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Benozzo e la ripida strada dell'anarchia: 'Diffido dei neo partiti del finto dissenso'

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'Il teatrino delle elezioni, il momento della coerenza, le mie dimissioni dai comitati bioetici in contrasto alla candidatura del professor Luca Marini'


Benozzo e la ripida strada dell'anarchia: 'Diffido dei neo partiti del finto dissenso'
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Professore di Filologia e linguistica all’Università di Bologna, direttore di tre riviste scientifiche internazionali e di numerosi gruppi di ricerca interuniversitari, ininterrottamente candidato al Premio Nobel per la Letteratura dal 2015, il modenese Francesco Benozzo è un punto di riferimento per coloro che vedono nella dissidenza un modo non solo per tentare di cambiare le cose, ma anche per essere coerenti con se stessi.
Granitico sostenitore della strada anarchica, dopo essere stato sospeso per mesi per aver detto nettamente no al green pass nell'Ateneo, oggi Benozzo ha deciso di lasciare i comitati bioetici che aveva fondato insieme a Luca Marini. Il motivo? La volontà di restare completamente svincolato dai partiti e prendere le distanze dalla scelta del collega Marini di candidarsi per uno dei movimenti di opposizione nati in questi mesi.

Professore, come vive questi momenti di sospensione, in attesa delle incognite di fine estate?
'Me ne sto in attesa del prevedibile autunno, con il consueto terrificante folklore delle elezioni e il suo mortifero chiacchiericcio (che quest’anno annovera tra i suoi squallidi protagonisti anche i dissidenti spuntati come funghi in questi due anni e ora sedotti da qualche agognata poltroncina), con il nuovo Green Pass che metteranno da ottobre (meglio prima fare andare alle urne il gregge), e con le frottole sul cambiamento climatico che fanno da contorno a ogni discorso, sia nei bar che a Bruxelles e Washington. Fumo sigari, bevo lambrusco, scrivo e suono l’arpa. Tutto insomma continua a andare per il meglio nel peggiore dei mondi possibili'.

Vede qualche spiraglio di riscatto nelle elezioni del 25 settembre?
'Non scherziamo! Penso che l’astensionismo, come da sempre ma ora come non mai, sia l’unica possibilità per uscire dal dispositivo di soggiogamento.

Vorrei essere molto chiaro: quello che ascolto in queste ore conferma la deriva cognitiva senza più speranza di Homo Sapiens. La frase “Se niente cambierà sarà colpa di chi non vota” è drammaticamente simmetrica a quella che va in onda da mesi: “se non finisce la pandemia è colpa di chi non si vaccina”. Non ho più alcuna speranza in un risveglio delle greggi dalla lobotomizzazione. Non ho alcuna speranza di convincere qualcuno dell’esatto contrario. Ciò nondimeno, due cose sono certe: che io non mi vaccino e che io non voto'.

Ci sono nuovi partiti che si stanno formando sull’onda del dissenso di questi due anni. Anche di questi diffida?
'Io diffido soprattutto di questi. Io preferisco combattere contro Mordor che contro Boromir. In altri termini, ho addirittura più stima dei politici di professione che degli anti-politici che scendono in politica. La scelta anarchica non è facile, non lo è quando si tratta di decidere cosa fare, e cioè quando si riattiva la grande sagra delle elezioni. Ma tutto è talmente prevedibile che quasi diventa nauseabondo. Quando nel gennaio del 2021 scrissi che avrebbero messo la vaccinazione obbligatoria mi diedero dell’invasato. Quando nel luglio del 2021 scrissi che avrebbero messo un Green Pass per lavorare mi diedero del catastrofista. Quando nel settembre del 2021 scrissi che anche le dichiarazioni fondamentalmente anarchiche e pateticamente gandhiane del portuale Stefano Puzzer per la disobbedienza civile erano in realtà l’anticamera per vederlo appena possibile tra i candidati di qualche partitino politico del nuovo dissenso, e che avrebbe prima o poi accettato di essere candidato come senatore, mi dissero che avevo definitivamente perso il senso della realtà a causa del mio snobismo. Forse è il caso che io tenga la bocca chiusa su ciò che penso che accadrà nei prossimi mesi'.

Come procede oggi la sua azione di dissidenza?
'La dissidenza poetica, che qualcuno scambia per qualcosa di poco concreto e poco coerente, ha le sue leggi ferree, direi molto ferree. Sono quelle leggi che, alla faccia della loro aleatorietà, mi hanno portato a essere sospeso dal lavoro per quasi otto mesi (ricordo che all’Università siamo stati in due docenti su 70.000 docenti; io e il collega Marco Villoresi). Sono quelle che mi hanno costretto a scelte in parte dolorose di queste ore. Alludo al fatto che avendo appreso che il professor Luca Marini, co-fondatore insieme a me del Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina, dell’Osservatorio contro la Sorveglianza di Stato e dell’Osservatorio contro la Transizione Ecologica, ha accettato di essere candidato senatore per uno dei partiti di opposizione che correranno per le prossime elezioni, in coerenza con i principi che mi animano da sempre e che hanno animato la gloriosa fondazione di questi network, non concependo, per nessuna ragione, alcuna ingerenza politica che possa minare la credibilità di questi organismi indipendenti, ho rassegnato le mie dimissioni dal coordinamento degli stessi e da ogni attività che li riguardino. Penso di poter dire che abbiamo fatto in questi due anni un lavoro esemplare per i diritti inalienabili, contro i soprusi istituzionali e in difesa della libertà dei singoli individui. Ma sento di non avere alcuna intenzione di confondere queste molteplici attività di dissidenza critica e ragionata con ciò che non ha a che fare con essi, e cioè con la politica che essi intendono valutare ed eventualmente contestare in maniera del tutto autonoma'.

Non le sembra di perdere in questo modo la possibilità di esprimere le sue posizioni?
'Non mi sembra, no. Quello che mi sembra, al contrario, è di guadagnare spazi di credibilità per esprimere le mie posizioni. Le quali, peraltro, non credo siano di grande interesse per nessuno. In ogni caso, se devo essere sincero, so di esprimermi meglio – se proprio devo esprimermi – quando scrivo poemi o suono l’arpa'.

Se il fronte del dissenso guadagnasse posti in Senato e in Parlamento non sarebbe tuttavia, in fondo, qualcosa di positivo?
'Credo che sarebbe esattamente il contrario. Credo che questo fatto sarebbe il fallimento definitivo del dissenso, che si scoprirebbe – o capirebbe di essere sempre stato – un ingranaggio già previsto dal dispositivo'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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