attesa della decisione della Federal Reserve, oggi sono stati diffusi altri dati macroeconomici molto seguiti dagli operatori finanziari. Le vendite al dettaglio nella zona euro nel mese di marzo hanno subito un calo dello 0,4% mensile. A febbraio erano salite dello 0,4%. Su base annua la crescita è stata dello 0,8% rispetto al precedente 5,2%. Negli Stati Uniti il settore privato ad aprile ha creato 247.000 posti di lavori in più. Un dato che però è inferiore alle attese degli analisti, che si attendevano un aumento di 390.000 posti. A marzo i posti di lavoro nel settore privato erano stati 479.000 in più. Il dato del mercato del lavoro in USA è molto importante perché indica la forza dell’economia americana. La Federal Reserve guarda anche al mercato del lavoro per prendere la decisione sul livello dei tassi.

L’embargo UE sul petrolio russo spinge in alto i prezzi dell’oro nero e del gas

Sui mercati pesano anche le decisioni dell’Unione Europea di bloccare le importazioni di petrolio dalla Russia. Questa decisione ha immediatamente spinto in alto il prezzo delle materie prime legate all’energia. Alla chiusura dei mercati in Europa il prezzo del future del petrolio WTI USA era oltre i 106 dollari al barile, in rialzo di quasi il 4%. Il prezzo del Brent del Mare del Nord aveva quasi raggiunto i 109 dollari.

Ma l’impennata maggiore è stata quella del prezzo del future sul gas naturale. Alla fine delle contrattazioni, in Europa i prezzi del derivato erano in rialzo del 4% a 8,3 dollari. Prima dello scoppio della guerra, a gennaio, i prezzi erano attorno ai 2,5 dollari. Eppure, quello attuale non è il valore massimo raggiunto dalla materia prima. Nel luglio 2008 il prezzo del future ha toccato un massimo a quasi 13,7 dollari.

Prosegue la folle corsa dei titoli dell’energia mentre si ferma Piazza Affari in attesa della decisione sui tassi americani

Piazza Affari ha chiuso la seduta con un ribasso dell’1,4%. I prezzi del Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) si sono fermati a 23.902 punti, scivolando nel finale dopo l’avvio debole della Borsa USA. Tra le blue chip oggi ha svettato A2A, con un balzo di oltre il 2,6%. Probabilmente gli operatori hanno acquistato il titolo spinti dal report della banca d’affari Citigroup che ne ha raccomandato l’acquisto. Gli esperti dell’ufficio studi della banca hanno rivisto al rialzo il prezzo obiettivo dell’azione a 2,5 euro. Questo valore è superiore di oltre il 50% rispetto a quello di chiusura di oggi a 1,65 euro. Sul resto del listino prosegue la folle corsa dei titoli legati all’energia. Eems è salita del 10%, Plc è cresciuta del 12% e Algowatt ha guadagnato il 3,5%. Questi titoli sono in tensione rialzista da giorni.

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