L’obiettivo è ambizioso: «Superare Netflix prima di un anno» dice Jaime Ondarza, amministratore delegato di Paramount in Italia e numero uno dello streaming del gruppo nel Sud Europa, in Africa e Sud America. Il manager parla a margine della presentazione di Paramount+, il servizio di streaming globale del gruppo, che debutto oggi in Italia con oltre 8mila ore di intrattenimento. «Abbiamo la fortuna di partire con un catalogo molto forte, Paramount vuole dire cinema. E a film che hanno fatto la storia di Hollywood affiancheremo produzioni originali italiane che porteremo nel mondo. Per questo – prosegue il manager –siamo a Cinecittà per festeggiare il debutto del nostro streaming».

La concorrenza però è agguerrita, c’è spazio per un’altra piattaforma?

«Questo è un momento d’oro per i video. Non c’è mai stata così tante possibilità di scelta. La tecnologia si è incontrata con la creatività e i contenuti si muovono in modi che neppure poteva immaginare qualche anno fa. Il pubblico è allo stesso tempo globale e locale. Per i consumatori questo vuol dire più libertà di scelta. E grande spazio per un operatore come Paramount». 

Come pensate di convincere gli italiani?

«Da un lato abbiamo la fortuna di essere già marchio amato e conosciuto, dall’altro arriviamo con diversi progetti italiani già in rampa di lancio. E siamo convinti che il pubblico risponderà bene».

Quali sono?

Abbiamo “Francesco il cantico” realizzata da Roberto Benigni, ma anche una nuova stagione di “Vita da Carlo”, la prima di altre produzioni di Luigi e Aurelio de Laurentiis con Carlo Verdone, ma ci sono “Circeo”, prodotta da Cattleya,  “Quattordici giorni” scritta e diretta da Ivan Cotroneo; la serie “Corpo Libero”, un avvincente teen-drama; il film “Ti mangio il cuore” e Miss Fallaci. Sono italiane e arriveranno anche sui nostri mercati internazionali».

Non teme che lo streaming possa cannibalizzare il cinema?

«Noi siamo un grande studio cinematografico. E lavoreremo con le sinergie. Per fornire prodotti di alta qualità servono grandi investimenti. L’importante è usare i contenuti in modo intelligente, facendo sì che la sala cinematografica e lo streaming si sostengano a vicenda. Anche perché a finanziare molti film è proprio lo streaming. E poi abbiamo la consapevolezza che il nostro compito sia quello di seguire il pubblico dove sceglie di essere».

Cosa succederà ai contenuti Paramount sulle altre piattaforme?

«Paramount+ sarà la casa del grande cinema. Vedremo caso per caso come comportarci».

Il proliferare di piattaforme sarà la fine della tv lineare?

«Abbiamo assistito a forte cambio del modo di consumare i video e l’on demand continua a crescere. Ma la metà della visione continua a essere fruita attraverso la televisione lineare. Ci sono contenuti come i live o l’intrattenimento che trovano la loro casa nel consumo tradizionale, ma è evidente che non si può non essere in streaming. Anche se con Pluto continuiamo a investire sulla tv lineare».

Con che obiettivo di abbonati arrivate in Italia?

«Abbiamo 53 milioni di abbonati globali e l’Italia rivestirà un ruolo importante nella nostra crescita. Non per nulla abbiamo deciso di debuttare prima qui che in Francia e Germania».

La pirateria vi preoccupa? 

«E’ da sempre il nostro nemico numero uno, ma siamo convinti che la nostra offerta al giusto prezzo, 7,99 euro al mese o 79,99 l’anno – con una promozione fino al 25 settembre – sia un giusto compromesso per arginare il problema. Gli italiani sono onesti e riconoscono il valore delle cose». 

Diverse piattaforme stanno pensando di inserire la pubblicità nei loro contenuti, voi?

«No, non ci serve. L’abbiamo già sui nostri canali». 

Sarà difficile scalzare un marchio come Netflix dall’immaginario collettivo. 

«Contiamo di riuscirci in meno di un anno». 

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