Stellantis è troppo sottovalutata: può salire del 90%


Nel giorno in cui la Casa europea patteggia con la giustizia Usa la conclusione della vicenda Dieselgate, la rivista Barron’s fa un confronto con le case americane GM e Ford. La differenza dei multipli è impressionante e non è giustificata.


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Multa da 300 milioni di dollari per avere taroccato i dati sulle emissioni.

Mentre Stellantis si avvia a chiudere con un costoso patteggiamento la vicenda giudiziaria del Dieselgate americano, a Wall Street suona un campanello per avvisare gli investitori che il titolo del gruppo europeo è terribilmente sottovalutato, soprattutto se lo si paragona alle rivali Ford e General Motors.

Secondo quanto riporta Reuters, oggi (venerdì 3 giugno) si terrà a Detroit l’udienza in cui verrà sancito ufficialmente l’accordo raggiunto nei giorni scorsi tra Stellantis e il Dipartimento della Giustizia Usa. La Casa automobilistica si dichiarerà colpevole delle accuse avanzate dal governo americano nei confronti di Fca (Fiat-Chrysler), e cioè di avere venduto fra il 2014 e il 2016 circa 100mila vetture (pickup Ram e suv Jeep) sulle quali era stato montato un dispositivo elettronico per truccare i dati nei controlli anti-inquinamento, e aggirare così le norme Usa sulle emissioni ambientali. L’accordo prevede il pagamento da parte di Stellantis di una multa di 300 milioni di dollari.

Gli investitori Usa hanno perso interesse verso la Casa europea.

Per gli investitori alla fin fine dovrebbe essere una buona notizia, perché si elimina una situazione di incertezza che gravava sul titolo. La multa è pari al 2,1% dell’utile previsto per il 2022. Probabilmente, più che sulla conclusione della vicenda Dieselgate, nelle prossime ore gli investitori americani si concentreranno su Stellantis per verificare quanto c’è di vero nell’articolo pubblicato oggi sulla versione web di Barron’s, l’autorevole testata di informazione finanziaria.

Secondo Barron’s, le attuali quotazioni di Stellantis non riflettono il reale valore del gruppo. Il ragionamento si muove da un punto di vista molto America-centrico. Barron’s ricorda che la tradizione dell’industria automobilistica Usa ha visto per decenni la competizione fra tre Case: Ford, General Motors e Chrysler. Oggi che Chrysler è inglobata in Stellantis gli investitori Usa hanno perso interesse nelle sue vicende, tanto è vero che i tre principali fondi ETF che investono nel settore automotive possiedono complessivamente soltanto il 5% di Stellantis, contro quote del 20% circa in Ford e GM.

Il confronto dei multipli fra Stellantis, GM e Ford.

Forse è questa, suggerisce l’articolo, una delle ragioni per cui i multipli di Stellantis sono così a sconto rispetto alle concorrenti Usa. Prendendo a riferimento gli utili previsti a fine 2023, oggi Stellantis vale in Borsa 3,2 volte gli utili, contro le 6,4 volte di Ford e le 5,7 volte di GM.

Se poi si vanno a confrontare, come abbiamo fatto noi, multipli temporalmente più vicini, il divario è sconcertante. Basta guardare la tabella qui sotto. I dati sono in miliardi di dollari.

Nel 2022 Stellantis realizzerà secondo il consensus degli analisti un fatturato di 182 miliardi di dollari e un utile di 14,2 miliardi di dollari. I fatturati di Ford (144 miliardi) e GM (152 miliardi) sono più bassi, per non parlare degli utili che nel caso di Ford (4,3 miliardi) sono un terzo di quelli di Stellantis e per GM sono sensibilmente inferiori (9,4 miliardi). Eppure, le due società americane capitalizzano entrambe 56 miliardi di dollari, contro i 47,9 miliardi di Stellantis. Il gap è del 17%.

Per Stellantis un potenziale di rialzo del 90%

Un motivo per cui gli investitori trascurano Stellantis potrebbe essere il timore che la società non sia sufficientemente veloce nella transizione verso l’elettrico a fronte degli sforzi di Ford e GM, che in America stanno puntando molto sui loro nuovi pickup elettrici F-150 Lightning e Silverado.

In realtà anche Stellantis si sta muovendo velocemente nella transizione, assicura Barron’s, che ricorda gli obiettivi del Ceo Tavares che punta nel 2030 ad avere un’offerta di veicoli totalmente elettrica in Europa e al 50% elettrica negli Usa.

Oggi il consensus degli analisti esprime per Stellantis un target price medio di 21,7 euro, più alto del 52% sul prezzo di Borsa attuale. Per Barron’s, se Stellantis chiudesse il gap valutativo con GM e Ford le sue azioni potrebbero salire del 90% fino a 26 euro.

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