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Juventus, bilancio sempre più in rosso: perdite a 254 milioni

Nel triennio della pandemia il deficit complessivo ha toccato 550 milioni. Gli incassi complessivi senza l'impatto delle plusvalenze risultano intorno a 403 milioni

di Marco Bellinazzo

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3' di lettura

Il consiglio di amministrazione della Juventus ha approvato nella serata di venerdì 23 settembre il bilancio della stagione 2021/22 con una perdita consolidata di 254 milioni di euro.

Si tratta del peggior passivo registrato nel triennio della pandemia che ha appesantito anche i conti bianconeri con un deficit complessiv0 di 550 milioni di euro.

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Il rendiconto al 30 giugno 2022 (atteso al vaglio dell’assemblea degli azionisti in calendario il prossimo 28 ottobre), dunque, chiude una fase recessiva per tutta l’industria del football che ha creato più danni a quelle società che avevano in corso investimenti importanti per sviluppare le proprie revenue. Il club presieduto da Andrea Agnelli, di fatto alla vigilia della pandemia, aveva avviato l’oneroso progetto CR7. Le ripercussioni negative di questa congiuntura sfavorevole hanno reso necessario lo scorso anno un aumento di capitale da 400 milioni (dopo quello da 300 milioni del 2019).

I NUMERI DELLA JUVENTUS
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La prospettiva adesso è quella di procedere con un riassestamento contabile che possa progressivamente riportate i conti verso il pareggio. «La stagione attuale, iniziata il 1 luglio 2022, pur influenzata da un contesto non favorevole, prevede un risultato in sensibile miglioramento - spiega la nota stampa che accompagna il documento contabile -. Nel mese di giugno è stato approvato il piano triennale (2022-2025) che delinea le linee strategiche e operative della società. Tale piano conferma sostanzialmente gli obiettivi già contenuti nell’ultima revisione del 2021, quando la pandemia era ancora in pieno svolgimento».

Da questa stagione, del resto, parte il monitoraggio triennale concordato con la Uefa nell’ambito del settlement agreement siglato all’inizio di settembre (alla Juve è stata comminata una sanzione pecuniaria per il pregresso pari a 3,5 milioni, che potrà salire di ulteriori 19,5 milioni in caso di mancato riallineamento contabile).

Sarà cruciale per la Juventus rilanciare la crescita dei ricavi. Il fatturato nella stagione prepandemia 2018/19, la prima di Cristiano Ronaldo, era salito da 402 a 464 milioni (escludendo le plusvalenze da calciomercato). Nei campionati successivi è stato pari a 401 e 437, con il crollo delle entrate da stadio provocato dalle restrizioni al pubblico. Al 30 giugno 2022 i ricavi da stadio solo tornati a quota 32 milioni.

Gli incassi complessivi senza l’impatto del player trading si sono attestati invece sui 403 milioni. I ricavi commerciali sono calati di 3 milioni a quota 142, mentre i ricavi media sono stati pari a 170 milioni (con una riduzione contabile di circa 65 milioni per effetto della diversa calendarizzazione dei match europei traslati nella stagione 2020/21 a causa dell’emergenza sanitaria).

Per altri versi, le difficoltà incontrate nella prima parte di stagione hanno messo in discussione l’operato del management bianconero, soprattutto per lo scarso o nullo rendimento degli innesti più costosi. La politica dei “parametri zero” per avere giocatori di esperienza da mixare ai giovani prodotti dalla seconda squadra bianconera ( Juventus Next Gen) non ha dato finora i frutti sperati. Anche il club bianconero però intende muoversi, come in parte è stato già fatto nella sessione estiva 2022, verso la riduzione del costo della rosa. Tra il 2020 e il 2021 la spesa per gli ingaggi lordi corrisposti al personale tesserato e per gli ammortamenti annuali dei costi legati ai cartellini è stata stabile sopra i 520 milioni. Nel bilancio appena licenziato dal cda il costo del personale tesserato è stato di 325 milioni (contro i 298 del bilancio al 30 giugno 2021) , mentre gli ammortamenti sono calati a 196 milioni rispetto ai 228 dell’anno precedente.

Migliora la posizione finanziaria. Al 30 giugno 2022 l’indebitamento netto ammonta a 153 milioni, in riduzione di 236,2 milioni rispetto all’anno precedente, avendo beneficiato del recente aumento di capitale, al netto dei flussi negativi della gestione operativa (-32,1 milioni), dei pagamenti netti legati al calciomercato (110 milioni) e di oneri finanziari per 14 milioni.

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