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«Axa vuole restare partner di Mps, non siamo interessati alle Generali»

Il ceo Thomas Buberl:«Acquisizioni mirate in Italia e Spagna, rischi geopolitici e climate change le sfide per il settore assicurativo»

di Alessandro Graziani

 Il manager è amministratore delegato del colosso assicurativo francese Axa da settembre 2016

3' di lettura

«Non siamo interessati alle Generali, lo ribadisco. Siamo già ben organizzati e strutturati e puntiamo a una crescita interna, valutando solo alcune piccole acquisizioni mirate in alcuni mercati tra cui ad esempio l’Italia e la Spagna. Nel vostro Paese siamo molto soddisfatti della partnership con Mps. Rilevare una quota in sede di aumento di capitale? Vedremo. Il nostro focus è sul continuare una storia che per noi è stata di successo». Siete interessati alla gara per la bancassurance di BancoBpm? «Puntiamo a replicare il modello di jv con Mps ove esiste la possibilità di farlo».

Thomas Buberl, ceo del colosso assicurativo francese Axa risponde così da Parigi alle domande di alcuni giornalisti europei a margine di Vivatech, l’importante evento europeo sull’innovazione e il mondo delle start up di cui Axa è protagonista come gold partner.

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La sfida digitale

«Durante la pandemia abbiamo tutti scoperto che il digitale e la tecnologia da “nemico” sono diventati il migliore alleato anche nel nostro settore», ha commentato Buberl, ponendo il digitale tra le quattro sfide chiave con cui si trova alle prese il settore. Le altre tre, che in questa fase stanno al vertice nella scala delle priorità, sono conseguenza dei due shock recenti e imprevisti: la pandemia del Covid 19 e la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.

La globalizzazione

«Tra i tanti interrogativi e incertezze sul futuro - ha proseguito il ceo di Axa - per un gruppo internazionale come il nostro non c’è dubbio che la fine di una certa era della globalizzazione sia oggetto di attenta valutazione». La presenza in Russia sarà ridimensionata? «In Russia non siamo presenti direttamente ma attraverso una joint venture, di cui per ora continuiamo a far parte anche se - seguendo le sanzioni europee - i nostri membri dei board e manager stanno uscendo».

E in Cina? «In Cina abbiamo due joint venture con importanti gruppi finanziari locali e una nostra diretta società - spiega Buberl - siamo il più grande assicuratore estero in Cina e per ora continuiamo a lavorare bene e non c’è motivo di cambiare. Contemporaneamente stiamo elaborando vari scenari strategici in base all’evoluzione della crisi geopolitica».

La frammentazione

L’Europa sta affrontando questa nuova crisi in modo compatto? Bce ha alzato i tassi e posto fine agli acquisti del Qe senza prevedere un piano anti-frammentazione. Salvo poi correggersi. Che ne pensa? «La frammentazione è un rischio da evitare, in Europa serve unità. Come dimostrato durante la pandemia e testimoniato due giorni fa dalla missione congiunta a Kiev dei tre leader dei principali Paesi europei».

Il climate change

Il terzo elemento di incertezza, anche per il settore assicurativo, riguarda il climate change. «A livello globale vediamo emergere differenziazioni sia dal lato politico che regolatorio - spiega il ceo di Axa - c’è chi sostiene che l’attuale shock inflattivo sulle materie prime rappresenti un freno all’agenda verso gli obiettivi di Net zero emissioni e chi invece ritiene che vi sarà un'accelerazione. Noi condividiamo questo secondo scenario».

Lo scenario demografico

A preoccupare il settore, ed è la quarta incertezza, è l'evoluzione demografica della popolazione e la longevità. «È necessario sviluppare nuove forme di collaborazione tra pubblico e privato per prevenire e gestire nuove possibili pandemie nel futuro - commenta il manager». Ricordando che la prevenzione è fondamentale in generale per gestire i rischi, anche in ottica climate change: «Pensate che proprio grazie alla prevenzione, gli uragani che si sono abbattuti negli ultimi anni negli Usa, pur se di maggiore intensità rispetto all’uragano Katrina di venti anni fa, hanno fatto molti meno danni».

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