Il 2021 in cui le economie occidentali sono uscite dalla fase più severa della pandemia per merito delle campagne vaccinali ha avuto un effetto sugli stipendi. Ma non per tutti. A giovare del rimbalzo dei mercati finanziari sono stati gli amministratori delegati. I compensi dei Ceo delle maggiori aziende americane sono saliti nel 2021 a un nuovo record, volando in media a 14,7 milioni, con un incremento di almeno il 12 per cento. A rivelarlo ci ha pensato un’analisi del Wall Street Journal, basata sui dati di MyLogIQ. Da questa emerge che il numero uno di Expedia, Peter Kern, è il più pagato di tutti, con un compenso totale di 296 milioni di dollari, di cui la maggior parte in titoli azionari. Al secondo posto David Zaslav di Discovery con 246 milioni, seguito da Bill McDermott di ServiceNow. Completano la top cinque Jamie Dimon di J.P. Morgan e Tim Cook di Apple. Ma gli aumenti sono diffusi su tutta la linea.

Mai pagati così tanto. L’anno scorso è stato uno dei più remunerativi per le società quotate di Wall Street. Complici corsi azionari, dall’S&P 500 al Dow Jones, passando per il Nasdaq, a battere ogni giorni i massimi storici, i comitati di remunerazione delle compagnie listate a Wall Street hanno potuto far poco. La remunerazione, di solito una parte fissa che non supera il 40% del totale e una parte variabile, essendo basata sulle performance non poteva non essere immune da incrementi degni di nota. Più valore per gli stakeholders, più compensi per i Ceo. Nel 2021 per i 400 amministratori delegati delle società prese in esame, lo stipendio mediano, il bonus e altri compensi in contanti è stato di pari a 4,1 milioni di dollari. Nel 2020, il pacchetto retributivo mediano era di 13,4 milioni di dollari per le stesse società, con un compenso in contanti medio di 3,1 milioni di dollari.

Colpisce, nell’analisi del Wsj, la concentrazione delle remunerazioni e i pacchetti in aumento. Nove amministratori delegati hanno ricevuto pacchetti salariali per un valore di almeno 50 milioni di dollari l’anno scorso, rispetto ai sette nel 2020 e uno nel 2016. Circa due terzi del compenso del Ceo si presenta sotto forma di premi su azioni o stock option, che in genere maturano nell'arco di diversi anni. Per i 25 amministratori delegati più pagati, ciascuno dei quali ha superato i 35 milioni di dollari, l'equity rappresentava il 78% del compenso totale. Ancora una volta, i Ceo più pagati si sono concentrati nei settori della tecnologia e dei media. Ovvero i titoli listati sul Nasdaq, che dall’inizio dell’anno a oggi è entrato in una fase che sta assumendo sempre più i contorni di un trend ribassista. Il listino tech di Wall Street ha lasciato sul terreno oltre il 24% dal primo di gennaio a oggi. E le decisioni di politica monetaria della Federal Reserve, che ha innalzato i tassi a marzo (25 punti base) e maggio (50 punti base), saranno determinanti nelle scelte di portafoglio di investitori istituzionali e risparmiatori individuali.

Se la tendenza in corso si consolidasse, avverrà una rotazione da azioni a obbligazioni che non si verificava da anni. A patirne il costo maggiore saranno le quotazioni di Borsa dei titoli più colpiti dalle prese di posizione. Fra essi, quel Big Tech che finora ha regalato soddisfazione a molteplici amministratori delegati di Wall Street. Ma che già a partire da quest’anno, tra guerra in Ucraina, inflazione oltre le stime, crisi alimentare alle porte, potrebbe conoscere una flessione. La prima dal 2012, la prima da dieci anni. Considerati gli schemi di remunerazione pluriennali, e gli importi accumulati nell’ultimo decennio, per molti Ceo l’atterraggio verso il nuovo regime è lecito attendersi possa essere piuttosto morbido.

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