Facebook Pixel
Milano 26-apr
34.249,77 +0,91%
Nasdaq 26-apr
17.718,3 +1,65%
Dow Jones 26-apr
38.239,66 +0,40%
Londra 26-apr
8.139,83 +0,75%
Francoforte 26-apr
18.161,01 +1,36%

Sicurezza energetica, analisi CDP: tre vie per andare oltre l’emergenza

Economia, Energia
Sicurezza energetica, analisi CDP: tre vie per andare oltre l’emergenza
(Teleborsa) - Quanto è dipendente dall’estero il sistema energetico italiano, quali sono le opzioni di sviluppo di breve e lungo periodo per la sicurezza energetica nazionale e quale ruolo può giocare il gas naturale tra emergenza e transizione. Questi i temi al centro del brief degli analisti di CDP dal titolo “Sicurezza energetica: quali prospettive oltre l’emergenza?”. Il documento analizza la situazione italiana e individua le eventuali alternative percorribili per sostituire le importazioni di gas dalla Russia.

Il contesto internazionale ha riportato al centro della scena il tema della sicurezza energetica, tra dipendenza dall’estero e spinta alla transizione. L’Italia, principalmente a causa della scarsa dotazione di risorse naturali, è tra i Paesi europei energeticamente più dipendenti dall’estero: quasi tre quarti delle materie prime arrivano infatti da Paesi terzi (73% a fronte di una media Ue del 57%). L’approvvigionamento italiano, inoltre, presenta una forte concentrazione in un numero limitato di Paesi caratterizzati da elevati profili di rischio geopolitico.

Nel corso degli anni la dipendenza italiana è però diminuita gradualmente per effetto dei progressi in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili. Tuttavia, la nostra economia è ancora molto dipendente dal gas russo.

Ci sono diverse diverse vie percorribili per ridurre questa dipendenza: pieno sfruttamento della capacità di stoccaggio nel brevissimo periodo; potenziamento della capacità di trasporto del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) e incremento dell’effettivo utilizzo dei metanodotti provenienti dal Nord Africa; nuovi impianti per il gas naturale liquefatto per consentire una rimodulazione delle importazioni nel breve-medio periodo. A queste opzioni si aggiunge la necessità di accelerare la transizione verso un sistema più efficiente e meno dipendente dai combustibili fossili, puntando sulle energie rinnovabili.

In un orizzonte di lungo periodo, gli attuali equilibri energetici e geopolitici potrebbero cambiare e alcuni Paesi potrebbero passare da importatori netti di energia a esportatori. Grazie al posizionamento strategico e alla valorizzazione di reti e porti l’Italia potrebbe candidarsi a diventare un hub di accesso al gas naturale e, in futuro, anche dell’idrogeno, facendo da ponte tra le due sponde del Mediterraneo e riacquisendo quella centralità che il posizionamento geografico e storico le hanno sempre assegnato.

Condividi
```