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Inflazione e consumi, l’analisi di Mastercard: più ristoranti e meno vestiti, così l’Italia torna a spendere

di Alessandra Puato

Inflazione e consumi, l'analisi di Mastercard: più ristoranti e meno vestiti, così l'Italia torna a spendere Nathalia Lechmanova, responsabile del Mastercard Economic Institute

Che impatto ha l’inflazione galoppante sui consumi? La risposta è poco ovvia. Nelle ultime settimane è aumentata la spesa dei consumatori per ristoranti, alberghi, concerti ed è scesa quella per gli oggetti concreti come i mobili o l’elettronica di consumo. Lo dicono le rilevazioni del Mastercard Economic Institute, il centro studi della società di pagamenti che ha iniziato l’attività in gennaio. Lo scorso maggio, rispetto al maggio del 2021, la spesa in Italia per l’abbigliamento è calata del 3%, quella nell’elettronica del 18%, quella nei mobili e negli oggetti per la casa del 12%.

Il «lodging»

Al contrario, si è speso addirittura il 181% in più nel «lodging», gli alloggi: alberghi, bed & breakfast e simili; il 42% in più nei ristoranti. Il tutto in una spesa retail che complessivamente in Italia ha perso il 4% in un anno (mentre in Francia è aumentata del 12% e in Spagna del 25%). E che vede, però, i consumatori più consapevoli.

Le nuove priorità

«Si sta privilegiando la spesa per l’esperienza rispetto a quella per le cose», dice Natalia Lechmanova, senior economist e responsabile per l’Europa e il Medio Oriente dell’istituto con quartier generale a New York e sede anche in Italia, destinato a elaborare la mole di dati in possesso di Mastercard, relativi alle transazioni con carte di pagamento. E quando dice «cose» Lechmanova intende proprio «things», gli oggetti. Che nella nuova dinamica dei consumi si stanno contrapponendo all’esperienza, appunto. «Per esempio, si spende per affittare un gommone e andare su una spiaggia, o affittare una guida per vedere gli Uffizi — dice Michele Centemero, country manager Italia di Mastercard —. Non c’è ancora la vera frenata dei consumi, ma le priorità di spesa stanno cambiando». Fanno eccezione, nel mondo delle «cose», i gioielli, il cui acquisto «cresce come bene stabile»

La stagione estiva

Secondo Lechmanova, 47 anni, già top manager in Goldman Sachs a Londra, esperta dell’impatto dell’inflazione sui consumi, «sarà una grande estate per l’Italia, per l’experience». Perché le persone «sono tornate a viaggiare, vogliono uscire». E la spesa per il turismo sta aumentando di più, rispetto alla media mondiale: «Nell’aprile scorso, rispetto all’aprile del 2019, gli acquisti per ristoranti, concerti, locali serali, per divertirsi sono aumentati del 68% in Italia contro un incremento mondiale del 34%».

I viaggi d’affari

Tornano a crescere anche i viaggi d’affari: «Sono aumentati del 12% in aprile rispetto al 2019, in gennaio erano in calo del 47% — dice Lechmanova —. Le prenotazioni business sono significativamente sopra la media europea in Italia, Spagna e Portogallo. Le persone sono tornate in ufficio più che in altri Paesi e viaggiano di più». Si allarga anche, però, la forbice sociale.

Le diseguaglianze

Dopo il periodo pandemico, in cui con l’inflazione piatta si ritardavano gli acquisti pensando che i prezzi non sarebbero saliti, «c’è stato uno choc — dice Lechmanova —: se vuoi qualcosa, la devi comperare subito, perché il prezzo salirà». Ma non tutti possono permetterselo: «Pandemia e inflazione stanno accentuando l’ineguaglianza». Secondo Lechmanova siamo in una fase di «bad inflaction», d’inflazione cattiva, perché sulla corsa dei prezzi incidono parecchio due voci, non solo l’energia ma anche l’alimentare, «dove la domanda è maggiore e l’acquisto non è discrezionale: mangiare si deve». Il risvolto positivo è che «i consumatori sono più consapevoli di come spendono i soldi».

L’erosione dei risparmi

L’altro segnale recente è che comincia a erodersi il tesoretto dei risparmi degli italiani, la liquidità congelata sui conti correnti. «I consumatori stano iniziando a usare gli extra risparmi accumulati che durante la pandemia sono arrivati a 148 miliardi — dice l’economista —. Dagli 86 miliardi del 2020, corrispondenti al 9% delle spese per consumi personali, si è scesi a 62,1 miliardi nel 2021 e a 16,3 miliardi nello scorso aprile, pari all’1,4% della spesa per consumi personali» (la fonte è Oxford Economics-Ceic).

Le criptovalute

In questo processo ha un ruolo il denaro digitale, il cui uso con la pandemia è aumentato in ogni forma. «Abbiamo un milione di carte attive sulle criptovalute in Italia», dice Centemero. E se è vero che il Bitcoin sta crollando, «l’appetito resta: stiamo perfezionando la tecnologia per evitare che su quel canale avvengano frodi».

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