Paramount Global, Buffett a caccia di Value Investing


Il ‘guru’ americano scommette su Paramount Global e l’azione guadagna un +15% nella seduta di ieri. Il colosso dei media vorrebbe farsi strada nel mondo dello streaming, settore presidiato da Netflix: che ne sarà della società di streaming, già travagliata dalla recente perdita di abbonati?


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Gli acquisti di Warren Buffett spaziano dalle telecomunicazioni alle assicurazioni, dall’automotive ai tech, fino ad arrivare ai media. È notizia di ieri l'acquisto di 68,9 milioni di azioni del colosso dei media Paramount Global (precedentemente noto come ViacomCBS), che al prezzo di chiusura di ieri equivale a un ammontare di circa 2,2 miliardi di dollari, pari a quasi il 12% della società. Sulla scia della notizia, Paramount Global ha chiuso la seduta di ieri a Wall Street mettendo a segno un +15% a 32 dollari.

L'azione arriva da un periodo travagliato in cui ha perso parecchio dai massimi storici intorno a 100 dollari e da quelli degli ultimi 12 mesi di 46 dollari.

Gli investimenti Value

Paramount Global è tra i maggiori media storici conglomerati e trae gran parte dei ricavi e dei profitti ancora dal business tradizionale della TV. Tuttavia, c’è aria di trasformazione nella società, che ad oggi ha una valutazione decisamente bassa, rientrando nello stile di investimento "value" tipico di Warren Buffett.

Il "Value Investing", l’investimento orientato al valore, fu teorizzato per la prima volta nel 1928 da Benjamin Graham alla Columbia Business School di New York e poi in uno dei libri base della finanza "Security Analysis" del 1934 ("Analisi degli Strumenti Finanziari"). Consiste nell’individuare azioni la cui valutazione è particolarmente bassa e nel quale si vede un "valore inespresso" attualmente dalla valutazione del mercato. Ma non sempre c’è valore: come sosteneva un mio professore alla London School of Economics vi sono azioni che non hanno valore anche ad un prezzo apparentemente bassissimo.

Puntare allo Streaming: la concorrenza di Netflix

Nel caso di Paramount evidentemente Buffett crede nel processo di trasformazione della società iniziato già da un po' e che punta a rendere il colosso dei media tradizionali un importante attore nello streaming, campo finora dominato da Netflix.

Paramount ha effettuato investimenti importanti ed intelligenti: i clienti globali sono arrivati a 62 milioni con continui guadagni di quote di mercato, aggiungendo 6,3 milioni di abbonati nell'ultimo trimestre. I ricavi totali del business streaming sono cresciuti del 95% anno su anno. Importante anche la nuova strategia sul fronte pubblicitario che sta portando ottimi frutti.

Di contro, Netflix può sì vantare circa 220 milioni di abbonati, ma come sappiamo la crescita è in rallentamento fino allo "shock" dell'ultimo trimestre, segnato dalla perdita di 200mila abbonati e con la previsione di perderne altri 2 milioni nel trimestre in corso: l'azione Netflix, già in calo, ha subìto un comprensibile ulteriore crollo.

Paramount Global tratta a 12 volte gli utili attesi nel 2022, con dividend yield del 3%, 0,65 volte i ricavi , 0,8 volte il valore contabile.

Utili e flussi di cassa stanno uscendo da un periodo in cui sono stati "depressi" da un ingente piano di investimenti.

Acquisizioni nell’aria

Un ulteriore elemento da tenere in considerazione, è la possibilità che Paramount venga acquisita, anche se non nel breve termine. Uno scenario ritenuto inevitabile da alcuni analisti, che vedono la necessità di concentrazione del settore.

Nella lista dei possibili acquirenti di cui si è vociferato in passato figurano le maggiori società media americane, a cui sono stati aggiunti nuovi player del calibro di Apple ed Amazon. La logica base è comprare contenuti e poi abbonati: nel caso di Paramount il prezzo per comprare ciò è piuttosto attraente e la società capitalizza "solo" 18 miliardi di dollari. Le sinergie in questo settore possono essere significative sia sul lato costi che ricavi.

Tra le possibili prede del settore c’è anche Netflix, dopo che l’azione ha lasciato sul terreno circa il 70% dai massimi. Tendiamo tuttavia ad escludere tale scenario, in quanto si tratterebbe di un’acquisizione imponente per chiunque se consideriamo che capitalizza ancora oltre 80 miliardi di dollari. Inoltre, il colosso dello streaming si porta dietro un bagaglio colmo di grossi problemi: tipico caso in cui l'esperienza ci insegna che la società che farebbe un'offerta (ovviamente con un premio) vedrebbe le sue azioni scendere in borsa in modo significativo.

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