(Teleborsa) -
"Faremo il massimo per sbloccare la situazione, ma non posso garantire che si arrivi ad un accordo perché le posizioni sono abbastanza forti:
il mio ruolo non è di assegnare le colpe a qualcuno
ma di costruire il consenso". Lo ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue
Josep Borrell rispondendo ad una domanda sull'embargo al
petrolio nel nuovo pacchetto di sanzioni Ue.
L'approvazione di nuove sanzioni contro Mosca
"sarà una delle cose per cui saremo ricordati: un'Ue in grado di andare avanti e di mandare un messaggio chiaro alla Russia, o un'Ue bloccata. E ora l'intera Unione europea è ostaggio purtroppo di un Paese che non ci aiuta a trovare il
consenso", dice intanto il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, entrando al Consiglio Affari Esteri in cui si discuterà del sesto pacchetto di sanzioni che dovrebbe includere un embargo graduale al petrolio, una proposta che incontra la ferma opposizione dell'Ungheria.
"Sono fiduciosa, nei prossimi giorni arriveremo a un risultato comune" sull'embargo al petrolio russo. Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca,
Annalena Baerbock, parlando ai margini di un incontro a Bruxelles, come riporta Handelsblatt. "In questi tempi, nonostante tutte le nostre differenze, noi europei siamo più uniti di quanto si abbia mai sperimentato prima", ha aggiunto Baerbock. Secondo la ministra è fondamentale che sull'embargo venga presa una decisione Ue unanime, senza concedere "alcun millimetro" a divisioni interne, e quindi coinvolgendo anche gli stati più critici.
Insomma, la strada che dovrebbe portare l'Ue all'embargo sul petrolio russo è in
salita anche se resta sul tavolo. "Abbiamo messo sul tavolo un graduale embargo del petrolio, che dovrebbe compiersi entro la fine di quest'anno. E sono fiducioso che, nonostante le difficoltà, arriveremo a confermare questa decisione", ha detto nei giorni scorsi
Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici UE intervistato al Gr1 su Rai Radio1.
Allo stato, infatti,
l’embargo totale dal petrolio russo da raggiungere da qui a 6-9 mesi come annunciato nei giorni scorsi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen,
è un obiettivo non condiviso da diversi stati. Primi fra tutti
Ungheria, Slovacchia e Bulgaria.